CAMBIA LINGUA

Disastro aereo in India, 241 morti: indagini sulla posizione dei flap al decollo.

Gli esperti ipotizzano un errore di configurazione al decollo tra le cause dello schianto del volo Air India AI171: i flap potrebbero non essere stati estesi. Unico sopravvissuto un cittadino britannico. Il premier Modi incontra il superstite e promette un’indagine completa.

Disastro aereo in India, 241 morti: indagini sulla posizione dei flap al decollo.

Gli esperti ipotizzano un errore di configurazione al decollo tra le cause dello schianto del volo Air India AI171: i flap potrebbero non essere stati estesi. Unico sopravvissuto un cittadino britannico. Il premier Modi incontra il superstite e promette un’indagine completa.

È durato meno di trenta secondi il volo del Boeing 787-8 Dreamliner di Air India partito giovedì 12 giugno dall’aeroporto Sardar Vallabhbhai Patel e diretto a Londra Gatwick. Poco dopo il decollo, il velivolo si è schiantato in una zona residenziale della città, provocando la morte di 241 persone. L’unico sopravvissuto è un cittadino britannico di origini indiane, attualmente ricoverato in ospedale.

Mentre l’India piange una delle peggiori tragedie aeree della sua storia recente, gli investigatori si concentrano su un dettaglio tecnico che potrebbe rivelarsi decisivo: la posizione dei flap al momento del decollo. Secondo quanto riportato dalla BBC e confermato da esperti del settore, le superfici mobili posteriori delle ali, fondamentali per garantire portanza nei primi minuti di volo, potrebbero non essere state estese correttamente.

Cosa è accaduto nei primi 28 secondi

L’incidente si è verificato appena 28 secondi dopo il distacco dalla pista, quando il velivolo ha iniziato a perdere quota in maniera anomala fino a impattare contro un edificio che ospitava alloggi per medici del Byramjee Jeejeebhoy Medical College. I dati di volo, forniti da FlightRadar24, indicano che il segnale si è interrotto a soli 625 piedi di altitudine (circa 190 metri).

Un video analizzato da esperti mostra il carrello d’atterraggio ancora abbassato e i flap apparentemente retratti, una configurazione non conforme a quanto previsto nelle fasi iniziali di salita. «È un dettaglio che potrebbe spiegare perché l’aereo non è riuscito a mantenere quota», spiega Geoffrey Thomas, analista aeronautico. A concordare è anche Terry Tozer, ex pilota, che sottolinea come la mancata estensione dei flap potrebbe indicare un errore umano. Tuttavia, la bassa qualità delle immagini impedisce, per ora, conferme definitive.

Le prime ipotesi: errore umano o avaria?

L’ipotesi prevalente è che l’aereo non fosse configurato correttamente per il decollo. Lo evidenziano anche i movimenti del velivolo: dopo una regolare rincorsa, il jet si solleva, ma dopo appena quattro secondi rallenta l’ascesa, mantiene una quota costante per alcuni istanti e poi inizia una rapida discesa fino allo schianto, avvenuto a circa 1,5 chilometri dalla pista.

Gli investigatori analizzano cinque fasi critiche del volo, dalla rincorsa all’impatto. Una fonte europea coinvolta nelle indagini ha rivelato al Corriere della Sera che le anomalie osservate potrebbero derivare anche da un errore nei calcoli delle performance di decollo, magari aggravato da un altro fattore: il caldo intenso. Quel giorno ad Ahmedabad si registravano 37°C, una temperatura che può incidere significativamente sulla spinta dei motori e sulla portanza.

Le scatole nere e l’attesa dei dati

Solo una delle due scatole nere del Boeing è stata finora recuperata. Resta da chiarire se si tratti del Cockpit Voice Recorder (che registra le comunicazioni in cabina) o del Flight Data Recorder (che registra i parametri tecnici del volo). Saranno proprio queste registrazioni a fornire elementi cruciali per capire cosa sia accaduto nei momenti immediatamente precedenti allo schianto.

Chi era a bordo

Il volo AI171 trasportava 242 persone, tra cui 169 cittadini indiani, 53 britannici, sette portoghesi e un canadese, oltre a 12 membri dell’equipaggio. L’unico sopravvissuto è Vishwashkumar Ramesh, 31 anni, seduto al posto 11A. «Trenta secondi dopo il decollo ho sentito un boato e poi lo schianto. È successo tutto così in fretta», ha raccontato dal letto dell’ospedale.

Tra le vittime accertate, intere famiglie britanniche originarie del Gujarat, residenti a Leicester, Blackburn e Gloucester. In attesa del riconoscimento ufficiale di tutti i corpi, cinque cadaveri risultano ancora non identificati. Circa 50 specializzandi di medicina sono rimasti feriti nell’impatto dell’aereo sull’edificio del college.

Le reazioni e l’impatto politico

Il primo ministro indiano Narendra Modi, profondamente colpito dalla tragedia, ha visitato il sopravvissuto e ha promesso una «inchiesta completa e trasparente». Il primo ministro britannico Keir Starmer ha parlato di «scene devastanti» e ha assicurato collaborazione con le autorità indiane. Anche Re Carlo III ha espresso il suo cordoglio, elogiando il lavoro dei soccorritori. Il ministro degli Esteri David Lammy ha confermato l’impegno di Londra nell’identificazione delle vittime e nell’assistenza alle famiglie.

Le misure di emergenza

Il gruppo Tata, proprietario di Air India, ha annunciato una donazione di 1 crore di rupie (circa 86.000 sterline) alle famiglie delle vittime. Il presidente di Air India, Natarajan Chandrasekaran, ha attivato un centro emergenze e un team di supporto per parenti e sopravvissuti. All’aeroporto di Gatwick è stato predisposto un centro di accoglienza, mentre le operazioni all’aeroporto di Ahmedabad restano sospese fino a nuovo avviso.

Il Boeing 787-8 Dreamliner: un modello finora sicuro

Il velivolo coinvolto nell’incidente era un Boeing 787-8 Dreamliner, parte della flotta di Air India composta da oltre 190 aerei. Il Dreamliner è considerato tra i più sicuri della sua generazione: fino a mercoledì 12 giugno, nessun incidente mortale era stato associato al modello, entrato in servizio 14 anni fa. Quello precipitato ad Ahmedabad aveva accumulato oltre 41.000 ore di volo e quasi 8.000 cicli di decollo/atterraggio.

In una nota, Boeing ha dichiarato: «Siamo in contatto con Air India in merito al volo 171 e siamo pronti a supportarli. I nostri pensieri vanno a tutte le persone colpite dalla tragedia».

Molti elementi rimangono ancora da chiarire: errore umano, guasto tecnico, condizioni meteorologiche o un insieme di fattori? Le autorità indiane, con il supporto degli enti aeronautici statunitensi ed europei, hanno avviato un’indagine che si preannuncia lunga e complessa. Intanto, il bilancio di 241 vite spezzate segna profondamente l’India e la comunità internazionale, mentre il nome di Ahmedabad si aggiunge alla lunga, tragica lista dei grandi disastri dell’aviazione civile.

Disastro aereo in India, 241 morti: indagini sulla posizione dei flap al decollo.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×