Durante l’incontro con il premier Netanyahu Trump ha presentato il suo piano per Gaza: la proposta divide la comunità internazionale
Donald Trump propone un piano radicale per Gaza: trasferire definitivamente i palestinesi nei paesi vicini e mettere Gaza sotto il controllo USA. Reazioni dure da parte di Europa, Cina, Turchia e paesi arabi. Netanyahu esprime supporto
Durante l’incontro con il premier Netanyahu Trump ha presentato il suo piano per Gaza: la proposta divide la comunità internazionale
Nell’incontro tenutosi ieri sera con il premier israeliano Benjamin Netanyahu il presidente americano Donald Trump ha proposto un piano definito da molti osservatori come radicale e controverso: a suo avviso, infatti, gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo della Striscia di Gaza e i palestinesi dovrebbero essere trasferiti in paesi vicini “per sempre“.
Trump: controllo Usa a lungo termine su Gaza
Secondo quanto dichiarato da Trump, l’obiettivo è trasformare Gaza nella “Riviera del Medio Oriente”, con un piano di ricostruzione che promette di portare stabilità economica e posti di lavoro nella regione. Tuttavia, il progetto prevederebbe lo sfollamento permanente dei circa 2 milioni di palestinesi che vivono nella Striscia, i quali dovrebbero essere accolti da paesi limitrofi come Egitto e Giordania. “Siamo certi che accetteranno“, ha affermato Trump, aggiungendo che anche altri paesi potrebbero partecipare a questa operazione umanitaria.
Netanyahu applaude: “Trump, un grande amico di Israele”
Durante la conferenza stampa, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha elogiato il presidente americano definendolo “il più grande amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca“. Netanyahu ha sottolineato l’importanza del piano per il futuro di Israele, dichiarando che la proposta potrebbe segnare “un momento storico” e garantire la sicurezza di Israele grazie alla definitiva rimozione di Hamas dalla Striscia di Gaza.
L’idea di Trump è stata accolta con favore anche dai principali esponenti della destra radicale israeliana. Itamar Ben-Gvir, ex ministro per la Sicurezza nazionale, ha definito il piano “l’unica soluzione al problema di Gaza”, mentre Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze, ha promesso di sostenere ogni iniziativa volta a seppellire definitivamente l’idea di uno Stato palestinese indipendente.
Le reazioni internazionali contro il piano: cos’hanno detto Arabia Saudita, Cina e Turchia
Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Hamas ha definito la proposta americana “benzina sul fuoco“, avvertendo che la popolazione di Gaza non permetterà mai l’attuazione di un simile piano.
L’Arabia Saudita ha ribadito la propria posizione a favore della creazione di uno Stato palestinese indipendente, respingendo “qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi dalla loro terra“. Sulla stessa linea il governo egiziano, che ha escluso qualsiasi possibilità di accogliere i palestinesi sfollati.
La Turchia ha bollato il piano come “inaccettabile“. “La guerra è iniziata proprio per la sottrazione di terra ai palestinesi“, ha ricordato il ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan, definendo il progetto una grave violazione del diritto internazionale. Anche la Cina e la Russia hanno espresso contrarietà, ribadendo che la soluzione in Medio Oriente può avvenire solo attraverso la creazione di due Stati sovrani.
Anche l’Europa esprime dubbi: Berlino e Parigi in disaccordo
Dall’Unione Europea arrivano reazioni caute ma critiche. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha dichiarato che “la Striscia di Gaza appartiene ai palestinesi” e ha sottolineato l’opposizione della Germania a qualsiasi espulsione forzata della popolazione civile. “È chiaro che Gaza, come la Cisgiordania e Gerusalemme Est, costituisce la base per un futuro Stato palestinese“.
Anche Parigi ha espresso il proprio dissenso, definendo il piano di Trump “un grave ostacolo alla soluzione dei due Stati” e una violazione delle leggi internazionali. Per il Quai d’Orsay, il trasferimento forzato della popolazione palestinese destabilizzerebbe l’intera regione e metterebbe in pericolo la sicurezza dei paesi vicini, come Egitto e Giordania.
Dal Regno Unito, il ministro degli Esteri David Lammy ha sottolineato che i palestinesi devono poter “vivere e prosperare” a Gaza e in Cisgiordania.
Il piano di Trump per Gaza sembra destinato a creare profonde spaccature all’interno della comunità internazionale. Mentre Israele plaude al progetto, il resto del mondo guarda con preoccupazione a quella che appare come una proposta in contrasto con il diritto internazionale e con le risoluzioni delle Nazioni Unite.
Nel frattempo, la situazione nella Striscia di Gaza rimane critica. I negoziati tra Israele e Hamas per il consolidamento della tregua sono in corso, ma il piano e le idee esposte da Donald Trump rischiano di deragliare ogni tentativo di pacificazione, riportando la regione sull’orlo di ulteriori crisi.
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