Continuano gli scontri in Medio Oriente: Israele lancia l’operazione “Muro di Ferro” in Cisgiordania, Nethanyahu “l’obbiettivo è abbattere i terroristi”
Scontri violenti a Jenin: 10 vittime, esplosioni e droni israeliani. Operazione "Muro di Ferro" in Cisgiordania
Continuano gli scontri in Medio Oriente: Israele lancia l’operazione “Muro di Ferro” in Cisgiordania, Nethanyahu “l’obbiettivo è abbattere i terroristi”
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato la nuova operazione militare in corso in Cisgiordania ritenendola un’operazione “vasta e significativa“. Gli ultimi giorni, infatti, sono stati segnati da un drammatico aumento delle violenze in Cisgiordania e Israele. L’operazione “Muro di Ferro” lanciata dall’esercito israeliano a Jenin ha provocato almeno 10 morti e decine di feriti, mentre centinaia di palestinesi sono rimasti intrappolati nell’ospedale governativo della città. L’esercito israeliano (IDF) ha dichiarato di aver colpito obiettivi strategici legati a gruppi militanti, smantellando esplosivi e arrestando decine di persone.
Jenin sotto assedio
La città di Jenin, storicamente un bastione della resistenza palestinese, si trova dunque al centro di una massiccia operazione militare israeliana. Decine di bulldozer hanno scavato strade, mentre droni e aerei militari sorvolavano a bassa quota. L’ospedale governativo è stato isolato per ore, con pazienti e medici bloccati all’interno mentre fuori esplosioni e spari si susseguivano.
Secondo testimoni locali, donne incinte, anziani e bambini sono stati evacuati con difficoltà. “Non ci sono medicine, cibo, provviste, niente,” raccontano i testimoni all’uscita dell’ospedale. Le autorità sanitarie locali hanno confermato almeno 35 feriti, ma non è chiaro se le vittime facciano parte delle fazioni armate di Hamas o Jihad Islamica.
Violenze che proseguono
A Tel Aviv, intanto, la violenza ha raggiunto il cuore della città, che nella giornata di oggi ha visto un accoltellamento nel centro urbano. Quattro persone sono rimaste ferite nell’attacco, prima che l’assalitore fosse neutralizzato da un ulteriore civile armato. Secondo le autorità israeliane, l’aggressore sarebbe un militante palestinese proveniente da Tulkarem.
Il ruolo internazionale e la posizione di Hamas
Il conflitto ha oramai da tempo attirato l’attenzione internazionale, con il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, che ha chiesto “massima moderazione” per evitare una nuova escalation. Il segretario ONU, intervenuto in questi giorni al WEF a Davos, si manifesta preoccupato in merito alla situazione: “c’è il rischio che Israele pensi che questo è il momento di annettere la Cisgiordania e voglia mantenere Gaza in un limbo” è quanto si apprende dal suo discorso. “Questa possibilità – prosegue il segretario – è contraria al diritto internazionale e significherebbe che non ci sarà mai la pace in Medioriente“.
Hamas, intanto, ha invitato alla mobilitazione generale in Cisgiordania, esortando a intensificare la resistenza contro Israele.
Parallelamente, i Paesi arabi della regione, già preoccupati per un possibile allargamento del conflitto, osservano con apprensione le mosse di Israele, che accusa l’Iran di rifornire i militanti palestinesi di armi.
Proseguono gli aiuti umanitari nella zona di Gaza
Mentre il conflitto infuria in Cisgiordania, la tregua nella Striscia di Gaza ha permesso l’ingresso di oltre 2.400 camion di aiuti umanitari. Nel frattempo, gli Houthi nello Yemen hanno annunciato la liberazione dell’equipaggio della nave Galaxy Leader, detenuto per oltre un anno, come gesto simbolico a sostegno del cessate il fuoco.
La situazione in Cisgiordania resta tesa, con scontri ancora in corso. L’operazione “Muro di Ferro” sembra destinata a protrarsi, mentre il conflitto israelo-palestinese continua a infiammare la regione.
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