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Condannato a morte giustiziato in Mississippi dopo quasi 50 anni di detenzione

Richard Gerald Jordan, veterano del Vietnam affetto da disturbo post-traumatico, è stato messo a morte via iniezione letale: conclusione della sua lunga battaglia legale

Condannato a morte giustiziato in Mississippi dopo quasi 50 anni di detenzione

In una vicenda che ha attraversato quasi mezzo secolo, Richard Gerald Jordan, 79 anni, è stato giustiziato ieri sera nel penitenziario di Parchman, in Mississippi: era il detenuto più anziano e il più longevo nel braccio della morte nello Stato.

Condannato nel 1976 per il rapimento e l’omicidio la moglie di un funzionario di banca, Edwina Marter, avvenuto con richiesta di riscatto di 25 000 $, Jordan ha affrontato quattro processi e una lunga serie di ricorsi. Era un veterano del Vietnam affetto da disturbo post-traumatico (PTSD), ma i suoi legali sostenevano che la sua condizione non era stata adeguatamente considerata in aula.

Ieri, alle 18:00 locali, è stato somministrato a Jordan un cocktail letale con la tecnica standard delle tre sostanze, nonostante egli ne avesse contestato l’umanità attraverso un ricorso già respinto dalla Corte Suprema . Alle 18:16, dopo aver pronunciato le sue ultime parole«Grazie per aver eseguito in modo umano, chiedo perdono alla famiglia della vittima, vi rivedrò dall’altra parte» – è stato dichiarato morto .

La famiglia di Edwina Marter, presente alla camera ardente, ha dichiarato di non voler accettare condoglianze o comprensione: «Doveva finire da tempo, deve pagare per quello che ha fatto» ha affermato il figlio Eric, allora undicenne .

Questa è la terza esecuzione in Mississippi negli ultimi dieci anni, e la prima dal 2022. Un segnale che, seppur limitato, conferma la persistenza della pena capitale in alcuni Stati del sud-est USA.

Il caso riaccende il dibattito sulla pena di morte

L’esecuzione di Jordan riapre il dibattito sulla pena di morte e sui meccanismi legali che ne regolano l’applicazione. I suoi difensori hanno puntato il dito sulla mancata valutazione del PTSD come possibile attenuante – una carenza che secondo loro ha compromesso la difesa e negato al giurì un quadro completo. Dall’altra parte, i familiari della vittima hanno rigettato ogni considerazione sull’integrità mentale dell’imputato, puntando esclusivamente sulla necessità della punizione per il crimine commesso .

Su scala nazionale, l’esecuzione avviene in un contesto di rinnovata attenzione alla pena di morte: solo questa settimana, altri Stati come Florida, Alabama e Oklahoma hanno eseguito condanne, segnando il 2025 come l’anno con il tasso più alto di esecuzioni dagli anni Novanta.

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