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Conflitto israelo-palestinese: Netanyahu accetta il piano di Trump, ma dichiara: “Se Hamas rifiuta finirò il lavoro”

Trump presenta un piano in 20 punti per la Striscia di Gaza: Netanyahu lo accetta con riserva, Hamas lo respinge definendolo “inaccettabile”.

Conflitto israelo-palestinese: Netanyahu accetta il piano di Trump, ma dichiara: “Se Hamas rifiuta finirò il lavoro”

Fra il 29 e il 30 settembre si è tenuto l’incontro al vertice fra Trump e il presidente palestinese Netanyahu per pianificare la fine dei conflitti in Palestina. Il capo della Casa Bianca ha stabilito 20 punti che il leader israeliano ha accettato, ma ci sono alcuni aspetti da affinare.

Hamas invece definisce il piano “inaccettabile”, affermando che “non accetteremo l’imposizione di una tutela straniera sul nostro popolo”. È infatti intenzione di Trump mettere a capo di Gaza un’amministrazione transitoria temporanea di un comitato palestinese apolitico e tecnocratico, che si occuperà di erogare servizi pubblici e che sarà supervisionato da un organismo transitorio internazionale presieduto da Trump stesso e Tony Blair.

Il disegno del leader americano comprende 20 punti per tentare di raggiungere una pace fra Israele e Palestina. In primis, il presidente ha intenzione di rendere la striscia “una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini” che “sarà riqualificata a beneficio della popolazione di Gaza, che ha sofferto più che abbastanza”. Trump continua poi: “Con lo sviluppo di Gaza e quando il programma di riforma dell’Autorità Nazionale Palestinese sarà portato avanti fedelmente, potrebbero finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e lo Stato palestinese, che riconosciamo come l’aspirazione del popolo palestinese”.

Tra i punti più salienti della strategia, c’è la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas entro le prossime 72 ore e il rilascio da parte di Israele di 250 palestinesi condannati all’ergastolo. Inoltre, per ogni ostaggio israeliano i cui resti saranno restituiti, Israele rilascerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti.

La strategia di Trump prevede inoltre che si riprendano gli aiuti umanitari nella striscia di Gaza, con la completa riabilitazione delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature) e di strutture mediche e alimentari. “L’ingresso e la distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza” continua poi il documento “procederanno senza interferenze da parte delle due parti, tramite le Nazioni Unite e le sue agenzie, la Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali non associate in alcun modo a nessuna delle due parti. L’apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo previsto dall’accordo del 19 gennaio 2025″.

Il piano statunitense prevede inoltre che le forze israeliane si ritirino gradualmente da Gaza. “Israele non occuperà né annetterà Gaza” si legge nel piano. Le truppe, con l’instaurarsi del controllo e della stabilità, si ritireranno secondo standard, traguardi e tempistiche legate alla smilitarizzazione, in modo da creare “Una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l’Egitto o i loro cittadini”. Per portare a termine l’obiettivo della sicurezza interna a lungo termine nella Striscia, gli Stati Uniti hanno intenzione di collaborare con i partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza di Stabilizzazione Internazionale temporanea che verrà dispiegata a Gaza per addestrare future forze di polizia palestinesi, garantendo la soluzione di sicurezza interna a lungo termine.

L’obiettivo di Trump sarebbe raggiungere la riqualificazione di Gaza e portare alla riforma dell’Autorità Palestinese, creando infine le condizioni adeguate per iniziare un percorso di autodeterminazione della popolazione e la creazione dello Stato palestinese. Secondo quanto dichiarato nel piano,”Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, e chi desidera andarsene potrà farlo liberamente e avere la possibilità di ritornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore“.

Il piano prevede inoltre che Hamas deponga le armi, e ai miliziani che si impegnano a una coesistenza pacifica verrà concessa l’amnistia. Viene inoltre sottolineato che Hamas “Non avrà alcun ruolo, né direttamente né indirettamente”, Gaza sarà “smilitarizzata” e “i partner regionali forniranno la garanzia” per assicurare che la “Nuova Gaza” non rappresenti più “una minaccia”.

Netanyahu avrebbe accettato le condizioni del piano, dichiarando però “Se Hamas rifiuta finirò il lavoro“, aggiungendo poi che in ogni caso Lo Stato ebraico “manterrà la responsabilità della sicurezza dopo la guerra”.

Riguardo alla previsione della nascita di un nuovo Stato palestinese, il presidente israeliano afferma: “L’ipotesi della creazione di uno Stato palestinese non è stata nemmeno presa in considerazione”. “Non ho assolutamente accettato uno Stato palestinese, e non è scritto nell’accordo”. Ha inoltre sottolineato che l’esercito israeliano continuerà ad occupare la maggior parte della striscia.

Nei prossimi giorni si otterrà una risposta da parte di Hamas, anche se per ora le prime reazioni sembrano negative.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

“Con il piano di pace per il Medio Oriente proposto dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è finalmente aperta una speranza di accordo per porre fine alla guerra e alla sofferenza della popolazione civile palestinese e stabilizzare la regione. Questa speranza poggia su un equilibrio fragile, che in molti sarebbero felici di poter far saltare. Temo che un pretesto possa essere dato proprio dal tentativo della Flotilla di forzare il blocco navale israeliano. Anche per questo ritengo che la Flotilla dovrebbe fermarsi ora e accettare una delle diverse proposte avanzate per la consegna, in sicurezza, degli aiuti. Ogni altra scelta rischia di trasformarsi in un pretesto per impedire la pace, alimentare il conflitto e colpire così soprattutto quella popolazione di Gaza alla quale si dice di voler portare sollievo. È il tempo della serietà e della responsabilità”.

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