Decreto bollette 2023: aiuti per famiglie e imprese.
Oggi -31 marzo 2023- scadranno gli aiuti contro il caro bollette, sia quelli messi in piedi per famiglie e imprese, sia il bonus sociale per chi è più in difficoltà.
Il Governo ha concentrato gran parte dei fondi a disposizione in manovra per prorogare le misure contro il caro energia fino al 31 marzo, la spesa è stata superiore ai venti miliardi di euro, con la grande incognita di cosa sarebbe successo dopo.
A pochi giorni dalla scadenza dei precedenti aiuti, però, arriva il rinnovo. Il 28 marzo il Governo ha approvato il nuovo decreto bollette contente numerose novità.
È stato approvato dal Consiglio dei ministri il decreto bollette 2023 che prevede aiuti per famiglie e imprese contro il caro energia. Per queste misure sono a disposizione 4.9 miliardi di euro.
Tra le misure approvate ci sono l’Iva al 5% sul gas, estesa anche per il teleriscaldamento e l’energia termica prodotta con l’uso del metano e l’azzeramento anche dei costi di oneri di sistema sulle bollette, ma solo per il gas.
È stato anche approvato il bonus sociale per le famiglie che hanno un valore ISEE fino a 15 mila euro. Quindi per le famiglie che hanno redditi svantaggiati lo sconto sarà direttamente diminuito in bolletta. Se si hanno almeno 4 figli a carico, l’asticella ISEE si eleva a 20 mila euro.
Sono, infine, agevolati i titolari di Reddito di Cittadinanza (Rdc) o Pensione di cittadinanza (Pdc). Questa misura però è stata prorogata per altri tre mesi, fino al 30 giugno.
Infine arriva la novità del nuovo incentivo al risparmio energetico per tutti i cittadini, senza limiti di reddito. Dal primo ottobre al 31 dicembre 2023 sarà erogato un contributo a compensazione delle spese di riscaldamento, una quota dissa in base alle zone climatiche.
Inoltre, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto su bollette, fisco e sanità approvato questa settimana dal Consiglio dei ministri.
Rispetto alle bozze circolate nel giorno del Cdm, gli articoli sono lievitati da 22 a 25.
In particolare, è stato aggiunto tra gli altri il cosiddetto scudo fiscale all’articolo 23, denominato ‘Causa speciale di non punibilità dei reati tributari’.
Lo scudo riguarda i reati di omesso versamento di ritenute dovute o certificate, omesso versamento di Iva e indebita compensazione.
Nel decreto si stabilisce che questi tre reati “non sono punibili quando le relative violazioni sono correttamente definite e le somme dovute sono versate integralmente dal contribuente secondo le modalità e nei termini previsti” dalla nuova tregua fiscale introdotta dalla legge di bilancio, “purché le relative procedure siano definite prima della pronuncia della sentenza di appello”.
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