Bruxelles accelera sulla difesa comune: il “muro di droni” al centro del piano europeo contro le minacce ibride
Bruxelles lancia il progetto del “muro di droni” per proteggere lo spazio aereo europeo dalle minacce russe e presenta il piano di riarmo Readiness 2030 con alleanze tecnologiche e investimenti storici nella difesa.
Bruxelles accelera sulla difesa comune: il “muro di droni” al centro del piano europeo contro le minacce ibride
Nel corso della plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato le nuove linee guida per la difesa dell’Unione, ponendo al centro dell’agenda il cosiddetto muro di droni. Il progetto, pensato per contrastare le incursioni russe nello spazio aereo dei Paesi membri, rappresenta una delle risposte più ambiziose di Bruxelles alla crescente instabilità dei confini orientali. Tuttavia, la realizzazione del piano resta complessa e richiederà tempi lunghi, a causa dei disaccordi tra le diverse cancellerie europee.
“Il muro dei droni è la nostra risposta alla realtà della guerra moderna”, ha dichiarato von der Leyen nel suo intervento. La presidente ha sottolineato la necessità di adattarsi a un nuovo scenario di minacce ibride, in cui la sproporzione tra i costi dei sistemi difensivi europei e la semplicità economica delle armi utilizzate da Mosca rischia di mettere in difficoltà l’intero sistema di sicurezza del continente. Ha poi richiamato l’esempio della Polonia, dove l’Unione ha dovuto schierare sistemi molto costosi per abbattere droni dal valore di poche migliaia di euro, definendo questa situazione “non sostenibile”.
Secondo la Commissione, l’Unione dovrà rispondere ai droni con i droni, sviluppando sistemi di difesa più economici e adattabili. Von der Leyen ha indicato l’Ucraina come modello di riferimento, ricordando come Kiev abbia costruito in poco tempo un’industria militare capace di reagire rapidamente alle minacce. La presidente ha spiegato che il governo ucraino sta già collaborando con alcuni Paesi europei e che la Commissione sta preparando un piano di aiuti per potenziare la produzione di droni, affinché anche l’Unione europea possa beneficiarne in futuro.
Il muro di droni non si limiterà alla sorveglianza aerea, ma includerà anche il controllo dei mari e del suolo lungo il fianco orientale dell’Unione. Von der Leyen ha sottolineato che non si tratta solo della protezione del confine orientale, ma della sicurezza complessiva dello spazio europeo, invitando l’Europa a “uscire dalla zona di comfort per scoraggiare chi vuole danneggiarci”, con un chiaro riferimento alla Russia e alla sua guerra ibrida.
Parallelamente al progetto, Bruxelles si prepara a presentare la roadmap del piano Readiness 2030, il nuovo programma di riarmo europeo ribattezzato ReArm EU. “L’agenda Readiness 2030 mobiliterà fino a 800 miliardi di euro per la difesa”, ha annunciato la presidente, precisando che si tratterà del “più grande aumento della spesa per la difesa nella storia della nostra Unione”. Il piano prevede inoltre l’attivazione di strumenti finanziari come il Safe, che dispone di 150 miliardi di euro in prestiti congiunti già sottoscritti da 19 Stati membri.
Von der Leyen ha poi sottolineato l’importanza di un coordinamento strategico con la NATO e ha annunciato la prossima presentazione della Preserving Peace Readiness Roadmap 2030, un documento che definirà obiettivi comuni e traguardi concreti per la sicurezza europea entro il prossimo decennio.
Infine, la presidente ha annunciato la nascita di nuove Alleanze tecnologiche nel settore della difesa, destinate a collegare start-up e grandi industrie per accelerare il passaggio dall’innovazione alla produzione operativa. L’obiettivo, ha spiegato, è costruire una base industriale della difesa che sia al tempo stesso garanzia di sicurezza e motore di crescita economica, anche attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale e delle strategie europee Apply AI e AI in Science.
Tra prudenza e determinazione, Bruxelles tenta così di delineare una nuova architettura della sicurezza europea, pronta a rispondere alle sfide tecnologiche e geopolitiche del prossimo decennio.
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