CAMBIA LINGUA

Finisce lo shutdown più lungo degli Stati Uniti: Trump firma la riapertura del governo dopo 43 giorni di blocco.

Lo scontro sul bilancio e sull’Obamacare si chiude con un compromesso: il governo torna operativo.

Finisce lo shutdown più lungo degli Stati Uniti: Trump firma la riapertura del governo dopo 43 giorni di blocco.

Dopo oltre sei settimane di paralisi istituzionale, gli Stati Uniti voltano pagina: Donald Trump ha firmato il provvedimento che pone fine allo shutdown più lungo nella storia americana, durato ben 43 giorni. La decisione, che riapre ufficialmente le attività del governo federale, arriva dopo il voto favorevole del Congresso, che ha approvato la misura con 222 voti a favore e 209 contrari alla Camera, mentre al Senato otto democratici hanno rotto la disciplina di partito per sostenere la proposta repubblicana.

Non si deve più ripetere”, ha dichiarato Trump durante la cerimonia nello Studio Ovale, ringraziando i democratici che hanno collaborato al superamento della crisi. “Oggi mandiamo un messaggio chiaro: non cederemo mai al ricatto politico”, ha aggiunto il presidente, circondato dai leader repubblicani e dallo Speaker della Camera Mike Johnson, soddisfatto dell’epilogo dello shutdown, ma allo stesso tempo critico nei confronti dei democratici: “ci sentiamo molto sollevati. La chiusura del governo voluta dai democratici è finalmente finita. Tutto questo è stato assolutamente inutile e sciocco. Il risultato era del tutto prevedibile. I democratici non hanno ottenuto nulla con la loro mossa politica egoista.

Le cause della crisi

Lo shutdown, iniziato lo scorso 1° ottobre, era stato provocato dal mancato accordo sul bilancio federale per il 2026. Il nodo principale dello scontro politico è stato l’Obamacare, la riforma sanitaria voluta dai democratici e osteggiata dai repubblicani, che hanno escluso dal provvedimento di rifinanziamento l’estensione dei sussidi per le assicurazioni sanitarie.

Trump ha ribadito la sua posizione critica nei confronti della legge: “L’Obamacare è stato un disastro fin dall’inizio. Vogliamo che i soldi vadano direttamente agli americani, affinché possano scegliere autonomamente la propria copertura sanitaria”, ha detto, accusando i democratici di aver provocato lo shutdown per ragioni politiche.

Dal canto suo, il leader liberal Hakeem Jeffries ha promesso battaglia: “È solo l’inizio. I repubblicani pagheranno cara la loro scelta alle elezioni di midterm del 2026”. Secondo le stime, in assenza di un’estensione dei sussidi, i premi assicurativi dell’Obamacare potrebbero aumentare in media del 114%.

Gli effetti sul Paese

La chiusura del governo ha avuto conseguenze pesantissime. Oltre 1,2 milioni di lavoratori federali sono stati sospesi o costretti a lavorare senza stipendio, e 13.000 controllori di volo insieme a 50.000 addetti alla sicurezza aeroportuale hanno operato per settimane senza retribuzione. Ora, con la riapertura, potranno ricevere gli arretrati e riprendere regolarmente il lavoro.

Il ritorno alla normalità interesserà anche il settore del trasporto aereo, dove migliaia di voli erano stati cancellati, e le agenzie scientifiche federali come NASA e National Science Foundation, rimaste inattive per oltre un mese. Fondamentale anche la ripresa dei programmi di assistenza alimentare, tra cui il Supplemental Nutrition Assistance Program (SNAP), da cui dipendono 42 milioni di americani, e che sarà finanziato fino a settembre 2026.

L’impatto economico e i mercati

Sul piano economico, lo shutdown ha provocato una perdita stimata di 1,5 trilioni di dollari secondo le stime del Dipartimento del Tesoro. Questa cifra comprende: i mancati stipendi per oltre 1,2 milioni di lavoratori federali, le interruzioni nei servizi pubblici e nei trasporti e l’impatto indiretto su imprese, fornitori e consumi interni.

Gli analisti hanno sottolineato, inoltre, che lo shutdown ha inciso negativamente sulla fiducia dei mercati, rallentato la crescita del PIL nel trimestre in corso e provocato ritardi in migliaia di progetti pubblici e scientifici, dalle infrastrutture alla ricerca aerospaziale della NASA.

Al momento, infatti, i mercati finanziari reagiscono con cautela: le borse asiatiche hanno mostrato andamenti contrastanti, con il Nikkei in lieve rialzo (+0,29%) e l’Hang Seng in calo (-0,11%).

Gli esperti sottolineano come la fine dello shutdown porterà sollievo a breve termine, ma le incertezze politiche e il prossimo confronto sull’Obamacare potrebbero mantenere alta la volatilità nei mercati.

Il caso Epstein e la reazione di Trump

Parallelamente alla riapertura del governo, Trump si è trovato nuovamente al centro delle polemiche per la pubblicazione di nuove email legate al caso Jeffrey Epstein, il finanziere morto nel 2019 accusato di traffico sessuale di minori. Il presidente ha bollato la vicenda come una “bufala orchestrata dai democratici per distogliere l’attenzione dai loro fallimenti”, scrivendo su Truth Social: “I Democratici stanno cercando di rilanciare la bufala di Epstein per coprire il disastro dello shutdown e molti altri errori”.

La Casa Bianca ha rapidamente smentito ogni implicazione, sottolineando che “il Presidente Trump non ha fatto nulla di sbagliato” e ricordando che “fu lui stesso a bandire Epstein da Mar-a-Lago”.

Cosa accadrà adesso

L’accordo approvato garantisce fondi fino al 30 gennaio 2026 per i principali ministeri e annulla oltre 4.000 licenziamenti federali annunciati durante la chiusura. Inoltre, impedisce nuovi licenziamenti fino a fine gennaio, consentendo un ritorno graduale alla normalità amministrativa. La tensione politica, però, è tutt’altro che risolta: entro poche settimane il Congresso dovrà tornare a discutere di bilancio e riforma sanitaria.

Trump ha promesso che il suo governo “lavorerà per evitare che simili paralisi si ripetano”, ma ha anche rilanciato lo scontro politico in vista delle elezioni di metà mandato, invitando gli americani a “ricordare i 43 giorni di caos provocati dai democratici”.

 

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×