Argentina, tra scontri e proteste la tensione sale sotto il Governo Milei, 100 arresti e 20 feriti
Violenti scontri a Buenos Aires durante una protesta contro Milei: oltre 100 arresti e 20 feriti. Pensionati, ultras e sindacati in piazza.
Argentina, tra scontri e proteste la tensione sale sotto il Governo Milei, 100 arresti e 20 feriti
La tensione sociale in Argentina continua a crescere. Nella giornata di ieri, Mercoledì 12 marzo, una manifestazione settimanale dei pensionati a Buenos Aires si è trasformata in una battaglia urbana tra manifestanti e polizia. Il bilancio degli scontri è pesante: oltre 100 arresti, almeno 20 feriti e un fotografo in gravi condizioni. La protesta, inizialmente pacifica, è degenerata con l’intervento di gruppi ultras e militanti, portando a violenze senza precedenti. Questo evento segna uno dei momenti più critici dall’inizio del mandato del presidente ultraliberista Javier Milei.
Le radici della protesta
Da anni, ogni mercoledì i pensionati argentini scendono in piazza per denunciare il deterioramento del loro potere d’acquisto, un problema che si è acuito drasticamente nei primi mesi della presidenza di Milei. Il governo ha implementato misure di austerità e riforme economiche radicali, con l’obiettivo di ridurre il deficit pubblico. Tuttavia, il prezzo pagato dai cittadini, in particolare dagli anziani, è stato altissimo: svalutazione del peso argentino, inflazione galoppante e un aumento esorbitante del costo della vita.
Nel 2023 l’inflazione ha toccato il 211%, rendendo impossibile per molti pensionati sostenere le spese quotidiane. Sebbene da metà 2024 le pensioni minime siano state indicizzate all’inflazione su base mensile, il ritardo nelle rivalutazioni e il blocco temporaneo degli aumenti hanno causato enormi difficoltà economiche. Attualmente, la pensione minima è salita a circa 350.000 pesos (circa 328 dollari), ma resta insufficiente rispetto all’aumento del costo dei beni essenziali, in particolare farmaci e alimenti.
La manifestazione
La protesta del 12 marzo è stata particolarmente violenta a causa della partecipazione di gruppi di tifoserie organizzate, le cosiddette “barras bravas”, legate ai principali club di calcio argentini come River Plate, Boca Juniors, Racing e Independiente. Nei giorni precedenti, i social media avevano diffuso appelli affinché gli ultras si unissero alla manifestazione, con l’obiettivo di dare maggiore forza alla protesta.
Questa alleanza tra pensionati e tifosi ha trasformato il corteo in un evento molto più grande e caotico del solito. Quando i manifestanti si sono avvicinati al Congresso, la tensione è esplosa: gruppi di persone hanno lanciato sassi e bottiglie contro le forze dell’ordine, incendiato una moto e un’auto della polizia e dato fuoco a diversi cassonetti.
La reazione della Polizia e gli scontri
Le forze dell’ordine hanno fatto il possibile per controllare e gestire la manifestazione. Gli agenti hanno utilizzato gas lacrimogeni, spray al peperoncino, cannoni ad acqua e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti. Gli scontri si sono estesi dal Congresso fino a Plaza de Mayo, dove la tensione è rimasta alta per diverse ore.
Tra i feriti, il caso più grave è quello di Pablo Grillo, un fotografo indipendente di 34 anni, colpito da un proiettile mentre documentava la protesta.
Alla fine della giornata, il bilancio ufficiale parlava di oltre 100 arresti, sequestri di armi da fuoco, cartucce e coltelli.
Le dichiarazioni del Governo e le conseguenze politiche
La ministra Patricia Bullrich aveva avvertito nei giorni precedenti che qualsiasi episodio di violenza sarebbe stato represso con fermezza. Dopo gli scontri, il governo ha pubblicato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso alle manifestazioni sportive a chiunque si renda responsabile di atti di violenza nelle proteste pubbliche.
Un clima sociale sempre più teso
Gli scontri avvenuti rappresentano uno dei momenti più controversi della presidenza Milei. L’Argentina è attraversata da una profonda crisi economica e sociale, con una popolazione sempre più contraria alle riforme imposte dal governo.
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