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Alluvione storica in Vietnam: oltre 50 tra morti e dispersi, 70mila evacuati e danni per più di 100 milioni di dollari.

Piogge record stanno colpendo il Vietnam centrale dal 16 novembre. Oltre 50 tra vittime e dispersi, sommerse 68mila case e intere province paralizzate.

Alluvione storica in Vietnam: oltre 50 tra morti e dispersi, 70mila evacuati e danni per più di 100 milioni di dollari.

Tra il 16 e il 20 novembre il Vietnam centrale è stato travolto da un’ondata di piogge straordinariamente intense, così violente da dare origine a un’alluvione definita “storica” dalle autorità locali. In pochi giorni la situazione è precipitata: fiumi esondati, villaggi isolati, strade inghiottite dal fango e decine di migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case. Il bilancio è pesante: almeno 52 persone sono morte o disperse, oltre 70.000 abitanti sono stati evacuati e i danni già superano i 100 milioni di dollari.

Le zone più colpite sono quelle dell’altopiano centrale e della costa sud-orientale. Dak Lak, in particolare, è risultata devastata: qui si contano 16 vittime e oltre metà delle 68.000 abitazioni sommerse in tutto il Paese. Non va meglio a Khanh Hoa, dove la città costiera di Nha Trang è stata sommersa d’acqua, con 14 morti e quartieri interamente isolati. In alcune zone le piogge sono state talmente intense che in poche ore hanno riempito strade, negozi, scantinati e interi piani terra, rendendo impossibile perfino uscire di casa.

La situazione più drammatica si è registrata proprio a Nha Trang: nel quartiere di Tay Nha Trang, dove le precipitazioni non si sono fermate per giorni e il livello dell’acqua è salito così rapidamente da cogliere molti residenti completamente impreparati. Nei villaggi rurali dell’interno, invece, intere famiglie sono rimaste intrappolate dal fango mentre tentavano di mettere in salvo bestiame e raccolti.

Agricoltura in ginocchio e infrastrutture paralizzate

L’alluvione non ha colpito solo le case. L’impatto sull’agricoltura, uno dei pilastri economici del Vietnam, è estremamente pesante.
Sono stati distrutti 15.000 ettari di risaie e altre coltivazioni, mentre migliaia di animali da allevamento – spesso unica fonte di reddito per le famiglie contadine – sono morti o dispersi. Particolarmente grave è la situazione nelle piantagioni di caffè, già provate dalle tempeste dei mesi precedenti: il raccolto annuale rischia ora di subire un crollo significativo.

Anche le infrastrutture sono state duramente colpite. Frane diffuse hanno interrotto i collegamenti nelle zone montuose, bloccando passi e strade principali. La rete ferroviaria ha subito danni tali da costringere alla sospensione di numerose tratte, mentre in diversi aeroporti regionali si sono verificati allagamenti e disagi ai voli. In molte località l’elettricità è mancata per giorni: più di 52.000 case e negozi sono rimasti senza corrente.

Soccorsi in corso: un Paese mobilitato

Di fronte all’emergenza, il governo vietnamita ha mobilitato forze armate, Protezione civile e squadre di volontari. Le operazioni di soccorso sono complicate e spesso rischiose: nelle province di Gia Lai e Dak Lak, per esempio, i soccorritori hanno dovuto utilizzare barche per raggiungere le abitazioni allagate, sfondando tetti e finestre per liberare persone rimaste intrappolate.

Anche la comunità internazionale si è attivata. Unicef, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e Unione Europea hanno annunciato programmi di assistenza, inviando fondi e materiali destinati alle famiglie sfollate e alle aree più isolate. In molte città si stanno allestendo centri di accoglienza temporanei, mentre migliaia di volontari distribuiscono acqua potabile, cibo, medicine e coperte.

L’allerta non è finita: nuove piogge in arrivo

Nonostante gli sforzi, la situazione resta instabile. Il Centro nazionale di idro-meteorologia del Vietnam mantiene un’allerta elevata: sono previste nuove piogge intense soprattutto tra le province di Da Nang e Khanh Hoa, dove il terreno è ormai talmente saturo d’acqua da non riuscire più ad assorbire nemmeno moderate precipitazioni. Questo significa che il rischio di ulteriori inondazioni rapide e frane rimane molto alto.

Le autorità temono soprattutto nuovi cedimenti nelle aree montane e l’ennesima esondazione di fiumi che già scorrono al limite della capacità. Le comunità evacuate, per il momento, non potranno rientrare nelle proprie case.

Un disastro che riaccende il tema della vulnerabilità climatica

Il Vietnam è uno dei Paesi più esposti agli effetti dei cambiamenti climatici, e questa alluvione ne è l’ennesima dimostrazione. Le piogge estreme, sempre più frequenti negli ultimi anni, mettono a rischio la sicurezza di milioni di persone, oltre a compromettere agricoltura, infrastrutture e interi territori. Una crisi che richiama la necessità di investire in sistemi di protezione più resilienti, nella prevenzione dei rischi idrogeologici e in strategie di adattamento per le comunità più fragili.

La regione sta ora affrontando non solo l’emergenza immediata, ma anche la difficile prospettiva della ricostruzione. E mentre nuove piogge minacciano di aggravare la situazione, la priorità resta garantire sicurezza, sostegno e riparo ai cittadini ancora in pericolo.

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