Gaza, 15 mesi dopo: la decisione sugli ostaggi e la tregua. L’accordo tra Israele e Hamas prende forma
Dopo 15 mesi di conflitto, Israele e Hamas sembrano vicini a un accordo: 33 ostaggi potrebbero essere liberati in cambio di 1.300 prigionieri palestinesi. Sulla strada per le trattative decisive a Doha e una tregua imminente.
Gaza, 15 mesi dopo: la decisione sugli ostaggi e la tregua. L’accordo tra Israele e Hamas prende forma
Dopo 15 mesi di conflitto devastante e incertezze, i negoziati tra Israele e Hamas sembrano vicini a una svolta decisiva, alimentando nuove speranze per il rilascio degli ostaggi e la fine delle ostilità nella Striscia di Gaza.
Trattative e accordi in Qatar
Le trattative, ospitate a Doha, hanno visto un’intensa attività diplomatica. Nella notte, l’inviato statunitense Steve Witkoff, l’emiro del Qatar al Thani e il capo del Mossad David Barnea hanno lavorato per finalizzare una bozza d’accordo. Israele ha dichiarato la proposta “ampiamente accettabile“, mentre la decisione finale dipenderà dal capo di Hamas, Mohammad Sinwar.
La pressione da parte di Washington, Qatar e Turchia su Hamas sembra aver raggiunto il culmine, con l’obiettivo di garantire il rilascio di 33 ostaggi israeliani in cambio della liberazione di 1.300 detenuti palestinesi, catturati nella fase iniziale del conflitto.
Il piano diviso in fasi: tregua e rilascio
L’accordo prevede una tregua di 42 giorni e un rilascio graduale degli ostaggi, partendo dai cosiddetti “casi umanitari” – donne, bambini, feriti e anziani. È stato inoltre comunicato che questa prima prima fase sarà seguita da nuove trattative per liberare ulteriori ostaggi e restituire i corpi di vittime del conflitto. Israele ha escluso la liberazione di alcuni detenuti di alto profilo, come Marwan Barghouti, leader dell’Intifada o i militari che hanno partecipato all’attacco del 7 ottobre 2023.
La controversia sul futuro governo
Nonostante il progresso, persistono ostacoli significativi. Israele insiste nel mantenere una zona cuscinetto più ampia lungo il confine di Gaza e nel garantire una presenza militare durante e dopo la tregua. Inoltre, resta irrisolta la questione futura relativa al governo di Gaza. Israele non solo rifiuta il ritorno di Hamas al potere, esclude anche la possibilità di coinvolgere l’Autorità Nazionale Palestinese. Al contrario, la Comunità Internazionale ritiene che Gaza debba essere governata dai palestinesi stessi.
La crisi umanitaria ancora in essere
Nel frattempo, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza rimane drammatica. Gli aiuti umanitari, già limitati, continuano a essere oggetto di saccheggi, e le infrastrutture locali sono al collasso. Mentre il premier israeliano Netanyahu prepara un incontro con le famiglie degli ostaggi, la Comunità Internazionale attende con ansia l’annuncio formale dell’accordo.
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