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Bologna: a Ferragosto i musei civici rimangono aperti: le sedi e le mostre aperte

In occasione di Ferragosto, per la prima volta i Musei Civici di Bologna saranno aperti per l'intera giornata con orario uniforme e continuato dalle 10.00 alle 19.00.

Bologna: a Ferragosto i musei civici rimangono aperti: le sedi e le mostre aperte.

Bologna, 1 agosto 2024 – In occasione di Ferragosto, per la prima volta i Musei Civici di Bologna saranno aperti per l’intera giornata con orario uniforme e continuato dalle 10.00 alle 19.00.

Un’occasione speciale per accogliere durante la festività che segna il culmine della stagione estiva sia chi rimarrà in città per viverne appieno l’offerta culturale sia i turisti di prossimità e quelli internazionali che visiteranno Bologna per scoprirne il ricco patrimonio storico-artistico.
Le sedi museali visitabili giovedì 15 agosto 2024 saranno: Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo internazionale biblioteca della musica.
Aperto dalle ore 8.00 alle 18.00 anche il Cimitero Monumentale della Certosa, il più grande museo a cielo aperto della città, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO nell’ambito del progetto “Portici di Bologna”.
Rimarranno chiusi, per la consueta pausa estiva, il Museo del Patrimonio Industriale e il Museo civico del Risorgimento.

Dichiara Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna: “Siamo molto felici che i nostri Musei Civici di Bologna siano per la prima volta aperti per l’intera giornata di Ferragosto con orario uniforme e continuato: per noi è molto importante poter contribuire all’offerta culturale e di accoglienza della città per la cittadinanza e i turisti”.

Orari di apertura giovedì 15 agosto 2024
Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) ore 10.00-19.00
Museo Civico Medievale (via Alessandro Manzoni 4) ore 10.00-19.00
Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6) ore 10.00-19.00
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) ore 10.00-19.00
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00-19.00
Museo Morandi (via Don Giovanni Minzoni 14) ore 10.00-19.00
Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) ore 10.00-19.00

Per maggiori informazioni si invita a consultare il sito web www.museibologna.it.

Le mostre temporanee
Accanto alle collezioni permanenti che raccontano l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea, ricca e variegata è la proposta delle mostre temporanee in corso nel periodo estivo, in grado di attirare l’interesse di pubblici eterogenei.
Le iniziative espositive fanno parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.

 

Museo Civico Archeologico | Via dell’Archiginnasio 2
Atrio

Il Medagliere si rivela. Le due torri nelle medaglie e nelle monete del Museo Civico Archeologico di Bologna
A cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini
Periodo di apertura: fino al 26 agosto 2024
Orari di apertura: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica 10.00-19.00; chiuso martedì non festivi
Ingresso: gratuito
Telefono: +39 051 2757211
Sito web: www.museibologna/archeologico

Il Museo Civico Archeologico dedica una piccola esposizione di medaglie e di monete legate alla raffigurazione iconografica dei due monumenti simbolo della città felsinea, la Torre degli Asinelli e la Torre Garisenda, nell’ambito del progetto Il Medagliere si rivela volto a far conoscere al grande pubblico la ricchissima raccolta numismatica del museo.

L’approccio tematico si propone di valorizzare non solo il patrimonio del museo ma desidera anche proporre un focus sulla storia locale attraverso la fortuna che l’immagine delle due torri ha conosciuto nella produzione numismatica attraverso 25 esemplari tra monete, conii e medaglie, che coprono un arco temporale compreso tra XV e XXI secolo.

Asinelli e Garisenda sono le torri più celebri di Bologna, da molti secoli simbolo identificativo della città per i suoi abitanti e per i viaggiatori, e oggi per i numerosi turisti che la visitano. Inizialmente tuttavia, quelle che oggi sono gli edifici iconici dello skyline bolognese, si trovavano in un tessuto urbano caratterizzato dalla presenza di oltre 100 torri, oggi in amplissima parte scomparse o celate, tra i palazzi del centro storico.

Nonostante la loro fama, poco si conosce delle ragioni e del contesto che portarono alla costruzione della Asinelli e della Garisenda, avvenuta tra la fine dell’XI e il XII secolo. La loro rappresentazione fa la prima comparsa nella monetazione locale agli inizi del XV secolo, in relazione con una delle fasi più significative dell’affermazione del Comune e dello spirito civico. A caratterizzarne l’immagine è la forte inclinazione della Garisenda rispetto alla torre degli Asinelli, pendenza che le arti figurative non hanno mancato di esasperare per rendere univoca l’identificazione, arrivando a trasformare l’immagine della diade in una vera e propria icona.

