Difesa UE e relazioni USA: le strategie di Ursula von der Leyen per il futuro dell’Europa
Ursula von der Leyen parla del piano di difesa "Readiness 2030", delle opportunità per l'Italia e del rapporto tra Meloni e Trump. Un focus sulle strategie europee per sicurezza ed economia.
Difesa UE e relazioni USA: le strategie di Ursula von der Leyen per il futuro dell’Europa
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha rilasciato un’importante intervista in cui ha affrontato temi cruciali per il futuro dell’Unione Europea e dell’Italia. Dalla guerra in Ucraina al piano “Readiness 2030”, dai dazi imposti dagli Stati Uniti alla relazione tra Giorgia Meloni e Donald Trump, von der Leyen ha delineato la sua visione sulla geopolitica attuale e sul ruolo dell’Europa nel mantenimento della pace e della sicurezza.
Readiness 2030: un nuovo approccio alla sicurezza europea
Uno dei punti centrali dell’intervista è stato il piano “Readiness 2030”, un progetto di difesa che sostituisce il precedente “ReArm Ue”. Von der Leyen ha ribadito che l’Europa è e resterà un progetto di pace, ma ha anche sottolineato che “bisogna essere forti per mantenere la pace“. Secondo la presidente della Commissione, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha evidenziato l’importanza di avere una strategia di sicurezza solida e di prevenzione: “L’Ucraina era un Paese sostanzialmente smilitarizzato, con la garanzia di essere sempre protetta. Oggi vediamo il risultato: la Russia l’ha invasa. L’Ucraina deve diventare un porcospino d’acciaio completamente indigesto per qualsiasi tipo di invasore“.
“Readiness 2030” coprirà un ambito più ampio rispetto al precedente piano, abbracciando diverse dimensioni della sicurezza, dalla difesa militare alla prevenzione di pandemie e disastri naturali. “È come un kit di pronto soccorso: meglio averlo senza doverlo usare, piuttosto che averne bisogno e non averlo“, ha spiegato von der Leyen.
Implicazioni economiche e opportunità per l’Italia
Il piano di difesa europeo prevede ingenti investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, con un impatto significativo anche sull’economia italiana. “L’Italia trarrà grandi benefici da Readiness 2030“, ha affermato la presidente della Commissione, sottolineando il ruolo di grandi aziende italiane come Leonardo e Fincantieri nel settore della difesa e dell’aerospazio.
L’adozione di questo piano, però, ha sollevato diversi interrogativi sulla sua sostenibilità finanziaria. Gli investimenti nella difesa, secondo gli esperti, potrebbero infatti comportare tagli in altri settori cruciali come pensioni e sanità. Tuttavia, von der Leyen ha rassicurato che “gli investimenti avranno ricadute positive anche nel settore civile, migliorando infrastrutture e servizi per i cittadini, come gli ospedali”.
Relazioni transatlantiche e il ruolo di Giorgia Meloni
Un altro tema chiave toccato nell’intervista è il rapporto tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, soprattutto alla luce delle tensioni commerciali generate dai dazi imposti da Donald Trump su acciaio, alluminio e auto europee. “Stiamo dialogando con gli Stati Uniti e vogliamo una soluzione negoziata“, ha dichiarato von der Leyen, aggiungendo che l’UE è pronta a difendere i propri interessi economici, pur preferendo un accordo che porti benefici a entrambe le parti.
Sul ruolo della premier italiana Giorgia Meloni, von der Leyen ha espresso un giudizio positivo: “Conosco Giorgia Meloni come leader forte e appassionata, con un ruolo molto importante a livello europeo. È positivo che abbia un rapporto diretto con Donald Trump. Più legami ci sono tra le due sponde dell’Atlantico, meglio è“.
Gli Stati Uniti restano un alleato chiave
Von der Leyen ha ribadito che, nonostante le divergenze su alcune questioni, gli Stati Uniti restano un partner fondamentale per l’Europa: “Sono nostri alleati da 75 anni e sono convinta che questa relazione terrà. Abbiamo valori condivisi e forti interessi comuni. Credo in un dialogo costruttivo e lavoro duramente per questo“.
L’intervista della presidente della Commissione Europea mette in evidenza il complesso equilibrio tra sicurezza, economia e politica internazionale che l’UE dovrà gestire nei prossimi anni. L’Italia, con la sua forte industria della difesa e il suo ruolo chiave nei rapporti transatlantici, potrebbe trarre vantaggi significativi dalle nuove strategie europee, pur affrontando le sfide legate ai costi e alle priorità di spesa.
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