Ryanair multata dall’Antitrust: 255 milioni per abuso di posizione dominante sul mercato italiano.
L’Agcm contesta alla compagnia irlandese una strategia durata due anni per ostacolare le agenzie di viaggio online e fisiche. Ryanair annuncia ricorso immediato e definisce la sanzione “bizzarra e infondata”
Ryanair multata dall’Antitrust: 255 milioni per abuso di posizione dominante sul mercato italiano.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha inflitto a Ryanair DAC, in solido con la capogruppo Ryanair Holdings plc, una sanzione da 255.761.692 euro per abuso di posizione dominante, contestando condotte che – secondo l’Autorità – si sono protratte da aprile 2023 ad almeno aprile 2025 e hanno inciso sul modo in cui le agenzie di viaggio (online e tradizionali) riescono a vendere e “combinare” i voli della low cost irlandese con altri servizi turistici. Il provvedimento, comunicato il 23 dicembre 2025, arriva al termine di un’istruttoria definita “articolata” e punta al cuore del modello distributivo della compagnia, da anni orientato alla vendita diretta sul proprio sito.
Il cuore dell’accusa: il controllo dell’“input” per le agenzie di viaggio
Nella ricostruzione dell’Agcm, Ryanair non viene contestata per la forza commerciale in sé, ma per il fatto di detenere una posizione dominante nel mercato “a monte”: quello del trasporto aereo di linea passeggeri da e per l’Italia (nazionale ed europeo) considerato come input indispensabile per chi costruisce pacchetti e offerte turistiche, dalle Ota (online travel agencies) alle agenzie fisiche. È su questo snodo che l’Autorità colloca l’abuso: una strategia volta a rendere più difficile – o più costoso sul piano tecnico ed economico – acquistare biglietti Ryanair su ryanair.com per rivenderli in combinazione con voli di altri vettori o con servizi aggiuntivi (hotel, assicurazioni, ecc.).
La “posizione dominante” secondo l’Agcm: quote e vantaggio competitivo
L’Antitrust lega la dominanza anzitutto alle quote: Ryanair avrebbe trasportato circa il 38-40% dei passeggeri sulle rotte complessive da e per l’Italia, con un trend indicato come crescente. Nel comunicato, però, l’Autorità aggiunge “numerosi altri indicatori” – non dettagliati nella nota sintetica – che, nel loro insieme, attribuirebbero alla compagnia potere di mercato e capacità di muoversi in modo relativamente indipendente da concorrenti e consumatori, anche per il “significativo distanziamento” rispetto alle performance dei principali rivali.
La strategia contestata: ostacoli crescenti in tre fasi
Il punto più delicato del dossier è la sequenza di iniziative che, sempre secondo Agcm, avrebbero reso l’operatività delle agenzie più complessa nel tempo. L’Autorità sostiene che già a fine 2022 Ryanair avrebbe iniziato a valutare ipotesi per ostacolare l’intermediazione, poi tradotte da metà aprile 2023 in misure progressivamente più incisive.
Nella prima fase, la compagnia avrebbe introdotto procedure di riconoscimento facciale destinate agli utenti con biglietti acquistati tramite agenzia e gestiti sul sito Ryanair. Nella seconda fase, a fine 2023 e con istruttoria già avviata, sarebbero comparsi blocchi totali o intermittenti dei tentativi di prenotazione delle agenzie (dal blocco dei pagamenti alla cancellazione massiva di account riconducibili a prenotazioni effettuate dalle Ota). Nella terza fase, a inizio 2024, Ryanair avrebbe imposto accordi di partnership alle Ota e successivamente il canale Travel Agent Direct alle agenzie fisiche, con condizioni che limiterebbero la possibilità di offrire il volo Ryanair insieme ad altri servizi, affiancando – come “persuasione”, secondo l’Autorità – blocchi intermittenti e una campagna comunicativa contro le Ota non aderenti, etichettate come “pirata”.
Che cosa cambia per i consumatori: prezzi, trasparenza e pluralità dell’offerta
La partita non è soltanto tra vettore e intermediari. L’Agcm sostiene, in sostanza, che ostacolando le agenzie si restringe la possibilità di creare offerte integrate e confrontabili, con un potenziale impatto su qualità e quantità dei servizi turistici disponibili. In termini pratici, meno combinabilità significa più difficoltà a costruire itinerari complessi (multi-tratta, multi-vettore), a confrontare pacchetti completi o a ottenere assistenza centralizzata tramite un intermediario.
Ryanair, invece, difende da anni l’idea opposta: la vendita diretta come garanzia di prezzo basso e trasparenza, riducendo costi di intermediazione. È una frattura classica delle piattaforme: da un lato l’efficienza della disintermediazione, dall’altro il rischio che il controllo dell’accesso diventi uno strumento per “chiudere” l’ecosistema e ridurre la competizione nei servizi collegati.
La replica di Ryanair: “provvedimento bizzarro e infondato”, ricorso immediato
La compagnia ha annunciato ricorso immediato, definendo la decisione “bizzarra e infondata”. Nella linea difensiva riportata da fonti finanziarie, Ryanair sostiene che il provvedimento tenti di ignorare e “ribaltare” una precedente pronuncia del Tribunale di Milano (gennaio 2024), che avrebbe riconosciuto benefici per i consumatori nel modello di distribuzione diretta e la capacità di offrire tariffe competitive. La società rivendica inoltre che gli accordi di distribuzione garantiscano trasparenza dei prezzi e tutela della disponibilità delle tariffe promozionali più basse su ryanair.com.
Un caso-simbolo per il mercato italiano: tra low cost, piattaforme e intermediazione
Il provvedimento si inserisce in un contesto in cui la crescita delle low cost ha trasformato radicalmente la filiera del viaggio: meno biglietteria tradizionale, più acquisto diretto, più servizi accessori venduti online. L’Agcm, però, sembra voler porre un limite quando la strategia commerciale di un operatore dominante incide sulle possibilità di concorrenza nel mercato dei servizi turistici “aggregati”, dove le agenzie – soprattutto le Ota – competono su comparazione, assistenza, pacchetti, garanzie e combinazioni multi-fornitore.
Se l’impianto dell’Autorità reggerà nei gradi successivi, il caso potrebbe diventare un precedente rilevante non solo per Ryanair, ma per l’equilibrio tra vettori e intermediari: il confine fra legittima protezione del canale diretto e abuso escludente, in mercati digitali e ad alta concentrazione, è destinato a tornare centrale anche nelle future controversie.
I prossimi passaggi: giudici, rimedi e implementazione tecnica
Ora lo scenario si sposta sul piano contenzioso: Ryanair punta all’annullamento della sanzione in appello, mentre per il mercato la variabile decisiva sarà la concreta efficacia dei rimedi tecnici (API/iFrame) e l’eventuale evoluzione dei rapporti contrattuali con Ota e agenzie fisiche. Nel frattempo, la decisione dell’Agcm fotografa un periodo in cui – almeno secondo l’Autorità – il controllo dell’accesso al prodotto “volo” sarebbe stato usato come leva per influenzare l’intera catena del valore turistica, dalla prenotazione alla costruzione del pacchetto.
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