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Erasmus, il Regno Unito torna nel programma Ue: accordo storico dopo la Brexit.

Intesa tra il governo di Keir Starmer e Bruxelles: dal 2027 studenti britannici ed europei di nuovo protagonisti degli scambi universitari.

Erasmus, il Regno Unito torna nel programma Ue: accordo storico dopo la Brexit.

Cinque anni dopo l’uscita traumatica dal programma di scambio studentesco più conosciuto d’Europa, il Regno Unito torna ufficialmente in Erasmus. L’intesa è stata formalizzata attraverso un comunicato congiunto diffuso da Londra e Bruxelles, che certifica l’accordo tra il governo laburista guidato da Keir Starmer e l’Unione europea per la riassociazione britannica a Erasmus Plus. Un passaggio dal forte valore simbolico e politico, che si inserisce in un clima di progressivo miglioramento delle relazioni tra le due sponde della Manica dopo il “divorzio” sancito dalla Brexit.

Il rientro operativo previsto dal 2027

Secondo quanto confermato dalle istituzioni europee e britanniche, il ritorno del Regno Unito nel programma Erasmus Plus diventerà operativo a partire da gennaio 2027. Da quel momento, gli studenti universitari britannici potranno nuovamente partecipare agli scambi accademici finanziati dall’Ue, mentre migliaia di giovani europei, italiani compresi, torneranno a frequentare atenei e istituti di formazione nel Regno Unito. Una riapertura che ristabilisce uno dei canali più concreti di cooperazione culturale e formativa interrotti con l’uscita dall’Unione.

L’intesa politica tra Londra e Bruxelles

L’accordo è stato confermato da una dichiarazione congiunta firmata dal commissario europeo al Commercio Maroš Šefčovič e da Nick Thomas-Symonds, ministro britannico per l’Ufficio del Gabinetto e responsabile dei rapporti con l’Ue. I due esponenti hanno sottolineato come l’associazione del Regno Unito a Erasmus Plus rappresenti un equilibrio equo tra contributi finanziari e benefici ottenuti, aprendo la strada a “opportunità significative nei settori dell’istruzione, della formazione, dello sport e della gioventù”, con particolare attenzione alle nuove generazioni.

Il plauso delle università e del mondo accademico

La notizia è stata accolta con grande favore dal mondo universitario britannico, che fin dal 2020 aveva espresso forte contrarietà all’uscita dal programma. Rettori, docenti e associazioni studentesche hanno salutato il rientro in Erasmus come una svolta attesa e necessaria per rilanciare l’attrattività internazionale degli atenei del Regno Unito. Anche i Liberal Democratici, tradizionalmente filoeuropei, hanno definito l’accordo “un primo passo cruciale” verso una relazione più stretta e costruttiva con Bruxelles.

Le parole di von der Leyen e il nuovo clima politico

A sottolineare la portata politica dell’intesa è intervenuta anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che in un messaggio pubblicato sui social ha parlato di “ulteriori passi avanti nel rinnovato partenariato strategico Ue-Regno Unito”. Il ritorno di Erasmus, ha evidenziato, “apre le porte a nuove esperienze condivise e amicizie durature”, rafforzando i legami tra i giovani europei e britannici. Von der Leyen ha inoltre ricordato la conclusione dei colloqui esplorativi sulla possibile partecipazione del Regno Unito al mercato interno dell’elettricità dell’Ue, segnale di una cooperazione che va oltre il solo ambito educativo.

L’uscita voluta dal governo Johnson

Il Regno Unito aveva lasciato il programma Erasmus nel 2020, durante il governo conservatore di Boris Johnson, che aveva giudicato i costi di partecipazione eccessivi e sbilanciati. Nell’ultimo anno di adesione, meno di 10mila studenti britannici avevano usufruito degli scambi, a fronte di oltre 55mila studenti europei accolti nelle università del Paese. Numeri che l’esecutivo dell’epoca aveva utilizzato per giustificare una scelta rivelatasi, però, impopolare nel mondo dell’istruzione.

Il fallimento del programma Turing

In sostituzione di Erasmus, Londra aveva lanciato il programma nazionale Turing, pensato per sostenere la mobilità internazionale degli studenti britannici anche al di fuori dell’Europa. Tuttavia, lo schema non è mai riuscito a colmare il vuoto lasciato dal programma europeo, né in termini di partecipazione né di prestigio. Il rientro in Erasmus Plus sembra ora segnare definitivamente il tramonto del progetto Turing, considerato da molti un esperimento incompiuto.

Un segnale concreto di riavvicinamento all’Unione europea

Il ritorno in Erasmus si inserisce in una strategia più ampia di riavvicinamento all’Ue promossa dal governo laburista di Keir Starmer, che fin dal suo insediamento ha parlato di un “reset” delle relazioni con Bruxelles. Pur escludendo una revisione della Brexit o una nuova adesione al mercato unico e all’unione doganale, l’esecutivo britannico punta a rafforzare la cooperazione in settori chiave come istruzione, energia e mobilità giovanile. In questo contesto, Erasmus diventa non solo un programma di scambio, ma un simbolo tangibile di una nuova fase nei rapporti tra Regno Unito e Unione europea.

Un ritorno che guarda alle nuove generazioni

Al di là degli aspetti politici ed economici, l’accordo su Erasmus restituisce centralità alle giovani generazioni, offrendo loro la possibilità di studiare, formarsi e crescere in un contesto internazionale. Un’opportunità che, dopo anni di incertezze post-Brexit, torna a rappresentare un ponte concreto tra il Regno Unito e l’Europa, nel segno della cooperazione, della mobilità e della condivisione culturale.

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