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Difesa comune europea: Draghi espone la necessità di unione e debito condiviso

Mario Draghi spiega al Parlamento italiano la necessità di una difesa comune europea e di un debito condiviso per affrontare le sfide globali. "L'UE deve agire con unità per garantire sicurezza, innovazione e competitività".

Difesa comune europea: Draghi espone la necessità di unione e debito condiviso

Mario Draghi ha tenuto un’importante audizione presso l’aula Koch di Palazzo Madama davanti alle Commissioni riunite di Camera e Senato per discutere il suo Rapporto sulla competitività europea. Già presentato al Parlamento europeo il 17 settembre scorso, il documento offre un’analisi dettagliata sulle sfide economiche dell’Unione Europea, concentrandosi su tre pilastri fondamentali: riduzione del costo dell’energia, innovazione e difesa comune. Il contesto internazionale, segnato dal nuovo corso della politica estera statunitense e dal protezionismo commerciale, impone all’Europa di agire con maggiore unità e coesione.

La necessità di una difesa comune europea

Uno dei punti centrali dell’intervento di Draghi riguarda la sicurezza dell’UE, la quale, secondo l’ex premier, viene minacciata dal mutato atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Russia e delle relazioni internazionali. “L’Unione Europea ha garantito per decenni pace, prosperità e sicurezza ai suoi cittadini grazie all’alleanza con gli Stati Uniti“, ha dichiarato Draghi.

Draghi ha sottolineato che l’attuale frammentazione della spesa militare europea è controproducente. L’UE investe circa 110 miliardi di euro all’anno in difesa, ma questa somma è distribuita tra numerosi programmi nazionali, con il risultato che molti stati membri finiscono per acquistare equipaggiamenti dagli Stati Uniti invece di sviluppare un’industria militare comune. “Occorre concentrare gli investimenti su poche piattaforme evolute anziché disperderli in numerosi progetti nazionali”, ha ribadito.

Il debito comune

Il finanziamento di una difesa comune richiede un approccio innovativo. Secondo Draghi, il ricorso al debito comune rappresenta l’unica soluzione praticabile.Gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit. Il debito comune è l’unica strada“, ha affermato. Ha inoltre avvertito che il tentativo di finanziare la difesa a scapito della spesa sociale e sanitaria sarebbe una “negazione dell’identità europea”.

L’urgenza di ridurre il costo dell’energia

Draghi ha posto l’accento anche sul tema del costo dell’energia, definendolo uno dei principali ostacoli alla competitività europea. “Una seria politica di rilancio della competitività deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette per imprese e famiglie“, ha dichiarato. I prezzi dell’energia in Europa sono ancora troppo alti rispetto a quelli degli Stati Uniti, con differenze che penalizzano la produzione industriale e ostacolano lo sviluppo di nuove tecnologie.

Nel primo semestre del 2024, l’Italia si è confermata come uno dei Paesi con la tassazione più alta in Europa per i consumatori elettrici non domestici. Draghi ha suggerito che l’UE utilizzi la sua posizione di principale consumatore di gas naturale al mondo per negoziare prezzi migliori, migliorare il coordinamento della domanda tra i Paesi membri e rendere più trasparente il mercato dell’energia.

La frammentazione normativa: un freno alla competitività

Un altro aspetto critico evidenziato nel Rapporto riguarda la frammentazione normativa all’interno dell’UE, che crea ostacoli significativi al commercio e all’innovazione. Draghi ha citato uno studio del Fondo Monetario Internazionale secondo cui le barriere normative interne equivalgono a un dazio del 45% sui beni manifatturieri e del 110% sui servizi. “Abbiamo un mercato unico per i dentifrici e non l’abbiamo per l’intelligenza artificiale“, ha esemplificato Draghi, sottolineando come l’eccesso di regolamentazione scoraggi le imprese europee e spinga talenti e capitali verso gli Stati Uniti.

La deregolamentazione, ha specificato, non deve essere “selvaggia”, ma mirata a eliminare la “confusione normativa” che ostacola la crescita economica.

Draghi ha chiuso il suo intervento ribadendo che l’Unione Europea deve muoversi con decisione per affrontare le sfide globali. “L’Europa deve agire come un solo Stato”, ha affermato, evidenziando l’urgenza di un coordinamento più efficace nelle politiche energetiche, di difesa e di innovazione. La posta in gioco, secondo l’ex premier, è la competitività del continente e la sua capacità di garantire prosperità e sicurezza ai propri cittadini in un contesto internazionale sempre più instabile.

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