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Angela Celentano, via libera a nuovi accertamenti sulla “pista turca”

Il gip di Napoli proroga di 120 giorni le indagini: Ankara non ha risposto alla rogatoria, emergono dubbi su possibili contatti sull’isola di Büyükada

Angela Celentano, via libera a nuovi accertamenti sulla “pista turca”

Una svolta processuale dopo 28 anni: il Gip del Tribunale di Napoli ha disposto una proroga di 120 giorni delle indagini sulla cosiddetta “pista turca” legata alla misteriosa scomparsa di Angela Celentano, avvenuta nel 1996 sul Monte Faito. La decisione segue il mancato riscontro alla rogatoria internazionale, nonostante i ripetuti solleciti dal Ministero della Giustizia italiano.

Al centro del fascicolo, sviluppato nel 2009 dalla DDA partenopea, una segnalazione di una cittadina italiana, Vincenza Trentinella. Secondo la sua testimonianza, Angela vivrebbe sull’isola turca di Büyükada insieme a un uomo cui la bambina avrebbe creduto essere suo padre, come da una foto rimasta agli atti. La gip Federica Colucci ha ritenuto che “permangono elementi di dubbio” e che la pista, pur controversa, vada esplorata più a fondo.

La famiglia, però, contesta la gestione delle comunicazioni. I genitori avrebbero appreso della proroga solo dai media e non dalla magistratura, e hanno espresso ufficialmente il loro rammarico. L’avvocato Ferrandino ha scritto una lettera al Gip, chiedendo trasparenza sull’esito delle indagini e puntualizzando che “ancora una volta apprendiamo dai mezzi di informazione” notizie attinenti al caso.

Da parte sua, la Turchia mantiene il silenzio. Il rinvio, stavolta di quattro mesi, risponde all’urgenza di ottenere risposte ufficiali alle rogatorie, finora rimaste inevase. In mancanza di qualsiasi collaborazione formale, il giudice ha scelto di lasciare aperta la pista e concedere tempo agli accertamenti.

Il braccio di ferro tra autorità italiane e turche si trascina da tempo: dopo una prima proroga di 180 giorni concessa nel 2023, ora si prolunga ancora l’indagine, per verificare potenziali snodi rimasti inconsistenti o mai esplorati.

Resta un mistero il silenzio di Ankara, e resta viva la speranza che la pista turca possa fornire elementi nuovi. Le prospettive di ricomporre il puzzle su Angela—oggi 31enne, se presente—si appoggiano all’esito della prossima fase investigativa e in particolare alle risposte formali alle rogatorie.

In attesa, prosegue il percorso giudiziario: i prossimi mesi serviranno a chiarire se le indagini resteranno un circolo di ipotesi o se emergeranno nuovi riscontri, magari da Büyükada, l’isola al centro di un’indagine che ha resistito al tempo.

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