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Colloquio Putin-Witkoff: quattro ore di dialogo su Ucraina, pace e possibile telefonata con Trump

Incontro di 4 ore tra Putin e l’inviato USA Witkoff: colloquio su Ucraina, pace e possibile telefonata con Trump.

Colloquio Putin-Witkoff: quattro ore di dialogo su Ucraina, pace e possibile telefonata con Trump

Il recente incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e l’inviato speciale americano Steve Witkoff ha segnato un nuovo, delicato capitolo nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia. L’incontro, svoltosi nella Biblioteca Presidenziale di San Pietroburgo, è durato oltre quattro ore ed è stato definito dal Cremlino come “produttivo” e “professionale”. Al centro del lungo colloquio: la guerra in Ucraina, l’ipotesi di un cessate il fuoco e scenari di pace che coinvolgano anche il presidente americano Donald Trump.

Un vertice ad alta tensione diplomatica

Secondo quanto riferito dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, l’incontro ha visto la partecipazione anche dell’assistente presidenziale russo Yuri Ushakov e di Kirill Dmitriev, capo del Fondo russo per gli investimenti diretti. Si tratta del secondo faccia a faccia tra Putin e Witkoff in meno di due mesi, dopo quello di febbraio che aveva preceduto la liberazione del cittadino americano Marc Fogel.

La presenza di Witkoff in Russia rappresenta, secondo la Casa Bianca, un passo significativo verso il dialogo diretto con Mosca. Karoline Leavitt, portavoce del presidente Trump, ha confermato che la missione si inserisce “nel più ampio processo di negoziazione per una pace duratura in Ucraina”.

Una telefonata Putin-Trump? “Teoricamente possibile”

Al termine del summit, Peskov ha aperto alla possibilità di un colloquio telefonico diretto tra Putin e Donald Trump, definendolo “teoricamente possibile”.

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov è inoltre intervenuto a sostegno dell’intervento del presidente USA: “Il presidente Trump pare che capisca quello che succede meglio di qualunque leader europeo, a parte Ungheria e Slovacchia, i cui leader sono persone molto riflessive”

Il nodo delle sanzioni e le pressioni su Mosca

Intanto, sullo sfondo dell’incontro, i media internazionali hanno riportato che Donald Trump starebbe valutando nuove sanzioni alla Russia se non si dovesse raggiungere un accordo entro la fine di aprile. La minaccia arriva mentre si intensificano i bombardamenti russi su Kiev: secondo fonti ucraine, nella notte sarebbero stati lanciati ben 88 droni.

Il precedente: la liberazione di Fogel e ora di Karelina

Witkoff è stato protagonista anche della liberazione di Marc Fogel, avvenuta l’11 febbraio scorso. Il cittadino americano, condannato a 14 anni in Russia per possesso di stupefacenti, è stato rilasciato dopo colloqui riservati con il Cremlino. Solo ieri, un altro gesto distensivo: la ballerina russo-americana Ksenia Karelina è stata scarcerata, dopo essere stata condannata per “tradimento” per aver donato 50 dollari a una fondazione pro-Ucraina. In cambio, Mosca ha ottenuto la liberazione di Arthur Petrov, cittadino russo-tedesco detenuto negli USA.

L’idea controversa: “Ucraina divisa come Berlino”

A gettare ulteriore benzina sul fuoco, le parole del generale Keith Kellogg, consigliere di Trump, che in un’intervista ha ipotizzato la divisione dell’Ucraina in zone di influenza, simili a quelle di Berlino nel dopoguerra. Dopo la pubblicazione, Kellogg ha tentato di ritrattare, spiegando che si riferiva a zone “di responsabilità” per le forze alleate, non a una spartizione territoriale.

Gesto simbolico e polemiche social

Ha fatto discutere anche il gesto di Witkoff che, all’inizio del vertice, si è portato la mano al cuore in segno di saluto verso Putin. Il gesto, immortalato in foto, ha scatenato un’ondata di critiche online, accusando l’inviato americano di eccessiva deferenza. In sua difesa è intervenuto Elon Musk, scrivendo sul suo canale social d X: “Witkoff è un grande”.

Una trattativa fragile ma aperta

Il colloquio Witkoff-Putin non rappresenta un accordo formale, ma apre una finestra diplomatica mai così concreta dalla fine del 2022.

Secondo fonti della Reuters, Witkoff avrebbe suggerito a Trump che “il modo più veloce per raggiungere un cessate il fuoco” consisterebbe nel riconoscimento delle quattro regioni ucraine occupate – Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia – come parte della Federazione Russa. Una proposta che potrebbe far discutere l’Occidente, dividendo la comunità internazionale, ma che Mosca potrebbe considerare un primo, vero passo verso la fine del conflitto.

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