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Gaza-Israele: come prosegue il cessate il fuoco e le reazioni internazionali 

Tregua a Gaza: ostaggi israeliani tornano a casa, aiuti umanitari entrano nella Striscia. Le reazioni internazionali e le sfide future

Gaza-Israele: come prosegue il cessate il fuoco e le reazioni internazionali 

Nel primo giorno della tregua a Gaza, Israele e Hamas hanno effettuato un significativo scambio di prigionieri, riaccendendo le speranze per una possibile distensione nel conflitto. Israele ha liberato 90 detenuti, tra cui donne e minorenni palestinesi, mentre Hamas ha rilasciato le prime tre donne israeliane catturate durante l’assalto del 7 ottobre 2023.

Le ostaggi israeliane – Emily Damari, Doron Steinbracher e Romi Gonen – sono state consegnate alla Croce Rossa e accolte a Tel Aviv, dove hanno potuto riabbracciare le loro famiglie. Nel frattempo, nella Striscia di Gaza, migliaia di sfollati stanno facendo ritorno alle loro case, e i camion di aiuti umanitari sono entrati attraverso il valico di Rafah, il quale era chiuso da maggio.

Le reazioni internazionali: dalla Cina all’Italia

La Cina ha accolto con favore l’entrata in vigore della tregua, auspicando un cessate il fuoco permanente e una soluzione stabile per il Medio Oriente. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha dichiarato: “Continueremo a collaborare con la comunità internazionale per promuovere la pace“.

Anche l’Italia, attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha sottolineato la necessità di stabilizzare la tregua. “Ora è il momento di rafforzare la pace e far arrivare aiuti alla popolazione palestinese. Si deve tornare a promuovere gli Accordi di Abramo e pensare a una missione di interposizione a guida araba, con il supporto dell’ONU“, ha affermato il ministro.

Il rilascio di 69 donne e 21 adolescenti palestinesi

Tra i 90 detenuti palestinesi liberati, Hamas ha dichiarato che si contano 69 donne e 21 ragazzi adolescenti provenienti principalmente dalla Cisgiordania occupata e da Gerusalemme. La maggior parte dei prigionieri è stata rilasciata dalla prigione di Ofer, situata vicino a Ramallah, e accolta da una folla festante.

Un rilascio particolarmente significativo è stato quello di Khalida Jarrar, una leader politica palestinese del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp). Jarrar, 62 anni, era detenuta in regime di detenzione amministrativa dal 2023, una pratica che consente a Israele di trattenere i prigionieri senza processo, e che è stata duramente criticata da organizzazioni per i diritti umani.

“Siamo grati per questa libertà, ma il dolore per i tanti martiri palestinesi resta insopportabile”, ha dichiarato Jarrar, accolta dai suoi familiari a Ramallah.

Gaza-Israele: come prosegue il cessate il fuoco e le reazioni internazionali Gli aiuti a Gaza: “Non c’è tempo da perdere”

Le Nazioni Unite hanno confermato l’arrivo di oltre 630 camion di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, tra cui 300 diretti verso il nord, una delle aree più colpite dai bombardamenti. Tom Fletcher, capo degli aiuti umanitari dell’ONU, ha dichiarato: “Dopo 15 mesi di guerra incessante, le esigenze umanitarie sono sconvolgenti“.

Il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha sottolineato l’importanza di rimuovere gli ostacoli politici e logistici alla consegna degli aiuti, mentre il le autorità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato la complessità che insorgeranno per il ripristino di un adeguato sistema sanitario, devastato dai bombardamenti.

Tensione nello scambio: un prigioniero non rilasciato da Israele

Hamas ha riferito che uno dei prigionieri previsti nell’accordo non è stato rilasciato da Israele. Il gruppo palestinese ha dichiarato di essere in contatto con i mediatori e la Croce Rossa per garantire il rispetto dell’accordo. Tra i rilasciati figurano 69 donne, una minorenne, e alcuni uomini condannati per reati minori.

Emily Damari: “Più felice che mai dopo la liberazione”

Tra le tre donne israeliane liberate, Emily Damari, 28 anni, ha espresso la sua gioia con un post sui social: “Sono tornata con i miei cari, sono più felice che mai. Grazie a tutti coloro che hanno lottato per la mia libertà“. La giovane, ferita durante l’attacco di Hamas è riuscita a tornare a casa dopo settimane di prigionia.

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