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Naufragio al largo di Malta: un morto e 61 migranti salvati dopo il ribaltamento del barcone partito dalla Libia.

Un barcone diretto a Lampedusa si rovescia nelle acque maltesi: un migrante perde la vita, decine vengono soccorsi. Si riaccende il dibattito sulla sicurezza delle rotte e sulla gestione dei flussi nel Mediterraneo centrale.

Naufragio al largo di Malta: un morto e 61 migranti salvati dopo il ribaltamento del barcone partito dalla Libia.

Un nuovo dramma nel Mediterraneo si è consumato al largo delle coste maltesi, dove un barcone partito dalla Libia e diretto verso Lampedusa si è rovesciato, causando la morte di un migrante e lasciando decine di persone in balia delle onde. L’allarme è scattato quando un pescatore locale ha individuato l’imbarcazione capovolta e diverse persone in acqua, inducendo le Forze armate di Malta a mobilitare elicotteri e mezzi navali in una corsa contro il tempo. A bordo viaggiavano solo uomini, stipati su un’imbarcazione che, secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe ribaltata nella tarda mattinata, dopo ore di navigazione in condizioni instabili.

Il salvataggio e la corsa in ospedale

L’intervento della Marina maltese ha permesso di trarre in salvo 61 persone, ma non tutti hanno resistito alle durissime condizioni affrontate durante il naufragio. Sei migranti sono stati trasportati in ospedale in stato di grave ipotermia; due di loro versavano in condizioni critiche e uno è deceduto poco dopo il ricovero. Gli altri sopravvissuti sono stati trasferiti a terra a bordo delle motovedette dell’Afm. Tra i salvati, secondo le informazioni raccolte dal “Times of Malta”, figurano 59 uomini originari del Bangladesh e due dell’Egitto, tutti rimasti in mare per un tempo sufficiente a compromettere il loro già fragile stato psicofisico. Il centro di coordinamento dei soccorsi di Malta ha confermato di aver ricevuto una segnalazione che parlava di persone in acqua e di un’imbarcazione alla deriva, circostanza che ha accelerato le operazioni.

L’arrivo a Bugibba e le immagini dello sbarco

I sopravvissuti sono stati condotti al molo di Bugibba, importante località turistica del nord dell’isola. Avvolti in coperte bianche, ancora scossi e infreddoliti, sono stati assistiti dal personale sanitario e dalle autorità maltesi. Le prime testimonianze emerse parlano di un viaggio iniziato in Libia con l’obiettivo di raggiungere Lampedusa, meta di gran parte delle imbarcazioni che tentano la traversata centrale del Mediterraneo. Il naufragio è avvenuto in una zona dove negli ultimi anni i salvataggi sono diminuiti drasticamente, complice un nuovo quadro politico e operativo che ha modificato le dinamiche dei flussi migratori.

Il contesto dei flussi migratori e il “patto” con la Libia

L’episodio rappresenta il primo arrivo consistente a Malta dal 2020, anno in cui sull’isola giunsero oltre 2.200 migranti. Da allora gli sbarchi si sono quasi azzerati, scendendo ai 238 registrati nel 2024. Alla base di questo calo vi sarebbe un accordo riservato tra La Valletta e le autorità libiche, un’intesa che avrebbe portato a un aumento del 230% delle intercettazioni da parte delle milizie libiche nello stesso periodo. Una dinamica che ha avuto effetti profondi sulle rotte, riducendo drasticamente gli arrivi a Malta e accentuando invece la pressione su Italia e Grecia. Secondo i dati dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, nel solo 2025 sono arrivati 136.000 migranti sulle rotte del Mediterraneo, di cui quasi 64.000 in Italia, circa 44.000 in Grecia e appena 185 a Malta.

Il Mediterraneo che continua a chiedere risposte

L’ennesimo naufragio ripropone con drammatica urgenza il tema della sicurezza in mare e della gestione delle migrazioni nel Mediterraneo centrale. Le operazioni di soccorso, pur tempestive, si trovano spesso a intervenire quando il disastro è già in corso, mentre le politiche di contenimento e i rapporti con gli Stati nordafricani ridisegnano continuamente i percorsi dei migranti senza eliminare i fattori di rischio. La morte dell’uomo recuperato in stato di ipotermia e la sorte dei suoi compagni di viaggio ricordano come ogni traversata continui a rappresentare un rischio estremo, un azzardo che molti continuano a tentare pur di sfuggire a guerre, sfruttamento e povertà.

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