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Consiglio Europeo del 20 marzo: difesa comune e aiuti a Kiev, ma restano divisioni

Il Consiglio Europeo ribadisce il sostegno all'Ucraina con 26 stati membri a favore, mentre l'Ungheria si defila. Discussioni su difesa comune, bilancio UE e riarmo europeo.

Consiglio Europeo del 20 marzo: difesa comune e aiuti a Kiev, ma restano divisioni

Il Consiglio Europeo si è riunito oggi a Bruxelles per discutere delle attuali sfide geopolitiche, con particolare attenzione al sostegno all’Ucraina. La videoconferenza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato l’impegno dell’UE nel supportare Kiev, sebbene la posizione dell’Ungheria di Viktor Orban si sia rivelata distante da quella degli altri 26 stati membri.

Il documento finale: un sostegno a 26, senza l’Ungheria

Dopo il confronto tra i leader, il summit ha prodotto un documento ufficiale firmato da 26 stati membri, escludendo l’Ungheria. Nel testo si legge: “Il Consiglio europeo ribadisce il suo continuo e incrollabile sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale”. L’UE continua a perseguire la strategia di “pace attraverso la forza”, rafforzando la capacità militare di Kiev per consolidare la sua posizione nei negoziati.

Il Consiglio ha inoltre accolto con favore l’accordo tra Ucraina e Stati Uniti per un possibile cessate il fuoco e ha invitato la Russia a dimostrare una “reale volontà politica” per porre fine alla guerra.

L’Agenda del Consiglio: difesa europea e bilancio UE

Il vertice non si è limitato alla questione ucraina. Tra i temi discussi:

  • Difesa comune: I leader hanno esaminato i piani presentati da Ursula von der Leyen e Kaja Kallas per rafforzare l’industria militare europea.
  • Competitività e Bilancio UE: L’Unione affronta la sfida di finanziare il riarmo senza compromettere altri settori strategici, come l’ambiente e il digitale.
  • Migrazione e Medio Oriente: La crisi migratoria e la situazione in Medio Oriente restano priorità per i 27 leader.

A margine del vertice, Zelensky ha sottolineato che “gli sforzi diplomatici in corso non devono ridurre la pressione sulla Russia”, invitando l’UE a mantenere ferme le sue posizioni.

Orban, Fico e gli scettici del Riarmo Europeo

Viktor Orban ha criticato la strategia dell’UE, affermando che “l’Europa è un leone senza denti, ancora aggrappata a un’avventura irresponsabile”. Anche il premier slovacco Robert Fico ha espresso perplessità, dichiarando che “solo i Paesi europei continuano a parlare di armi” e minacciando di bloccare nuove sanzioni a Mosca.

Al contrario, Polonia e Lituania hanno spinto per un rafforzamento del settore difensivo europeo. Donald Tusk ha definito il progetto “ReArm Europe” come “il più importante degli ultimi decenni”, mentre il presidente lituano Nauseda ha avvertito che la Russia potrebbe attaccare un Paese UE entro il 2030.

Il piano di Riarmo Europeo e le difficoltà di finanziamento

Il piano ReArm Europe ha ricevuto ampio sostegno politico, ma restano da definire le modalità di finanziamento. L’UE sta valutando l’emissione di prestiti agevolati da 150 miliardi di euro, ma alcuni stati, tra cui i Paesi Bassi, si oppongono all’idea di eurobond per la difesa.

I leader discuteranno anche del bilancio 2028-2034, tema che rimane critico a causa della necessità di conciliare spese per la difesa, investimenti green e digitalizzazione con le tradizionali voci di spesa come agricoltura e coesione.

Un’Unione tra sostegno e divisioni

Il vertice europeo ha confermato il solido sostegno dell’UE all’Ucraina, con la sola eccezione dell’Ungheria, ma ha anche evidenziato divisioni interne sulla strategia di difesa e sul finanziamento del riarmo. Mentre la Polonia e i Paesi baltici spingono per un rafforzamento militare, altri stati restano cauti. Il prossimo summit di giugno sarà cruciale per definire i dettagli operativi di queste decisioni.

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