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Conflitto Israele-Hamas: la situazione in Medio Oriente tra la proposta egiziana di cessate il fuoco e le tensioni in aumento

L'Egitto propone un nuovo piano per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, ma la situazione a Gaza resta critica.

Conflitto Israele-Hamas: la situazione in Medio Oriente tra la proposta egiziana di cessate il fuoco e le tensioni in aumento

L’Egitto, storicamente mediatore nei negoziati tra le parti, ha presentato un nuovo piano per il cessate il fuoco, nella speranza di fermare l’escalation delle violenze e favorire un ritorno ai negoziati.

Secondo il quotidiano Al-Araby al-Jadeed, citando fonti informate in Egitto, il piano proposto include un ritiro graduale delle forze israeliane dall’enclave palestinese e una serie di misure per la de-escalation del conflitto. La proposta è stata trasmessa sia ad Hamas che a Israele, con risposte contrastanti: mentre Hamas ha dichiarato di aver accettato il piano, Israele ha smentito di averlo ricevuto.

Le condizioni della proposta egiziana

Fonti della sicurezza hanno riferito a Reuters che il piano egiziano prevede il rilascio progressivo di ostaggi israeliani da parte di Hamas, con cinque ostaggi liberati ogni settimana. In cambio, Israele dovrebbe iniziare la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco dopo la prima settimana. Questa proposta arriva in un contesto di crescente pressione internazionale affinché si trovi una soluzione diplomatica al conflitto, mentre il numero delle vittime civili continua a salire.

La situazione a Gaza

Le operazioni militari hanno portato a un numero elevato di vittime civili. Il ministero della Sanità palestinese ha dichiarato che, nelle ultime 24 ore, gli attacchi israeliani hanno causato almeno 65 morti nella Striscia di Gaza. Dall’inizio della ripresa dei bombardamenti, i morti palestinesi sarebbero oltre 700, tra cui almeno 400 donne e bambini.

Secondo Hamas, diversi alti funzionari del gruppo islamista sono stati uccisi nelle operazioni israeliane. I combattimenti hanno anche colpito infrastrutture chiave, aggravando la crisi umanitaria e lasciando migliaia di persone senza accesso ai servizi essenziali.

Reazioni internazionali e proteste in Israele

Mentre il conflitto si intensifica, il presidente israeliano Isaac Herzog ha espresso il suo disappunto per il fatto che la questione degli ostaggi non sia più la massima priorità del Paese. “Sono scioccato dal fatto che la liberazione degli ostaggi non sia più al centro delle priorità nazionali“, ha dichiarato Herzog durante una conferenza organizzata dal Ministero della Difesa.

Nel frattempo, in Israele sono scoppiate nuove proteste contro il governo. Sei persone sono state arrestate durante una manifestazione davanti alla Knesset a Gerusalemme, dove i cittadini chiedevano al governo di raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi. La tensione politica interna si intensifica, con crescenti pressioni sulla leadership israeliana affinché trovi una soluzione negoziata al conflitto.

La possibile occupazione militare di Gaza

Secondo il Financial Times, Israele starebbe valutando un piano militare per riprendere il controllo della Striscia di Gaza. L’ipotesi prevede il trasferimento della popolazione palestinese nella piccola area costiera di al-Mawasi e l’occupazione militare del territorio con la presenza di almeno 40.000 soldati.

Il ministro degli Esteri Gideon Saar ha dichiarato che il gabinetto di sicurezzanon ha ancora deciso” in merito a tale piano, ma la possibilità di un’occupazione militare rimane concreta, soprattutto con il possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

Nel frattempo, l’esercito israeliano ha dichiarato di aver ucciso Hussam Shabat, giornalista di Al Jazeera, sostenendo che fosse un “terrorista cecchino” affiliato ad Hamas. La rete televisiva ha respinto questa affermazione, denunciando che Shabat è stato ucciso in un attacco diretto contro il suo veicolo.

Arresto del regista Palestinese Hamdan Ballal

Hamdan Ballal, co-regista del documentario premio Oscar “No Other Land”, è stato arrestato dopo essere stato aggredito da coloni israeliani nella Cisgiordania meridionale. Ballal era presente nel villaggio di Susiya quando un gruppo di coloni ha attaccato i residenti. L’attivista è stato colpito alla testa e, mentre riceveva cure mediche, è stato arrestato dalle forze di sicurezza israeliane.

L’Attacco all’Ospedale Nasser

Medici Senza Frontiere ha condannato fermamente l’attacco israeliano all’ospedale Nasser di Khan Younis, avvenuto di domenica 23 marzo. “Questo attacco dimostra un totale disprezzo per la protezione delle strutture mediche“, ha dichiarato l’organizzazione, sottolineando che il sistema sanitario di Gaza è ormai al collasso.

La comunità internazionale continua a chiedere la protezione degli ospedali e l’accesso agli aiuti umanitari, mentre il conflitto non mostra segni di attenuazione.

La situazione in Medio Oriente resta estremamente tesa, con il nuovo piano egiziano che rappresenta un’opportunità per fermare le ostilità. Il prossimo passo dipenderà dalle decisioni politiche di Israele, Hamas e degli attori regionali coinvolti nelle trattative.

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