Dazi di Trump sulle auto: l’impatto sull’Italia e sul mercato automobilistico USA
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione di dazi del 25% sulle importazioni di automobili, camion e componentistica a partire dal 2 aprile. Questa decisione, che riguarda un mercato da quasi 500 miliardi di dollari l’anno, avrà ripercussioni significative a livello globale. La Casa Bianca prevede un incasso di circa 100 miliardi di dollari da questi nuovi dazi. Ma quali sono i Paesi più colpiti e quali saranno le conseguenze per il mercato statunitense e per l’industria automobilistica europea?
L’origine delle importazioni di auto negli Stati Uniti
Attualmente, negli Stati Uniti vengono venduti circa 16 milioni di veicoli all’anno, di cui 8 milioni sono prodotti internamente e altrettanti importati. Tuttavia, secondo i dati della Casa Bianca, la produzione americana dipende fortemente da componenti provenienti dall’estero, su cui verranno applicati i nuovi dazi.
Per quanto riguarda le auto completamente importate, la loro provenienza principale è:
- Messico: 3 milioni di veicoli;
- Corea del Sud: 1,5 milioni;
- Giappone: 1,5 milioni;
- Canada: 1 milione;
- Germania: 500.000;
- Altri Paesi: 500.000.
Tra i Paesi maggiormente colpiti dai nuovi dazi figurano dunque Messico, Corea del Sud, Giappone e Germania.
Impatto sui prezzi per i consumatori americani
Uno degli effetti immediati di questi dazi sarà un aumento dei prezzi per i consumatori statunitensi. Secondo alcune stime, il costo di un SUV compatto potrebbe aumentare fino a 4.000 dollari, mentre un’auto elettrica potrebbe subire un rincaro di 12.000 dollari.
Conseguenze per l’Italia e per l’Europa
L‘Italia non è tra i principali esportatori di automobili verso gli Stati Uniti, ma le vendite nel mercato americano rappresentano comunque una parte significativa del settore del lusso. Nel 2024, l’Italia ha esportato auto negli USA per un valore di 3,4 miliardi di dollari, principalmente veicoli di lusso, mentre le esportazioni di componentistica ammontano a 1,3 miliardi di dollari.
Se i dazi venissero estesi a tutti i prodotti europei esportati negli USA, l’impatto sull’Italia sarebbe ancora più pesante: il nostro Paese, insieme alla Germania, rappresenta quasi la metà delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti.
Reazione dei mercati finanziari
L’annuncio dei dazi ha avuto un effetto immediato sui mercati finanziari europei. Mentre Francoforte ha registrato un calo dello 0,77%, appesantita dal settore automotive, Piazza Affari ha chiuso con un leggero rialzo dello 0,1%. Questo risultato positivo è stato sostenuto dalle utility e da altre aziende che operano prevalentemente nel mercato interno italiano.
La reazione dell’Unione Europea e dei Paesi colpiti
L’Unione Europea ha risposto con fermezza all’annuncio di Trump. Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha chiesto una reazione decisa da parte dell’UE, affermando che la Germania e l’intera Europa non possono permettersi di arrendersi agli Stati Uniti. Volkswagen e BMW stanno già studiando strategie per mitigare gli effetti dei dazi, mentre Ferrari ha deciso di rivedere i propri prezzi negli USA. “Ferrari aggiornerà la propria politica commerciale“, è quanto si legge in una nota diffusa dalla casa produttrice di Maranello: “Le condizioni commerciali rimarranno invariate per gli ordini di tutti i modelli importati prima del 2 aprile e per gli ordini delle seguenti tre famiglie (Ferrari 296, SF90 e Roma), a prescindere dalla data di importazione”
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha dichiarato che l’Italia è contraria a una guerra dei dazi e ha sottolineato l’importanza di un confronto diplomatico con Washington per scongiurare un’escalation commerciale.
I dazi imposti da Trump sulle auto avranno dunque un impatto significativo sull’industria automobilistica globale. I Paesi più colpiti includono Messico, Corea del Sud, Giappone e Germania, mentre gli effetti sui consumatori americani si tradurranno in un aumento dei prezzi delle auto. L’Europa, con Italia e Germania in prima linea, sta studiando contromisure per limitare le ripercussioni economiche di questa decisione. Resta da vedere se vi sarà spazio per una trattativa che possa scongiurare una guerra commerciale su vasta scala.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano

