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Escalation di violenza in Medio Oriente: dopo uccisione Nasrallah, raid israeliani in Libano, Siria e Yemen.

La morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un attacco aereo israeliano a Beirut innesca un'escalation di violenza. Bombe anche su Gaza e su Homs, in Siria. Raid estesi anche in Yemen, con pesanti ripercussioni umanitarie. Gli USA cercano di evitare una guerra su vasta scala.

Escalation di violenza in Medio Oriente: dopo uccisione Nasrallah, raid israeliani in Libano, Siria e Yemen.

Escalation di violenza in Medio Oriente, con gravi ripercussioni geopolitiche e umanitarie. Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, è stato ucciso insieme ad altri 20 comandanti del gruppo in un raid aereo israeliano condotto alla periferia sud di Beirut. Il corpo di Nasrallah è stato recuperato intatto, ma secondo le prime ipotesi sarebbe morto per soffocamento, forse a causa dell’inalazione di gas esplosivi o per un edema polmonare provocato dallo spostamento d’aria.

Nonostante la morte del loro leader, Hezbollah ha agito rapidamente, nominando Hashem Safieddine come nuovo capo. Questa mossa evidenzia la volontà del gruppo di mantenere intatta la sua struttura organizzativa e di continuare a esercitare il suo potere nel contesto regionale.

Gli attacchi israeliani in Yemen

Parallelamente, Israele ha esteso la sua campagna militare anche in Yemen, colpendo le postazioni del movimento Houthi, sostenuto dall’Iran. Secondo le forze di difesa israeliane (IDF), decine di aerei da combattimento, rifornitori e velivoli di intelligence hanno partecipato agli attacchi, concentrandosi sui porti di Ras Isa e Hodeidah, oltre che sull’aeroporto internazionale della città. Obiettivi strategici come le centrali elettriche e gli impianti di stoccaggio del petrolio sono stati distrutti, con l’obiettivo dichiarato di interrompere i flussi di armi iraniane verso gli Houthi.

Israele ha giustificato questi attacchi come una risposta diretta agli attacchi recenti compiuti dagli Houthi contro il territorio israeliano, sottolineando il ruolo dell’Iran e delle milizie irachene nel destabilizzare la regione.

La crisi umanitaria in Libano

L’escalation di violenza in Libano ha avuto effetti devastanti sulla popolazione civile. I raid israeliani, intensificatisi dopo la morte di Nasrallah, hanno causato la morte di almeno 105 persone e 359 feriti, secondo quanto riportato dal Ministero della Salute libanese. L’ONU ha inoltre confermato che oltre 200.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni, con 50.000 cittadini libanesi e siriani che hanno cercato rifugio in Siria.

Le operazioni di soccorso per gli sfollati sono in corso, ma la situazione rimane critica. L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha espresso grande preoccupazione per l’entità della crisi umanitaria.

Joe Biden

Le reazioni internazionali: gli USA e la risposta dell’Iran

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ribadito la necessità di evitare una guerra su vasta scala in Medio Oriente. Pur riconoscendo la complessità del conflitto, Biden ha dichiarato che intende parlare con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, anche se non ha specificato quando. L’ultimo dialogo diretto tra i due risale ad agosto.

Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno aumentando la propria presenza militare nella regione. Il segretario alla difesa, Lloyd Austin, ha ordinato il rafforzamento delle capacità di supporto aereo difensivo e ha messo in stato di allerta le truppe americane, pronte a intervenire in caso di ulteriori escalation.

Dall’altra parte, l’Iran ha risposto con fermezza. Ahmadi Vahidi, ex comandante dei Pasdaran e membro del Consiglio per il Discernimento, ha dichiarato che tutti i comandanti di Hezbollah uccisi nei recenti raid israeliani sono già stati sostituiti. Secondo Vahidi, la nuova generazione di leader Hezbollah è pronta a colpire il regime israeliano con forza e determinazione.

Netanyahu

Le dichiarazioni di Netanyahu e la posizione del Papa

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato apertamente del cambiamento dell’equilibrio di potere nella regione, suggerendo che Israele, pur essendo in una posizione di vantaggio, dovrà ancora affrontare giorni difficili. Netanyahu ha sottolineato che la coesione interna sarà fondamentale per Israele durante questi tempi di incertezza e conflitto.

Sul fronte internazionale, il Papa ha espresso preoccupazione per la natura sproporzionata della risposta israeliana, definendo “immorali” le azioni che vanno oltre i limiti della legittima difesa. Secondo il pontefice, ogni difesa deve essere proporzionata all’attacco subito, evitando di alimentare ulteriormente la violenza.

Gli attacchi israeliani in Yemen e la crescente tensione con gli Houthi amplificano il rischio di un conflitto su scala regionale. Mentre gli Stati Uniti e le Nazioni Unite cercano di contenere l’escalation, l’instabilità e la crisi umanitaria in Libano rappresentano una preoccupazione immediata e urgente per la comunità internazionale.

Escalation di violenza in Medio Oriente: dopo uccisione Nasrallah, raid israeliani in Libano, Siria e Yemen.

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