Gaza, raid israeliano su una scuola: almeno 36 morti tra sfollati, donne e bambini.
Colpita la scuola Fahmi AlJarjaoui a Gaza City, dove trovavano rifugio decine di famiglie. L’Idf: «Colpito centro di comando di Hamas». L’Australia condanna Israele. Cresce la pressione per un cessate il fuoco.
Gaza, raid israeliano su una scuola: almeno 36 morti tra sfollati, donne e bambini.
Colpita la scuola Fahmi AlJarjaoui a Gaza City, dove trovavano rifugio decine di famiglie. L’Idf: «Colpito centro di comando di Hamas». L’Australia condanna Israele. Cresce la pressione per un cessate il fuoco.
È salito ad almeno 36 il numero delle vittime del raid aereo israeliano che ha colpito all’alba una scuola nel quartiere Al-Daraj di Gaza City, dove si erano rifugiate famiglie sfollate. L’edificio ospitava più di un centinaio di persone. Secondo fonti locali citate dall’agenzia palestinese Wafa, tra i morti vi sarebbero numerose donne e bambini, mentre oltre 60 persone risultano ferite, molte delle quali in condizioni critiche e con gravi ustioni.
L’attacco ha causato un incendio devastante: secondo i soccorritori, le fiamme hanno rapidamente divorato le tende montate nel cortile della scuola, intrappolando le famiglie all’interno. Le immagini che arrivano dalla zona parlano di un’altra notte di terrore per la popolazione civile della Striscia.
Le giustificazioni dell’esercito israeliano
In un comunicato diffuso su Telegram, l’esercito israeliano (Idf) ha affermato di aver mirato a “terroristi di alto livello” che si trovavano all’interno della scuola, trasformata – secondo Israele – in un centro di comando e controllo di Hamas e della Jihad Islamica. Il testo specifica che la struttura veniva usata «per pianificare e raccogliere informazioni finalizzate ad attacchi contro civili israeliani e soldati dell’Idf».
Sempre secondo le autorità militari, oltre 200 obiettivi sono stati colpiti nella Striscia nelle ultime 48 ore. Ma la portata della distruzione, con il continuo aumento del numero di civili morti, alimenta nuove proteste e condanne a livello internazionale.
Reazioni internazionali: “Azioni inaccettabili”
A esprimersi con toni particolarmente duri è stato il primo ministro australiano, Anthony Albanese, che ha definito “inaccettabili” le azioni di Israele. «È oltraggioso – ha dichiarato – che uno Stato democratico blocchi cibo e forniture a persone bisognose. Le spiegazioni fornite non hanno alcuna credibilità». Albanese ha poi rilanciato l’appello per un cessate il fuoco immediato e il rilascio degli ostaggi ancora in mano a Hamas.
Anche l’UNICEF è tornata a denunciare la situazione. In una nota ufficiale, Maria Calivis, direttrice dell’agenzia per il Medio Oriente e Nord Africa, ha ricordato che la scuola colpita è la terza struttura scolastica attaccata in una settimana nella Striscia di Gaza. «Utilizzare o attaccare le scuole dove i bambini trovano rifugio è inaccettabile, in qualsiasi circostanza. L’UNICEF chiede alle parti di rispettare la vita dei bambini e l’inviolabilità delle scuole». Secondo i dati dell’agenzia, almeno 192 bambini sono stati uccisi a Gaza nei primi 18 giorni del conflitto.
Ancora sangue nel nord della Striscia
Sempre nella mattinata, almeno 19 persone, membri della famiglia Abd Rabbo, sono morte in un attacco aereo che ha distrutto la loro abitazione a Jabalia, nel nord della Striscia. Lo ha riferito Mahmud Bassal, portavoce della Protezione civile palestinese, parlando di «un nuovo massacro» e accusando Israele di colpire deliberatamente le case civili.
La situazione umanitaria a Gaza peggiora di ora in ora. Mentre i civili continuano a pagare il prezzo più alto, cresce la pressione internazionale su Israele affinché rispetti il diritto internazionale e protegga le vite innocenti. Ma, al momento, la tregua resta lontana.
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