Superbonus 110% tiene banco anche tra i social.
Nel tavolo del Superbonus organizzato oggi alle 16 al ministero dell’Economia, si è entrati nel dettaglio di eventuali modifiche al decreto, «ma non si può aspettare un’altra settimana». Lo ha detto il presidente dell’Ance, Federica Brancaccio – aggiungendo – «Per noi è fondamentale, oltre alle modifiche, trovare rapidamente una soluzione allo sbocco dei crediti incagliati».
Il presidente del Movimento 5 Stelle attacca il governo Meloni, definendo il provvedimento «gratis per le famiglie». Il leader di Azione replica: «Costa 120 miliardi per lo Stato».
Le associazioni chiedono che scendano in campo le partecipate, le uniche con la capacità sufficiente di acquistare la mole di crediti – 19 miliardi – che soffoca le imprese.
Il Governo, però, sta ancora studiando una soluzione con le banche, rifacendo insieme i conti sullo spazio fiscale che realmente hanno per assorbire ancora crediti dalle aziende.
Il Superbonus 110% continua a tenere testa anche sui social network. Dal Parlamento e dagli studi televisivi il Parlamento si trasferisce direttamente su Twitter. Protagonisti del botta e risposta di oggi sono Giuseppe Conte e Carlo Calenda.
Dopo lo smantellamento annunciato dal governo Meloni, le ultime dichiarazioni il presidente del M5S, il quale si dice impegnato da giorni a difendere il suo progetto di Superbonus, fanno alterare l’esponente del Terzo Polo.
L’ultima discussione nasce infatti da una dichiarazione dell’ex presidente del Consiglio riportata dal profilo Twitter di Ultimora.net.
Conte lancia un attacco all’esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia «Falso dire che costa 2mila euro a persona: è gratis per le famiglie, non per lo Stato. Non c’è logica politica se parli solo della spesa»
Calenda non ci mette molto a commentare il tweet «L’essenza del pensiero qualunquista. Non esiste qualcosa che è gratis per le famiglie e costa 120mld per lo Stato. Per la semplice ragione che lo Stato siamo noi. Lo Stato non è un signore ricco che elargisce soldi gratis. Lo Stato amministra le nostre tasse».
Il problema centrale, quindi, che resta ancora tutto da affrontare è quello che il ministro Giorgetti aveva definito «una bolla da 19 miliardi di euro».
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