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Chat Control, sistema “super spia di massa”, la Germania boccia la proposta Von der Leyen: “Inaccettabile sorvegliare i messaggi privati”.

La Germania si sfila dal progetto europeo sul controllo delle chat private: senza il voto di Berlino, la proposta della Commissione von der Leyen sul monitoraggio dei messaggi online crolla. “Inaccettabile violare la privacy dei cittadini in nome della sicurezza”, affermano Cdu e governo federale.

Chat Control, sistema “super spia di massa”, la Germania boccia la proposta Von der Leyen: “Inaccettabile sorvegliare i messaggi privati”.

Stava per passare quasi senza apparente “clamore” il “super sistema spia” talmente invasivo di controllo in grado di “visionare” tutte le comunicazioni inviate tramite chat ancor prima che ogni singolo messaggio venisse inviato, a dir poco invasivo e lesivo delle più basilari norme a tutela della privacy di ogni cittadino, tanto che di fatti anche Berlino affonda il progetto europeo di monitoraggio delle chat, denominato Chat Control. Così, senza il voto della Cdu di Merz, l’iniziativa della Commissione, ai più sconosciuta, rischia di arenarsi definitivamente. “Nemmeno i crimini peggiori giustificano la rinuncia ai diritti civili fondamentali”, tuona il governo tedesco.

Un altro “nein” arriva da Berlino per Ursula von der Leyen. Dopo mesi di discussioni e tensioni tra le capitali europee, la Germania — attraverso la sua Cdu guidata da Friedrich Merz — ha annunciato che non sosterrà la proposta di regolamento europeo denominata “Chat Control”, il progetto della Commissione Ue che mira a combattere la diffusione online di contenuti pedopornografici tramite la scansione preventiva dei messaggi privati inviati su piattaforme di messaggistica e social network.

La decisione tedesca ha provocato un vero terremoto politico a Bruxelles. Senza il sostegno della Germania, infatti, viene meno la maggioranza qualificata necessaria per l’approvazione del provvedimento in sede di Consiglio Ue — almeno il 55% dei Paesi membri che rappresentino il 65% della popolazione dell’Unione. Il voto, inizialmente calendarizzato per il 14 ottobre, è stato ufficialmente cancellato.

Berlino: “Controllare le chat significa violare la privacy dei cittadini”

A guidare la posizione tedesca sono stati Jens Spahn, capogruppo della Cdu al Bundestag, e Stefanie Hubig, ministra federale della Giustizia (Spd). Entrambi hanno espresso con fermezza la contrarietà alla proposta.

Spahn, intervenendo su Bluesky, ha usato un paragone eloquente:

“Sarebbe come aprire tutte le lettere come misura precauzionale per vedere se c’è qualcosa di illegale. Questo non è accettabile, e non lo permetteremo”.

Sulla stessa linea Hubig, che ha definito il monitoraggio delle chat “un tabù in uno Stato di diritto”.

“La comunicazione privata non deve mai essere soggetta a sospetti generalizzati. Né lo Stato deve obbligare a scansionare in massa i messaggi alla ricerca di contenuti sospetti prima di inviarli. Nemmeno i crimini peggiori giustificano la rinuncia ai diritti civili fondamentali”, ha dichiarato la ministra.

Cos’è il “Chat Control”: lo screening preventivo dei messaggi privati

La proposta al centro della controversia è il regolamento 2022/0155 dell’Unione Europea, noto come Regulation to Prevent and Combat Child Sexual Abuse (CSAR). Il testo, elaborato dalla Commissione europea, prevedeva una scansione automatica e preventiva di messaggi, immagini, video e audio privati prima dell’invio, per individuare potenziali contenuti legati alla pedopornografia.

In pratica, un sistema di “sorveglianza preventiva” che avrebbe coinvolto miliardi di comunicazioni quotidiane. Secondo i promotori, lo strumento avrebbe reso possibile un monitoraggio efficace delle attività criminali online. Tuttavia, per i critici, si tratta di una misura sproporzionata e invasiva, che avrebbe minato il principio di segretezza delle comunicazioni sancito dalle leggi europee e nazionali.

Le divisioni in Europa: una frattura tra Nord e Sud

La bocciatura della Germania ha fatto emergere chiaramente le spaccature tra gli Stati membri.

Secondo i dati della piattaforma fightchatcontrol.eu, i Paesi europei si dividono così:

  • Contrari: Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia.
  • Favorevoli: Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Francia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Malta, Portogallo, Romania, Spagna.
  • Indecisi: Belgio, Grecia, Italia, Lettonia, Slovacchia, Svezia (e fino a ieri anche la Germania).

Con il passo indietro di Berlino, la minoranza contraria diventa di fatto bloccante, rendendo impossibile procedere con il negoziato tra Consiglio, Commissione e Parlamento.

“Una vittoria per la libertà digitale”

Tra i primi a commentare la svolta tedesca è stato l’eurodeputato Patrick Breyer (Partito Pirata, gruppo Verdi/ALE), da sempre uno dei più accesi oppositori del Chat Control.

“Questa è una straordinaria vittoria per la libertà e dimostra che la protesta funziona! Senza l’instancabile resistenza di cittadini, scienziati e organizzazioni, i governi dell’Ue avrebbero approvato una legge totalitaria sulla sorveglianza di massa, decretando la fine della privacy digitale”.

Breyer ha inoltre ricordato che esistono alternative più proporzionate per contrastare la pedopornografia online:

“La Commissione dovrebbe abbracciare l’alternativa del Parlamento europeo, che prevede app più sicure attraverso il principio di Security by Design, la rimozione rapida dei contenuti illegali e una maggiore responsabilità delle piattaforme”.

Le proteste dei cittadini e il ruolo dell’opinione pubblica

La decisione di Berlino è stata accolta con entusiasmo da organizzazioni per i diritti digitali, attivisti e semplici utenti. Nelle ultime settimane, l’opinione pubblica tedesca aveva manifestato una crescente opposizione alla proposta.

Petizioni, campagne online e proteste avevano invaso i social, con l’hashtag #StopChatControl che è diventato virale in diversi Paesi europei.

Una convergenza inedita, che conferma quanto la questione della privacy digitale stia superando le tradizionali barriere ideologiche.

Una sconfitta politica per Ursula von der Leyen

La bocciatura del Chat Control rappresenta anche una battuta d’arresto personale per Ursula von der Leyen, che aveva sostenuto con forza la proposta della Commissione.

Che il colpo arrivi dal suo stesso partito di origine, la Cdu, rende la situazione ancora più simbolica.

Il governo tedesco guidato da Friedrich Merz ha infatti smontato il progetto elaborato da Bruxelles, affermando la necessità di tutelare la libertà individuale e la riservatezza delle comunicazioni.

Il messaggio di Berlino è chiaro: la sicurezza non può essere costruita sulla rinuncia alla privacy.

Con la Germania che dice no, il Chat Control sembra destinato a un inevitabile capolinea.

La sfida che si apre ora per Bruxelles è quella di trovare un equilibrio tra il diritto alla sicurezza e la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini europei.

In un’epoca segnata dalla digitalizzazione e dalle paure legate al cybercrime, la posizione tedesca rilancia un principio essenziale: la libertà digitale non è negoziabile.

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