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Brescia, “Sognare, sperare e scrivere”: La narrazione come ponte tra le culture con Lilia Bicec

Brescia, Fondazione Brescia Musei da diversi anni si impegna a rafforzare il ruolo del museo come veicolo di coesione sociale, offrendosi al proprio pubblico quale luogo accogliente e inclusivo in grado di favorire il dialogo tra individui portatori di istanze culturali diverse. Attraverso il progetto “Museo e intercultura” propone, negli anni, iniziative sempre nuove che alternano momenti di riflessione (incontri, convegni, presentazione di libri..) a momenti di condivisione (corsi di formazione, visite in lingue differenti, narrazioni, momenti di festa).

In linea con questa mission Fondazione Brescia Musei insieme al Gruppo FAI “Ponte tra culture” – Delegazione Brescia, domenica 27 settembre aderisce alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato con l’incontro “Sognare, sperare e scrivere”. La narrazione come ponte tra le culture.

Protagonista del dialogo e scambio culturale è la scrittrice e giornalista moldava Lilia Bicec, da anni collaboratrice di entrambe le istituzioni promotrici nella veste di mediatrice culturale, che incentrerà il suo racconto attorno al tema della migrazione.

La scrittrice, racconta: “Attraverso la letteratura possiamo viaggiare, lasciarci guidare dalla narrazione e dall’immaginazione, attraverso mari e oceani, attraverso confini insormontabili ed entrare nell’anima delle nazioni, assaporare le loro pietanze, conoscere le loro usanze e capire altri popoli”.

Il pubblico verrà accompagnato in un racconto alla scoperta della storia personale di Lilia Bicec, giornalista moldava costretta dalla povertà a emigrare in Italia, a diventare una badante a lavorare in clandestinità e in condizioni umilianti. La sua storia personale funge da pretesto per raccontare le storie delle donne moldave che arrivano in Italia per lavorare in gran parte come baby-sitter e collaboratrici domestiche, denunciando come dalla Moldavia si sia registrato il più grande esodo al femminile della nostra epoca.
Il tema viene affrontato nel primo libro della scrittrice, “Miei cari figli vi scrivo”, edito da Einaudi nel 2013, in cui Bicec raccoglie le lettere quotidiane ai figli per spiegare le ragioni della sua assenza. Lettere, piene di amore e di dolore, che lei però non riuscirà mai a spedire.
Nel suo secondo libro, “Boomerang” di Europa Edizioni, esprime il punto di vista dei figli delle madri migranti, una generazione cresciuta smarrita e senza riferimenti a causa dell’assenza dei genitori.

L’ultimo romanzo “Lager 33” è ispirato invece, a fatti realmente accaduti nel corso della Seconda Guerra mondiale. Racconta le vicende di Vittorio, un alpino le cui vicissitudini si intrecciano con quelle di migliaia di deportati in Siberia. Una storia che narra di una forma di immigrazione forzata, all’epoca chiamata deportazione, che ha sconvolto la vita di migliaia di uomini e donne.

Alle ore 19.00, a chiusura della serata, la proiezione del film-documentario “C’è un posto per me nel mondo” di Francesco Conversano e Nene Grignaffini, produzione Movie Movie, realizzato dalla Rai per il noto programma Doc3.

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