Cina e Taiwan: Pechino punta alla riunificazione pacifica ma avverte su possibili azioni militari
Cina-Taiwan: Pechino punta alla riunificazione pacifica ma avverte Taipei e gli USA su interferenze e supporto militare
Cina e Taiwan: Pechino punta alla riunificazione pacifica ma avverte su possibili azioni militari
La Cina ha riaffermato la sua determinazione nel raggiungere una riunificazione pacifica con Taiwan, pur mantenendo aperta la possibilità di azioni più incisive per tutelare la propria sovranità e integrità territoriale. Durante un briefing quotidiano, Mao Ning, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, ha sottolineato che Pechino è disposta a fare «il massimo sforzo» per raggiungere l’obiettivo pacificamente, con la massima sincerità.
Le dichiarazioni di Mao Ning si allineano con quelle del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, il quale ha recentemente ribadito che Taiwan non è mai stata uno Stato indipendente e che qualsiasi supporto internazionale alla sua indipendenza rappresenta un’interferenza negli affari interni della Cina.
Tuttavia, Pechino non ha escluso l’adozione di misure necessarie per contrastare eventuali spinte separatiste provenienti da Taipei e per difendere i propri interessi strategici.
Pechino avverte Taipei: “Indipendenza significa vicolo cieco”
Parallelamente, il portavoce dell’Esercito Popolare di Liberazione, Wu Qian, ha rilasciato dichiarazioni forti nei confronti delle autorità taiwanesi, avvertendole di non intensificare le loro attività separatiste. “Quanto più gli elementi dell’indipendenza di Taiwan creeranno problemi, tanto più stretta sarà la corda attorno al loro collo e tanto più affilata sarà la spada sulle loro teste.”
Wu ha rivolto un monito diretto al Partito Democratico Progressista (DPP), attualmente al governo a Taipei, avvisando che “il loro atteggiamento potrebbe portarli in un vicolo cieco”.
Pechino continua a sostenere che Taiwan sia una parte inalienabile della Cina, una posizione basata su riferimenti storici come la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale e la successiva inclusione dell’isola nel territorio cinese nel 1945.
Washington nel mirino di Pechino: stop alle forniture militari a Taiwan
Le tensioni tra Cina e Stati Uniti rimangono elevate, soprattutto in merito alla vendita di armi da parte di Washington a Taipei. Mao Ning ha chiesto apertamente agli USA di interrompere ogni tipo di cooperazione militare con Taiwan, sottolineando che la questione dell’isola è il principale punto critico nelle relazioni sino-americane.
Gli Stati Uniti, pur non riconoscendo formalmente Taiwan come Stato sovrano, restano il principale fornitore di armi dell’isola, garantendo supporto militare in caso di escalation con Pechino. Questa posizione ha contribuito ad aumentare la tensione nell’area, con la Cina che negli ultimi anni ha intensificato le esercitazioni militari attorno all’isola, mantenendo viva la prospettiva di un possibile intervento armato.
Manovre navali congiunte tra Cina, Russia e Iran
Parallelamente alle dichiarazioni politiche, la Cina ha avviato manovre navali congiunte con Russia e Iran nel Golfo dell’Oman. L’esercitazione, denominata Security Belt 2025, si svolgerà nel corso della settimana e coinvolge diverse unità navali delle tre potenze.
Secondo quanto riportato dalla Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione, le operazioni includeranno:
- Missioni di abbordaggio e sequestro di navi
- Attacchi a bersagli marittimi
- Simulazioni di controllo dei danni a bordo
- Esercitazioni di ricerca e soccorso
Il Golfo dell’Oman rappresenta un punto strategico cruciale per il transito globale di energia, rendendo queste manovre un chiaro segnale di rafforzamento dell’alleanza tra Pechino, Mosca e Teheran in un periodo di crescenti tensioni internazionali.
La Cina tra diplomazia e pressione militare
Le recenti dichiarazioni e manovre militari indicano che la Cina sta adottando un doppio approccio alla questione di Taiwan: da un lato, Pechino ribadisce il suo impegno per una soluzione pacifica, ma dall’altro continua ad aumentare la pressione militare, avvertendo che qualsiasi tentativo di indipendenza porterà a conseguenze gravi.
Gli sviluppi nei prossimi mesi dipenderanno non solo dalla posizione del governo di Taipei, ma anche dalla strategia degli Stati Uniti e dalla capacità della comunità internazionale di gestire le tensioni nello Stretto di Taiwan.

La riunificazione tra Cina e Taiwan resta dunque una delle questioni più delicate della geopolitica globale, con il rischio di trasformarsi in un nuovo epicentro di crisi internazionale.
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