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Al vertice NATO all’Aja: via libera al 5 % del PIL per la difesa, con margini di flessibilità

Decisione unanime sull’obiettivo al 5 %, ma la Spagna ottiene uno scostamento transitorio a tutela delle spese sociali

Al vertice NATO all’Aja: via libera al 5 % del PIL per la difesa, con margini di flessibilità

I leader dell’Alleanza Atlantica hanno raggiunto un’intesa sull’adozione di un nuovo obiettivo comune per la spesa militare: il 5 % del prodotto interno lordo. La misura, proposta da tempo come rafforzamento degli standard difensivi in risposta a un contesto internazionale percepito come sempre più instabile, ha trovato un consenso diffuso tra i Paesi membri, pur con alcune richieste di modulazione da parte di governi con margini economici più ristretti.

Il piano prevede una ripartizione chiara delle risorse: il 3,5 % sarà destinato al mantenimento e all’ammodernamento delle capacità militari convenzionali, mentre il restante 1,5 % sarà investito nel rafforzamento della sicurezza informatica e delle infrastrutture critiche. Obiettivo dichiarato è quello di garantire una difesa multilivello, adeguata tanto agli scenari tradizionali quanto alle nuove minacce ibride.

In questo contesto, la Spagna ha chiesto e ottenuto una deroga temporanea per l’attuazione del target, segnalando l’impatto che un aumento repentino della spesa militare potrebbe avere su alcuni programmi sociali interni. Madrid ha ribadito il proprio impegno nei confronti della NATO ma ha sottolineato la necessità di tempi di adeguamento più graduali. Altre delegazioni, pur condividendo la finalità dell’accordo, hanno espresso la volontà di adattarne l’applicazione alle rispettive capacità fiscali.

Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha accolto la richiesta spagnola con pragmatismo, precisando che non si tratta di esenzioni permanenti, bensì di percorsi flessibili all’interno di un quadro comune. Tutti i Paesi saranno comunque tenuti a presentare piani dettagliati di attuazione entro il 2029, con verifiche annuali sullo stato di avanzamento.

La nuova soglia del 5 % non sostituisce il tradizionale impegno del 2 % del PIL in difesa – stabilito nel vertice del Galles del 2014 – ma lo amplia, evidenziando un cambiamento di passo nella percezione delle priorità strategiche dell’Alleanza. In particolare, la componente dedicata alla cyber-sicurezza è stata accolta con favore da numerosi membri, che ne riconoscono il ruolo sempre più centrale nella protezione delle democrazie occidentali.

Il compromesso raggiunto rappresenta un punto di equilibrio tra l’esigenza di rafforzare la deterrenza collettiva e la volontà di preservare la coesione interna all’Alleanza. In un momento in cui le tensioni globali mettono alla prova le relazioni multilaterali, l’accordo conferma l’intenzione dei membri NATO di proseguire sulla strada dell’integrazione strategica, nel rispetto delle specificità economiche di ciascun Paese.

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