Avvenuto il quinto scambio di prigionieri tra Israele e Hamas: liberati tre ostaggi israeliani e rilasciati 183 detenuti palestinesi
Quinto scambio di prigionieri tra Israele e Hamas: liberati tre israeliani dopo 16 mesi di prigionia. Israele rilascia 183 detenuti palestinesi. Le Nazioni Unite commentano la ricostruzione di Gaza.
Avvenuto il quinto scambio di prigionieri tra Israele e Hamas: liberati tre ostaggi israeliani e rilasciati 183 detenuti palestinesi
Prosegue la complessa trattativa tra Israele e Hamas con il quinto scambio di prigionieri. Eli Sharabi, Ohad Ben Ami e Or Levy, cittadini israeliani detenuti da oltre 16 mesi a Gaza, sono stati rilasciati da Hamas e consegnati alla Croce Rossa dopo una cerimonia pubblica.
Parallelamente, Israele ha liberato 183 prigionieri palestinesi, segnando un nuovo capitolo in questo delicato equilibrio di scambi umanitari.
Durante la cerimonia di rilascio a Deir Al-Balah, i tre israeliani sono apparsi visibilmente provati, affiancati da miliziani armati e a volto coperto. I documenti per la loro liberazione sono stati firmati da un funzionario della Croce Rossa e un rappresentante di Hamas. Le immagini della cerimonia hanno suscitato forti reazioni a livello internazionale, in particolare per lo stato di salute dei prigionieri israeliani.
Netanyahu: “Immagini scioccanti”
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha definito le immagini del rilascio come “scioccanti”, sottolineando che non passeranno inosservate. Anche il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha commentato duramente, parlando di “crimine contro l’umanità” e invitando la comunità internazionale a prendere posizione.
Condizioni di salute precarie
Secondo i primi rapporti medici, le condizioni fisiche dei tre ostaggi sono risultate estremamente precarie. Eli Sharabi e Or Levy hanno perso rispettivamente circa 20 chili durante la prigionia. La testimonianza di Or Levy, che ha raccontato di essere rimasto scalzo per quasi 500 giorni e di aver potuto fare la prima doccia solo dopo mesi, descrive le dure condizioni a cui sono stati sottoposti. Il cibo era scarso: a volte ricevevano soltanto un quarto di pita al giorno, e l’accesso ai servizi igienici era limitato a due volte al giorno. La stessa Hagar Mizrahi, funzionaria del Ministero della Salute israeliano, ha confermato che i tre ostaggi rilasciati soffrono di grave malnutrizione.
L’ospedale Sheba di Tel Aviv, dove i tre sono stati trasferiti, ha confermato che le loro condizioni di salute sono “gravi” e necessitano di cure mediche urgenti. Yael Frenkel Nir, direttore dell’ospedale, ha dichiarato che questa è la situazione più critica mai riscontrata tra gli ostaggi rilasciati in questo contesto.
Ritorno dei prigionieri palestinesi a Gaza
In contemporanea, più di cento detenuti palestinesi liberati da Israele sono rientrati a Gaza, accolti da folle festanti. Tra di loro, molti hanno trovato le loro case distrutte e hanno dovuto piantare tende per rifugiarsi temporaneamente. La Croce Rossa ha chiesto che i futuri scambi di prigionieri avvengano in modo più riservato, evitando cerimonie pubbliche.
Mohammed, uno dei prigionieri rilasciati, ha raccontato alla stampa: “Durante i mesi di detenzione siamo stati completamente tagliati fuori dal mondo. Tornare a Gaza e vedere questa distruzione è stato uno shock.”
ONU: Possibile ricostruire Gaza senza sfollamenti
Intanto, il relatore speciale delle Nazioni Unite Balakrishnan Rajagopal ha dichiarato che è possibile avviare la ricostruzione della Striscia di Gaza senza costringere la popolazione palestinese a nuovi sfollamenti. Circa il 70% degli edifici di Gaza è stato distrutto, ma la ricostruzione potrebbe avvenire in un periodo di 5-10 anni.
Il nuovo governo libanese
Sempre nel contesto mediorientale, è stata annunciata la formazione del nuovo governo libanese, guidato da Nawaf Salam, dopo settimane di trattative. Le Nazioni Unite hanno definito l’evento come l’inizio di un “capitolo nuovo e promettente” per il Libano.
Le prospettive delle prossime settimane
Questo quinto scambio di prigionieri rappresenta un passo importante, ma non risolve le profonde tensioni tra Israele e Hamas. L’opinione pubblica israeliana chiede risposte su come sia stato possibile che cittadini siano stati rapiti in territorio israeliano e portati a Gaza. Il Consiglio di Ottobre, che rappresenta le famiglie degli ostaggi, ha richiesto una commissione d’inchiesta statale per fare chiarezza sugli eventi.
Mentre il mondo guarda con attenzione allo sviluppo della situazione, rimane la speranza che gli accordi di cessate il fuoco possano reggere, permettendo un futuro di pace e stabilità.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano