Dazi USA: L’Europa e la comunità internazionale rispondono a Trump tra reazioni e negoziati
La recente decisione del presidente americano Donald Trump di imporre dazi sulle importazioni europee ed extra Ue ha scatenato una forte reazione da parte dell’Unione Europea e della comunità internazionale. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l’UE è pronta a reagire con contromisure, ma ha lasciato aperta la porta ai negoziati per evitare un’escalation commerciale.
La posizione dell’Unione Europea
Parlando dalla sede della Commissione europea a Samarcanda, Von der Leyen ha sottolineato che l’UE “non può accettare il dumping e la sovraccapacità globale“. Ha aggiunto che Bruxelles ha già finalizzato un primo pacchetto di contromisure sull’acciaio e che, se i negoziati dovessero fallire, verranno adottati ulteriori dazi di ritorsione.
Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha espresso il pieno sostegno alla Commissione europea nei negoziati commerciali con gli Stati Uniti, affermando che l’UE “rimarrà una convinta sostenitrice del commercio libero ed equo“. Anche il premier canadese Mark Carney ha promesso una “risposta determinata e forte” contro le tariffe di Trump, mentre la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha esortato l’Europa a “tenere la schiena dritta“.
Reazioni globali: dal Giappone alla Cina
Le reazioni alle tariffe americane non si sono limitate all’Europa. Il governo taiwanese ha definito i dazi “altamente irragionevoli” e ha annunciato negoziati con Washington. Il Giappone, per voce del ministro del Commercio Yoji Muto, ha dichiarato che le misure tariffarie americane sono “estremamente deplorevoli” e potrebbero violare le norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
La Cina ha condannato fermamente le nuove tariffe statunitensi, affermando che “non sono conformi alle norme del commercio internazionale” e che prenderà “contromisure per salvaguardare i propri diritti e interessi“. Pechino ha esortato Washington a “risolvere adeguatamente le divergenze attraverso il dialogo” e ha avvertito che una guerra commerciale non avvantaggerà nessuno.
Impatto economico e conseguenze globali
Gli analisti avvertono che l’introduzione dei dazi potrebbe avere conseguenze devastanti per l’economia globale. Il settore agricolo europeo, rappresentato dalla confederazione Copa-Cogeca, ha espresso preoccupazione per “l’aumento dei costi e delle difficoltà di approvvigionamento“.
Anche la premier italiana Giorgia Meloni ha commentato l’introduzione dei dazi “Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei. I dazi sono una misura sbagliata che non conviene a nessuno” e ha sottolineato la necessità di un accordo per evitare una guerra commerciale.
Von der Leyen ha evidenziato i rischi di un aumento dei prezzi al consumo, della crescita dell’inflazione e della perdita di posti di lavoro in Europa e negli Stati Uniti. Tuttavia, ha ribadito che “l’UE ha tutto ciò di cui ha bisogno per superare la tempesta” e che “l’unità è la nostra forza”. L’Europa, ha affermato, continuerà a difendere il proprio mercato e i propri interessi con fermezza, rimanendo aperta al dialogo con gli Stati Uniti.
Il rischio di un conflitto commerciale
L’introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti ha portato tensioni economiche su scala globale. Le aziende europee, americane e asiatiche temono che una guerra commerciale possa rallentare la crescita economica, aumentando i costi di produzione e riducendo la competitività internazionale.
L’Europa non è sola nel contrastare le misure protezionistiche. Il Giappone, il Canada e diversi altri partner commerciali stanno esplorando misure di ritorsione coordinate. Alcuni economisti avvertono che, se le tensioni dovessero intensificarsi, i mercati finanziari potrebbero risentirne, con una maggiore volatilità e un impatto negativo sulla fiducia degli investitori.
Anche negli Stati Uniti la decisione di Trump ha suscitato polemiche. Molti settori industriali americani dipendono dall’importazione di materie prime e componenti dall’Europa. L’aumento dei dazi potrebbe portare a rincari per i consumatori americani e ridurre la competitività delle aziende statunitensi all’estero.
Possibili soluzioni
Nonostante le tensioni, esiste ancora spazio per il dialogo. La Commissione Europea ha ribadito la volontà di trovare un accordo con gli Stati Uniti per ridurre le barriere commerciali piuttosto che innalzarle. I negoziati tra le due potenze economiche restano cruciali per evitare danni economici a lungo termine.
Anche altri organismi internazionali, come il WTO, potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella risoluzione della disputa. Un arbitrato internazionale potrebbe fornire una soluzione che consenta di ridurre le tensioni e garantire un commercio più equo tra le parti.
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