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Alaska, attesa per il faccia a faccia Trump–Putin: summit alle 11 locali (21 italiane). Pace in Ucraina al centro del tavolo

Ad Anchorage incontro prima “senza testimoni”, poi con le delegazioni. In dubbio la conferenza stampa congiunta. Trump parla di “chance di pace” e ipotizza un trilaterale con Zelensky; Kiev frena: “Produttivo solo dopo il cessate il fuoco”.

Alaska, attesa per il faccia a faccia Trump–Putin: summit alle 11 locali (21 italiane). Pace in Ucraina al centro del tavolo.

Il summit di Anchorage: orari, formato e incognite

Conto alla rovescia per il summit più atteso dell’estate: Donald Trump e Vladimir Putin si incontrano oggi ad Anchorage (Alaska) alle 11:00 ora locale, corrispondenti alle 21:00 in Italia. L’agenda prevede un colloquio “senza testimoni”, con la sola presenza degli interpreti, prima del successivo confronto con le delegazioni. Resta incerta la conferenza stampa congiunta, annunciata in un primo momento e poi messa in dubbio dagli staff. Nelle ultime ore è circolata anche una lieve discrepanza sugli orari di avvio (11:00 secondo Washington, 11:30 secondo fonti del Cremlino), a conferma di una regia diplomatica ancora in movimento.

Temi sul tavolo: Ucraina, sicurezza e rapporti USA–Russia

Il dossier ucraino è il baricentro del vertice. Nelle anticipazioni, Trump ha evocato una “chance per la pace”, spingendosi a stimare un’alta probabilità di esito positivo e a ventilare, in caso di passi avanti, un successivo incontro trilaterale con Volodymyr Zelensky. Kiev mantiene però una linea di prudenza: per il ministro degli Esteri Andrii Sybiha, qualsiasi negoziato potrà risultare produttivo solo dopo un cessate il fuoco effettivo. Tra le ipotesi circolate negli ambienti diplomatici rientrano garanzie di sicurezza per l’Ucraina ancorate ma esterne alla NATO e, sul fronte russo, possibili aperture economiche in ambiti strategici; scenari che al momento restano tutti da verificare al vaglio dei leader.

La postura di Mosca e il canale preparatorio

Da Mosca filtra l’intenzione di chiarire in modo netto la propria posizione al tavolo. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha richiamato il lavoro preparatorio svolto nelle scorse settimane attraverso contatti con l’inviato statunitense Steve Witkoff, lasciando intendere che una parte della discussione sia già stata incardinata. Nelle dichiarazioni della vigilia, il Cremlino accredita l’idea di un riavvicinamento pragmatico con Washington e di possibili intese anche su stabilità strategica e nucleare, in un quadro che resta comunque condizionato dall’evoluzione della guerra.

Timeline della giornata e aspettative

La giornata del presidente americano prevede la partenza in mattinata presto dalla Casa Bianca, l’arrivo ad Anchorage e il rientro in serata (ora dell’Alaska), con chiusura dei lavori entro il tardo pomeriggio locale. L’esito politico del bilaterale sarà misurato su tre piani: segnali concreti verso un cessate il fuoco in Ucraina; definizione di garanzie di sicurezza credibili per Kyiv; eventuali commitment su dossier bilaterali (canali economici selettivi, controllo degli armamenti, misure di de-escalation). Resta il nodo comunicazione: se dovesse saltare la conferenza in coppia, i messaggi finali potrebbero arrivare separati, con narrative divergenti e letture contrapposte dell’incontro.

Il peso politico del vertice

Il summit di Anchorage è un banco di prova per la diplomazia euro-atlantica e per il sistema di sicurezza europeo. Una svolta richiederebbe passi verificabili sul terreno, mentre una fumata grigia rinvierebbe la partita ai canali tecnico-diplomatici già attivi. In ogni caso, la fotografia di oggi – colloquio ristretto, tempi serrati, comunicazione calibrata – segnala che il dossier Ucraina è entrato in una fase di test: il mondo guarda all’Alaska per capire se dalle parole si potrà passare a impegni concreti.

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