Gentrificazione in Costa Rica: un residente di San Ramòn racconta cosa sta succedendo
Un residente di San Ramón denuncia l’impatto della gentrificazione sul costo della vita, la perdita dell’identità culturale e l’esclusione sociale causata dall’arrivo di nomadi digitali e investitori stranieri
Gentrificazione in Costa Rica: un residente di San Ramòn racconta cosa sta succedendo
Negli ultimi anni, il Costa Rica sta vivendo un processo di trasformazione profonda. L’arrivo di nomadi digitali e l’espansione del turismo hanno innescato dinamiche di gentrificazione che stanno cambiando il volto delle città e la vita dei suoi abitanti. In questa intervista, un residente locale di San Ramón ci racconta in modo diretto e senza filtri come la gentrificazione stia influenzando il costo della vita, la distribuzione della popolazione, l’identità culturale e il tessuto economico locale.
Una testimonianza lucida che invita a riflettere su chi beneficia davvero dello “sviluppo” e su quali siano i costi sociali che spesso restano invisibili.
1) Come descriveresti l’aumento del costo della vita a San Ramón negli ultimi anni? Hai notato un aumento significativo degli affitti o dei prezzi delle case?
I cambiamenti più significativi sono arrivati dopo la pandemia. Durante quel periodo, il dollaro è aumentato notevolmente di valore, e con esso anche i prezzi degli alimenti e dei servizi. Il problema è che ora il dollaro è tornato al suo valore precedente, ma i prezzi non sono mai scesi. Quindi sì, negli ultimi anni il costo della vita è aumentato vertiginosamente. Inoltre, dopo la pandemia è arrivata una grande ondata di nomadi digitali che hanno occupato zone e spiagge del paese.
2) C’è stata una “trasformazione” in alcune aree del centro di San Ramón? Quali quartieri sono stati più colpiti dalla gentrificazione?
Sì, in parte si può dire che ora molte cose sono fatte per i turisti. I ristoranti tradizionali hanno aumentato i loro prezzi per sfruttare il boom del turismo, ma hanno finito per escludere i clienti locali. Molte aree in cui il governo investe finiscono per essere destinate ai turisti. Quartieri della capitale come Escalante o distretti come Santa Teresa non sono esclusivamente per turisti, ma i prezzi sono proibitivi. Un aspetto importante è che nei quartieri dove c’è maggiore presenza turistica, il governo investe di più in sicurezza e nell’estetica urbana.
3) Hai notato che alcuni residenti locali hanno dovuto abbandonare la zona a causa dell’aumento dei prezzi? Se sì, quali sono state le principali difficoltà?
Non parlerei di abbandono, ma certamente molte persone hanno venduto le loro proprietà o case vicino al centro o in zone turistiche per trasferirsi in periferia. Questo ha fatto sì che nei centri urbani si concentrino prevalentemente stranieri, mentre i cittadini costaricensi devono fare i pendolari, poiché è lì che si trovano le opportunità di lavoro. Di conseguenza, la qualità della vita per i locali è peggiorata. Un altro problema è che gli stranieri portano progetti edilizi molto grandi, spesso poco sostenibili e inadeguati al ritmo di vita dei paesi. Per esempio, la costruzione di campi da golf in aree dove l’acqua è scarsa. A causa della corruzione, ottengono comunque permessi che non rispettano criteri ambientali o sociali.
4) Come ha influito l’arrivo di nuove catene commerciali o ristoranti alla moda sulle attività tradizionali di San Ramón? Alcuni piccoli commerci locali sono stati colpiti?
È un punto molto interessante, perché ha influito moltissimo. Un esempio: la mia ragazza, che è francese, sta conoscendo il paese da
alcuni mesi e mi ha chiesto se esistano ancora supermercati nazionali. Questo perché gran parte del mercato è stato assorbito da una grande catena alimentare, che conta 308 filiali nel paese ed è il supermercato più comune. Se non sono supermercati asiatici, sono piccoli supermercati familiari, ormai rarissimi. Una volta in Costa Rica esistevano soprattutto le “pulperías”, piccoli negozi comunitari e familiari che sono praticamente scomparsi a causa delle grandi imprese straniere.
5) Hai notato cambiamenti nei servizi offerti in città? Per esempio, ci sono nuove strutture o negozi che prima della gentrificazione non c’erano?