 

Sala Mostre

I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer
A cura di Alessandro d’Onofrio, Alexander Höbel, Gregorio Sorgonà, Carlo De Maria
Periodo di apertura: fino al 25 agosto 2024
Orari di apertura: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica 10.00-19.00; chiuso martedì non festivi
Ingresso: gratuito
Telefono: +39 051 2757211
Sito web: mostra.enricoberlinguer.org

Enrico Berlinguer (Sassari, 25 maggio 1922 – Padova, 11 giugno 1984) è stato uno dei protagonisti della storia politica del Novecento. Segretario del Partito Comunista Italiano dal 1972 al 1984, e prima ancora militante e dirigente del suo partito. Leader di rara caratura morale, radicato nel Paese reale e stimato dai suoi oppositori. Capace di una visione politica moderna e lungimirante ancora attuale, Enrico Berlinguer è vivo nella memoria collettiva delle generazioni che lo hanno conosciuto e amato e in quelle successive che, pur non avendo vissuto la sua epoca, lo considerano ugualmente un simbolo.

Nella ricorrenza del centenario dalla sua nascita, e a quaranta anni dalla morte, l’obiettivo della mostra I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer è quello di contribuire a ravvivare il lascito politico di Enrico Berlinguer ripercorrendone la biografia attraverso materiali originali audiovisivi, sonori, fotografici e documenti di archivio, presentati in cinque sezioni tematiche: Gli affettiIl dirigenteNella crisi italianaLa dimensione globaleAttualità e futuro.

Il progetto espositivo è ideato, organizzato e realizzato da Associazione Enrico Berlinguer – Per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale della sinistra italiana, Fondazione Duemila – Centro studi e ricerca sulla cultura, la formazione, l’innovazione politica e amministrativa e Centro studi e ricerche Renato Zangheri, in collaborazione con Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico Archeologico e con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna.

 

Museo Civico Medievale | Via Alessandro Manzoni 4
Conoscenza e Libertà. Arte Islamica al Museo Civico Medievale di Bologna
A cura di Anna Contadini
Periodo di apertura: fino al 15 settembre 2024
Orari di apertura: martedì, giovedì 10.00-14.00; mercoledì, venerdì 14.00-19.00; sabato, domenica, festivi 10.00-19.00; chiuso lunedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale giovani 19-25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: +39 051 2193916 / 2193930
Sito web: www.museibologna.it/medievale

L’esposizione Conoscenza e Libertà. Arte Islamica al Museo Civico Medievale di Bologna, nata da un progetto di ricerca scientifica tra Musei Civici d’Arte Antica di Bologna e SOAS University of London, intende valorizzare la collezione di materiali islamici, rari e di altissima qualità, appartenenti al patrimonio del Museo Civico Medievale di Bologna e promuovere la riscoperta di vicende e percorsi che, da secoli, costituiscono una parte significativa della storia culturale della città e non solo, per superare pregiudizi e stereotipi.

Attraverso la lente della decolonizzazione, la mostra intende contribuire a trasformare gli approcci ereditati sulla ricezione della creatività artistica musulmana e favorirne una più corretta comprensione, rivelando l’importantissima influenza che le culture materiali di produzione islamica hanno svolto sull’arte e sul pensiero occidentali. In Italia l’incontro tra Oriente e Occidente è stato caratterizzato dallo scambio, dall’adozione e dall’adeguamento – nelle tecniche, nei motivi e nei modelli – dei principali linguaggi con cui si è espressa nei secoli la cultura artistica islamica: dalla scrittura, iconografia principale e distintiva, ai filoni decorativi dell’ornato geometrico e dell’arabesco.

Realizzati in materiali diversi, i 38 manufatti esposti – tra metalli, ceramiche, maioliche, vetri e manoscritti – provengono da un’ampia fascia geografica del mondo islamico che si estende dall’Iraq fino a Turchia, Siria, Egitto e Spagna, e coprono un ampio arco cronologico, dall’inizio del XIII al XVIII secolo, rappresentando la produzione artistica delle dinastie Abbaside, Zangide, Ayyubide, Mamelucca e Ottomana.

