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Cittadini italiani in Sudan: conclusa ieri la prima fase dell’evacuazione

Giorgia Meloni:" l'Italia non lascia nessuno indietro"

Cittadini italiani in Sudan: conclusa ieri la prima fase dell’evacuazione

Si è conclusa nella giornata di ieri, 23 aprile 2023, la prima fase dell’evacuazione di cittadini italiani dal Sudan, colpito in questi giorni da un violento conflitto armato. Grazie a un’operazione coordinata dall’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri, con assetti della Difesa e il supporto dell’intelligence, sono stati messi in sicurezza oltre 100 connazionali, fra cui il personale diplomatico.
Con il volo di un C130 dell’Aeronautica militare e un secondo volo di un AM400 spagnolo sono stati trasferiti a Gibuti 105 cittadini italiani e 31 stranieri, fra cui cittadini portoghesi, australiani, greci, britannici, svedesi.

Sin dalle prime notizie degli scontri, il 15 aprile, la Farnesina aveva attivato uno stretto coordinamento con la Presidenza del Consiglio, il Ministero della Difesa e le Agenzie di sicurezza per monitorare la situazione e valutare le opzioni a tutela dei cittadini italiani, che sono stati contattati individualmente dall’Unità di Crisi per verificare le loro condizioni.

Alle prime ore di domenica 23 aprile, i connazionali sono stati fatti convergere presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia, Michele Tommasi. Questi ha coordinato l’organizzazione del convoglio che ha raggiunto l’aeroporto di Wadi Seyydna, situato a circa 30 km a Nord della capitale sudanese, unica via di uscita aerea essendo lo scalo internazionale di Khartoum inagibile perché danneggiato dai combattimenti.
In raccordo con altri Paesi europei e alleati, un ponte aereo internazionale ha permesso di raggiungere la base militare di Gibuti, dove i connazionali saranno ospitati.

Il rimpatrio avrà luogo lunedì sera con volo dell’Aeronautica Militare.

Il Ministro Tajani ha seguito direttamente la pianificazione e l’operazione di evacuazione in stretto contatto con il Presidente del Consiglio e il Ministro della Difesa.

“Tutti gli italiani che hanno voluto lasciare il Sudan lo hanno fatto, sono stati trasferiti a Gibuti, nel Paese sono rimasti alcuni volontari di Emercency e alcuni missionari”, dice il Ministro degli Esteri arrivando al Consiglio Affari Esteri. Aggiunge: “rientreranno in Italia con un volo dell’aeronautica militare verso le 18:30-19:00 all’aeroporto di Ciampino. Stanno tutti bene, voglio ringraziare chi ha partecipato a questa operazione difficile”.

“E’ stato un weekend lungo, abbiamo lavorato per portare via le nostre persone dal Sudan ed è stata un’operazione di successo: centinaia di cittadine Ue sono fuori dal Paese, più di un migliaio di persone, ringrazio la Francia e saluto con favore gli sforzi comuni di molti Paesi. Ora dobbiamo spingere per una tregua, non possiamo permettere che il Sudan imploda perché creerebbe scosse telluriche in tutta l’Africa”, dice l’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell.

“Dopo una giornata di trepidante attesa, tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati. Con loro ci sono anche cittadini stranieri. L’Italia non lascia nessuno indietro. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa operazione così difficile, in piena zona di combattimento. Il mio plauso va al ministro degli Esteri Antonio Tajani e all’Unità di crisi della Farnesina, al ministro della Difesa Guido Crosetto, al Sottosegretario Alfredo Mantovano, al Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, al comandante del Covi, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al nostro ambasciatore in Sudan, Michele Tommasi, ai Servizi di Sicurezza. Voglio rinnovare anche in questa occasione il mio appello alla fine della guerra, all’apertura di un negoziato che conduca a un governo a trazione civile. Il Sudan ha bisogno di pace”, questa la dichiarazione del Presidente del Consiglio  Giorgia Meloni.

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