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Colloqui a Istanbul tra Russia e Ucraina: nessun passo avanti, ma accordo per lo scambio di 1.000 prigionieri.

Fallisce il dialogo di pace: Mosca chiede la cessione di territori prima della tregua. Zelensky accusa Putin di aver evitato l’incontro diretto. Intanto si apre uno spiraglio con lo storico scambio di prigionieri.

Colloqui a Istanbul tra Russia e Ucraina: nessun passo avanti, ma accordo per lo scambio di 1.000 prigionieri.

Fallisce il dialogo di pace: Mosca chiede la cessione di territori prima della tregua. Zelensky accusa Putin di aver evitato l’incontro diretto. Intanto si apre uno spiraglio con lo storico scambio di prigionieri.

ISTANBUL – Si è concluso senza progressi sostanziali il round negoziale tra Russia e Ucraina tenutosi oggi a Istanbul, ospitato dal ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e con il supporto diplomatico degli Stati Uniti. Dopo circa due ore di confronto, le parti hanno trovato un’intesa su uno scambio di prigionieri – mille per parte – ma restano distanti su ogni altro punto cruciale. Kiev accusa Mosca di aver avanzato “richieste inaccettabili”, tra cui la cessione preventiva di territori ucraini prima di qualsiasi tregua. E il presidente Zelensky punta il dito direttamente contro Vladimir Putin: «Ha avuto paura di venire a Istanbul, la sua delegazione non ha alcun potere decisionale».

Colloqui brevi, tensioni alte: Kiev denuncia richieste irrealistiche

Fonti diplomatiche ucraine, citate da Axios e AFP, riferiscono che l’incontro tra le delegazioni – guidate da Umerov per Kiev e da Vladimir Medinsky per Mosca – è durato poco più di un’ora e mezza. La Russia avrebbe chiesto il ritiro dell’esercito ucraino da alcune aree del proprio territorio in cambio di un cessate il fuoco. «Le richieste russe sono slegate dalla realtà – ha affermato una fonte di Kiev – e vanno ben oltre quanto discusso in precedenza».

Secondo il capo dell’amministrazione presidenziale ucraina Andriy Yermak, Mosca starebbe tentando di riproporre il modello dei negoziati del 2022. «L’unica cosa che lega quei colloqui a quelli di oggi è la città di Istanbul. Il contesto è radicalmente cambiato», ha dichiarato.

Unico risultato concreto dei colloqui è l’accordo per lo scambio di 1.000 prigionieri di guerra da ciascun fronte, come annunciato dal ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov. Se attuato, sarà il più ampio scambio dall’inizio del conflitto nel 2022. Una mossa che potrebbe avere risvolti umanitari significativi, ma che non basta a mascherare il sostanziale stallo diplomatico.

Zelensky attacca: “Delegazione russa senza potere, serve reazione forte”

Duro il giudizio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto al vertice della Comunità Politica Europea (CPE) a Tirana, dove ha incontrato Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Donald Tusk e Keir Starmer. «La delegazione russa non ha alcun mandato reale. Non credo che possano decidere nulla. Il mondo deve reagire con forza, anche con nuove sanzioni».

Zelensky ha ribadito la disponibilità a un incontro diretto con Putin, dichiarandosi pronto a viaggiare ad Ankara o Istanbul. «Ma lui non ha acconsentito a nulla», ha detto. «Se oggi i colloqui falliscono, ci deve essere una risposta della comunità internazionale. Sanzioni, pressione diplomatica, tutto ciò che serve».

Trump pronto a chiamare Putin: “Capire le sue intenzioni”

Il presidente statunitense Donald Trump, al termine di una visita negli Emirati Arabi, ha dichiarato alla CNN che potrebbe contattare direttamente Vladimir Putin. «Dobbiamo incontrarci. Magari risolviamo il problema, o forse no, ma almeno lo sapremo. Se non lo risolviamo, sarà comunque interessante».

Un eventuale summit Trump-Putin è stato definito «necessario ma da preparare con cura» dal Cremlino. Il portavoce Dmitry Peskov ha sottolineato che un vertice richiede «negoziati preliminari e lunghi preparativi».

L’Europa alza la voce con nuove sanzioni e Erdogan insiste sulla mediazione

Dall’Europa arrivano condanne sempre più esplicite. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha affermato che «Putin ha dimostrato di non volere la pace» e ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni. Tra le misure previste: limiti al prezzo del petrolio, restrizioni sul settore finanziario russo e sanzioni alla cosiddetta “flotta ombra” del Cremlino.

Anche il presidente francese Macron e il premier olandese Mark Rutte hanno espresso scetticismo sulle reali intenzioni di Mosca. Kaja Kallas, Alto rappresentante Ue per la politica estera, ha parlato apertamente di «un gioco russo per guadagnare tempo».

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ribadito la posizione di mediazione del suo Paese. «È importante incoraggiare le parti senza imposizioni per ottenere una pace equa e duratura», ha dichiarato da Tirana, sottolineando la delicatezza del processo in corso.

Nel frattempo, Andriy Yermak ha assicurato che Kiev è pronta a una «pace giusta» e a un cessate il fuoco «durevole e incondizionato». In vista del prossimo round negoziale, l’Ucraina chiede che si discuta anche di un potenziale incontro tra Zelensky e Putin, proposta sinora ignorata dal Cremlino.

Prospettive: gelo nei rapporti, ma i contatti restano aperti

I colloqui di Istanbul si sono chiusi senza una nuova data fissata, ma con un clima ancora aperto a futuri incontri. La presenza a Istanbul di delegazioni turche, statunitensi e di alti funzionari europei ha dato un segnale politico forte, ma l’assenza di Vladimir Putin e le condizioni poste da Mosca lasciano intendere che la strada verso la pace resta lunga e tortuosa.

Come ha sintetizzato Zelensky: «La guerra deve finire il prima possibile. Ma deve finire nel modo giusto. E l’unico modo giusto è quello che garantisce pace e giustizia all’Ucraina e a tutta l’Europa».

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