Sì, ci sono stati molti cambiamenti. Un esempio è la costruzione di molti centri commerciali e soprattutto di catene di fast food, poiché il pubblico target sono gli americani, che adorano questo tipo di locali.
6) Qual è la tua opinione sull’impatto della gentrificazione sulla cultura e le tradizioni locali di San Ramón? Pensi che si sia persa autenticità nello stile di vita cittadino?
Penso che a San Ramón non si sia perso molto, perché è una comunità che cerca di mantenere le proprie radici. Ma nella capitale e nelle zone più turistiche, quelle non rappresentano più la vera Costa Rica. Basti pensare all’uso della lingua: gran parte della segnaletica, pubblicità e menù dei ristoranti sono in inglese. Tristemente, il pubblico target non è quello nazionale. Anche quando lo è, si tratta di un pubblico che desidera imitare gli americani: nei marchi, nel cibo, nelle tendenze e nella musica. A mio parere, la mia generazione aspira tristemente a somigliare agli americani, e questo in futuro ci porterà problemi.
7) Come reagiscono i giovani locali a questi cambiamenti? Ci sono stati miglioramenti nelle opportunità lavorative o educative grazie alla gentrificazione?
La gentrificazione ha portato lavoro in molte zone dove prima non ce n’era, ma si tratta spesso di lavoro sottopagato, talvolta ai limiti dello sfruttamento, con l’impiego di stranieri per evitare di offrire i diritti lavorativi. Per quanto riguarda l’istruzione, non ho una risposta certa. So solo che negli ultimi anni il nostro sistema educativo è entrato in crisi, passando dall’essere uno dei migliori dell’America Latina a una crisi senza precedenti – ma non è per colpa della gentrificazione. Quanto ai giovani, ultimamente vedo più proteste e tentativi di far sentire la propria voce, ma tutto si limita ai social, non alle strade.
8) Quali gruppi sociali o etnici sono stati più colpiti dalla gentrificazione a San Ramón? Hai notato tensioni tra le diverse comunità?
Come sempre, i più colpiti sono i meno privilegiati. Dal punto di vista etnico, non saprei dirti con certezza, perché il Costa Rica è un paese molto eterogeneo. Ma so che le persone che vivono più vicino alle coste sono tra quelle che più stanno soffrendo lo spostamento. In molti casi, sono costretti a lasciare le loro case o ad allontanarsi sempre più per cercare lavoro, perché i prezzi sono diventati insostenibili. Se non possiedi una casa e hai uno stipendio normale, è impossibile pagare l’affitto, e quindi ti devi allontanare sempre più da quella che un tempo era la tua comunità.
9) Il governo locale o altre organizzazioni hanno messo in atto politiche per contrastare gli effetti negativi della gentrificazione? Se sì, quali sono e come sono percepite?
No. Dicono che ciò che sta accadendo è solo “sviluppo” e che dobbiamo accoglierlo. Ma sviluppo per chi? Nel 2021, è stata promossa una legge per favorire l’arrivo dei nomadi digitali: da lì è iniziata la crisi. In molte zone turistiche i prezzi sono ormai espressi in dollari, anche se non è la nostra moneta. In generale, è un problema sociale molto serio che sta crescendo.
10) Pensi che si possa fermare o modificare la gentrificazione senza bloccare completamente lo sviluppo economico di San Ramón? Quale sarebbe la soluzione ideale per trovare un equilibrio?
Credo che non si possa fermare, perché in un mondo sempre più globalizzato sarebbe come nuotare controcorrente. Ma se il nostro
governo avesse davvero l’intenzione di contenere gli effetti negativi, offrirebbe aiuti sociali e programmi per formare la popolazione locale, affinché possa sfruttare il boom turistico e non lasciare tutto in mano agli stranieri. Bisognerebbe anche imporre più controlli e requisiti a chi desidera stabilirsi qui.
Gentrificazione come doppia faccia dello sviluppo
Se da un lato porta nuovi investimenti e opportunità, dall’altro può aggravare le disuguaglianze sociali, frammentare le comunità e minare le identità locali. A San Ramón, come in molte altre parti del mondo, la sfida non è solo quella di attrarre risorse esterne, ma di costruire un modello di crescita inclusivo, sostenibile e rispettoso di chi in quei luoghi vive da sempre.
Il cambiamento è inevitabile, ma la direzione che prenderà dipenderà dalle scelte politiche, dalla consapevolezza collettiva e dalla capacità della cittadinanza di farsi ascoltare.
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