CAMBIA LINGUA

Sovraffollamento spaziale: come l’AI e l’autopilota ASIMOV possono prevenire collisioni e migliorare la gestione dei detriti in orbita

Con il progetto ASIMOV, un consorzio di università e aziende, tra cui AIKO, sviluppa un "autopilota spaziale" intelligente per mappare e monitorare oggetti non cooperativi in orbita.

Sovraffollamento spaziale: come l’AI e l’autopilota ASIMOV possono prevenire collisioni e migliorare la gestione dei detriti in orbita.

Lo spazio, una risorsa fondamentale per le missioni scientifiche e tecnologiche, sta diventando sempre più affollato.

Nel 2025, si contano oltre 14.000 satelliti in orbita, a cui si aggiungono circa 27.000 oggetti tracciati, tra cui satelliti inattivi, stadi di razzi e detriti spaziali.

Questo crescente traffico in orbita, che ha registrato un incremento del 31% rispetto al 2023, solleva numerosi rischi, tra cui collisioni tra satelliti, inquinamento luminoso, interferenze nelle comunicazioni, cyber-attacchi e il malfunzionamento delle missioni spaziali.

Per affrontare queste sfide, un consorzio di università e aziende, tra cui AIKO, ha lanciato il progetto ASIMOV (Autonomous System for In-orbit Mapping and Observation of non-cooperative Vehicles).

Il progetto mira a sviluppare un “autopilota spaziale” intelligente, in grado di mappare e monitorare in autonomia oggetti inattivi o non cooperativi (come satelliti guasti o detriti spaziali), con l’obiettivo di effettuare ispezioni, manutenzione e, quando necessario, rimozione di questi oggetti.

AIKO, una scaleup torinese che sviluppa software avanzati basati su Intelligenza Artificiale e automazione per applicazioni spaziali, coordina il progetto con il supporto del Politecnico di Milano, della Technical University of Munich, di T4i e di Tiny Bull Studio. Il progetto è finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana.

Un autopilota spaziale per la gestione dei detriti

La crescente preoccupazione per il sovraffollamento spaziale ha spinto le comunità scientifiche e le aziende del settore a cercare soluzioni innovative.

Il progetto ASIMOV sviluppa una tecnologia di Guida, Navigazione e Controllo (GNC), che integra moduli di navigazione autonoma e algoritmi avanzati di Reinforcement Learning per pianificare le traiettorie di avvicinamento agli oggetti da monitorare.

In questo modo, il sistema sarà in grado di ispezionare e mappare i detriti senza bisogno di supporto da terra, aumentando la sicurezza e la sostenibilità delle operazioni spaziali.

Lorenzo Feruglio, CEO e Co-founder di AIKO, ha dichiarato:

“La tecnologia dell’intelligenza artificiale è un abilitatore chiave per ottimizzare il monitoraggio e la gestione dei satelliti. Con il nostro progetto, vogliamo rendere possibili operazioni di mappatura e controllo che fino a poco tempo fa erano impensabili. L’AI non è solo uno strumento di automazione, ma una tecnologia in grado di migliorare l’affidabilità e la sicurezza delle missioni spaziali.”

Il progetto ASIMOV non si limita alla creazione del software: l’infrastruttura di test del Politecnico di Milano, nella facility robotica ARGOS, è stata potenziata per simulare in laboratorio le condizioni orbitali e testare le soluzioni sviluppate.

Grazie all’approccio dual-use che combina lo sviluppo del software con il testing fisico, ASIMOV ha l’obiettivo di creare un prototipo operativo che possa essere applicato nel futuro delle operazioni di prossimità e in-orbit servicing.

Michèle Lavagna, professore ordinario di Meccanica del Volo al Politecnico di Milano, ha commentato:

“ASIMOV rappresenta una frontiera nuova nel controllo autonomo dei sistemi satellitari. Il nostro laboratorio replica la dinamica orbitale, e le tecnologie sviluppate saranno cruciali per le future operazioni di ispezione e manutenzione dei satelliti.”

Il problema del sovraffollamento spaziale e le soluzioni in atto

Il sovraffollamento spaziale ha ripercussioni dirette non solo sulla sicurezza, ma anche sulla ricerca scientifica.

Le mega-costellazioni di satelliti possono riflettere la luce solare, causando inquinamento luminoso e interferendo con le osservazioni astronomiche. Inoltre, i satelliti inattivi e gli stadi di razzi abbandonati contribuiscono al rischio di collisioni e alla formazione di nuovi detriti.

In risposta a questo, sono stati sviluppati programmi internazionali come lo Zero Debris Charter dell’ESA, che promuovono la progettazione sostenibile dei satelliti e la responsabilità condivisa nella gestione dei detriti spaziali. L’obiettivo finale è costruire un futuro orbitale sostenibile, dove l’accesso allo spazio è preservato per le generazioni future.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×