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Colloqui USA–Ucraina: spiragli di accordo mentre Zelensky prepara la missione a Parigi.

Progressi nei colloqui USA–Ucraina, ma il nodo territoriale resta centrale. Zelensky atteso a Parigi da Macron per rafforzare il fronte diplomatico europeo.

Colloqui USA–Ucraina: spiragli di accordo mentre Zelensky prepara la missione a Parigi.

I colloqui tenuti in Florida tra delegazioni statunitensi e ucraine hanno aperto un nuovo capitolo nel difficile tentativo di porre fine alla guerra in Ucraina. Il presidente americano Donald Trump, informato passo dopo passo dal segretario di Stato Marco Rubio e dall’inviato speciale Steve Witkoff, ha dichiarato che esistono “buone possibilità di raggiungere un accordo” e ha insistito sulla necessità di fermare l’escalation, ricordando che nell’ultimo mese oltre 27mila persone sono state uccise nei combattimenti. Pur evidenziando le problematiche interne dell’Ucraina, in particolare la corruzione, Trump ha affermato che sia Kiev che Mosca desiderano terminare il conflitto.

Non è stato raggiunto, quindi, alcun testo definitivo, ma entrambe le parti parlano di un “ulteriore passo avanti” rispetto alle conversazioni precedenti.

Rubio: progressi reali, ma percorso ancora incerto

Al termine degli incontri, Rubio ha definito il confronto “molto produttivo”, pur ammettendo che restano numerose questioni irrisolte. Secondo il segretario di Stato, qualsiasi accordo dovrà includere la Russia come attore centrale, ragione per cui Witkoff è in partenza per Mosca con l’obiettivo di verificare la disponibilità del Cremlino a negoziare seriamente. Rubio ha spiegato che il lavoro svolto in Florida rappresenta un’evoluzione di quanto discusso la settimana precedente a Ginevra, un processo che procede tra cautela e realismo, ma che resta comunque aperto.

Zelensky chiede un dialogo chiaro e rispettoso della sovranità ucraina

Da Kiev, il presidente Volodymyr Zelensky ha seguito da vicino la situazione attraverso i rapporti quotidiani del capo negoziatore Rustem Umerov. Il leader ucraino ha definito “importante” la dinamica costruttiva emersa nei colloqui e ha ringraziato il team di Trump per l’impegno diplomatico. Zelensky ha ribadito che le discussioni devono mantenere come riferimento imprescindibile la sovranità del Paese e la difesa dei suoi interessi nazionali.

Il nodo territoriale e la ricerca di un compromesso: le questioni più delicate del negoziato

Fonti ucraine citate da Axios hanno descritto le consultazioni complesse a causa della pressione americana per discutere una possibile ridefinizione dei confini con la Russia. Gli Stati Uniti avrebbero chiesto a Kiev di considerare la cessione di alcuni territori, compreso il Donbass, per rendere accettabile un accordo a Vladimir Putin. Si tratta, però, di una prospettiva che l’Ucraina giudica quasi impossibile da accettare.

Inoltre, la delegazione ucraina ha spiegato agli interlocutori americani perché per Kiev non è possibile abbandonare il percorso di adesione alla NATO. Non si tratta solo di una scelta politica, ma di un orientamento inserito nella Costituzione, che rappresenta ormai una linea strategica irrinunciabile.

Dall’altra parte, i rappresentanti statunitensi hanno insistito sulla necessità di trovare un compromesso, ricordando che anche quando l’Ucraina “ha pienamente ragione”, esiste comunque un’altra parte al tavolo — la Russia — senza la quale non può nascere un accordo di pace. Il messaggio americano è stato chiaro: il negoziato richiede flessibilità, perché una soluzione può essere raggiunta solo se entrambe le parti sono disposte a fare concessioni.

Una trattativa resa più difficile dalla crisi interna a Kiev

Il negoziato si svolge inoltre in un momento delicato per la politica interna ucraina. La sostituzione di Andriy Yermak, colpito da uno scandalo di corruzione, con Rustem Umerov ha ridisegnato la squadra incaricata di gestire uno dei dossier più complessi della presidenza Zelensky. Nonostante ciò, la delegazione ucraina si è presentata in Florida con una struttura solida, comprendente figure di vertice dell’esercito e dell’intelligence, a conferma di quanto la questione territoriale e quella della sicurezza siano centrali nella trattativa.

Zelensky vola a Parigi per incontrare Macron

Parallelamente ai negoziati americani, Zelensky ha intensificato l’azione diplomatica in Europa. Il presidente ucraino è arrivato oggi a Parigi per la sua decima visita in Francia dall’inizio della guerra ed è stato accolto all’Eliseo da Emmanuel Macron. I due leader hanno discusso delle condizioni per una pace “giusta e duratura”, in continuità con il quadro delineato a Ginevra e in stretta consultazione con Washington. La visita include anche un pranzo di lavoro e appuntamenti pubblici con la moglie del presidente, Olena Zelenska, dedicati alla causa dei bambini ucraini e alla promozione della cultura come strumento di resistenza. La presenza di Zelensky a Parigi testimonia la volontà di mantenere l’Europa pienamente coinvolta nei passi decisivi del percorso negoziale.

Attesa per l’incontro tra Witkoff e Putin

La prossima tappa del processo diplomatico è ora nelle mani dell’inviato americano Steve Witkoff, che insieme a Jared Kushner si recherà a Mosca per proseguire i contatti e verificare la reale posizione della Russia. Il comportamento del Cremlino nelle prossime ore sarà determinante per capire se i progressi fatti finora possono trasformarsi in un percorso negoziale concreto o se resteranno soltanto tentativi preliminari.

Un processo fragile, ma in movimento

Nonostante le difficoltà, gli attori coinvolti sembrano riconoscere che il negoziato è entrato in una fase dinamica. Nulla è stato ancora deciso, molte divergenze restano profonde, ma le conversazioni tra Stati Uniti, Ucraina ed Europa proseguono su più livelli. Come ha osservato Zelensky, questi sono “giorni importanti”, nei quali un cambiamento anche minimo può influenzare l’intero equilibrio del conflitto. Il percorso resta lungo e accidentato, ma il dialogo, per la prima volta dopo mesi, appare più vivo che mai.

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