La mostra è realizzata in collaborazione con Museo di Palazzo Poggi – Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e Dipartimento di Storia Culture e Civiltà | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

 

Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio | Piazza Maggiore 6
Ludovico e Annibale Carracci. Storie antiche per due camini bolognesi nella collezione Michelangelo Poletti
A cura di Angelo Mazza
Periodo di apertura: fino al 22 settembre 2024
Orari di apertura: martedì, giovedì 14.00-19.00; mercoledì, venerdì 10.00-19.00; sabato, domenica, festivi 10.00-18.30; chiuso lunedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale giovani 19-25 anni € 2 | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: +39 051 2193998
Sito web: www.museibologna.it/collezionicomunali

Nucleo centrale del progetto espositivo Ludovico e Annibale Carracci. Storie antiche per due camini bolognesi nella collezione Michelangelo Poletti, allestito nella Sala Urbana delle Collezioni Comunali d’Arte, sono due affreschi raffiguranti Alessandro Magno e Taide incendiano Persepoli, di Ludovico Carracci (Bologna, 1555 – 1619), e Morte di Didone, di Annibale Carracci (Bologna, 1560 – Roma, 1609), che furono eseguiti intorno al 1592 per due camini di Palazzo Lucchini, in Piazza Calderini a Bologna, poi passato alle famiglie Angelelli, Zambeccari e infine Francia Comi.
L’affresco di Annibale Carracci non è mai stato esposto in pubblico, mentre quello di Ludovico Carracci ha fatto apparizione un’unica volta, nel 1993, nella mostra monografica sull’artista curata da Andrea Emiliani e allestita tra il Museo Civico Archeologico e la Pinacoteca nazionale di Bologna.

Dichiarati opere di eccezionale valore storico e artistico, gli affreschi sono stati aggiudicati in asta nel 2022 dall’imprenditore Michelangelo Poletti, la cui collezione specializzata nella pittura bolognese ed emiliana tra Cinque e Settecento arreda il castello di San Martino in Soverzano nel Comune di Minerbio.

Grazie alla generosità dell’attuale proprietario, queste straordinarie testimonianze della civiltà artistica bolognese vengono presentate al pubblico dopo il lungo intervento conservativo eseguito tra il 2023 e il 2024 da Giovanni Giannelli del Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale che le ha restituite a condizioni ottimali di leggibilità.

Accanto agli affreschi sono esposte due incisioni ad acquaforte di Carlo Antonio Pisarri (Bologna, 1706 – 1790) tratte da essi, concesse in prestito dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, e alcuni dipinti dei celeberrimi cugini e delle loro botteghe, realizzati per contesti diversi e su vari supporti, conservati alle Collezioni Comunali d’Arte.

 

Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | Strada Maggiore 44
Mrs Thomas Gainsborough in visita a Bologna dalla collezione Rau per l’UNICEF
A cura di Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti
Periodo di apertura: fino al 6 ottobre 2024
Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì 10.00-15.00; venerdì 14.00-18.00; sabato, domenica, festivi 10.00-18.30; chiuso lunedì non festivi
Ingresso: gratuito
Telefono: +39 051 236708
Sito web: www.museibologna.it/daviabargellini

I Musei Civici d’Arte Antica di Bologna presentano un nuovo focus monografico incentrato su un’unica opera di un altro dei massimi protagonisti della pittura europea del Settecento con il dipinto Portrait of Mrs Gainsborough (Ritratto della signora Gainsborough) eseguito da Thomas Gainsborough (Sudbury, 1727 – Londra, 1788).

L’opera proviene dall’Arp Museum Bahnhof Rolandseck di Remagen, in Germania, dove è conservata in prestito a lungo termine come parte della collezione di Gustav Rau, medico e filantropo che nell’arco di 40 anni ha raccolto una delle più belle e importanti collezioni d’arte private, nota a livello mondiale

L’eccezionale opportunità espositiva si inserisce nell’ambito della rassegna Ospiti promossa fin dal 1996 dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna come attività di valorizzazione del patrimonio e sviluppo delle relazioni scientifiche con istituzioni museali italiane e internazionali, attraverso lo scambio di opere attivato in occasione di prestiti per esposizioni temporanee.

L’iniziativa offre l’occasione per ammirare lo straordinario virtuosismo di Thomas Gainsborough, celebre per i raffinati paesaggi naturalistici e i numerosi ritratti ufficiali di esponenti dell’alta borghesia e aristocrazia britanniche, attraverso una raffigurazione della moglie Margaret Burr (Sudbury, 1728 ca. – Londra, 1798). Eseguito intorno al 1777, il dipinto esemplifica la capacità dell’artista di restituire con fare improvvisatorio e sorprendente immediatezza la fisionomia dei suoi ‘modelli’, rendendoli quanto mai naturali e spontanei.

Un affine spirito di naturalezza si coglie nel ritratto di Johann Christian Bach realizzato dallo stesso Gainsborough intorno al 1775-1776 e conservato a Bologna, presso il Museo internazionale e biblioteca della musica, di cui una seconda versione si trova alla National Portrait Gallery di Londra.

 

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Via Don Giovanni Minzoni 14
Orari di apertura: martedì, mercoledì 14.00-19.00; giovedì 14.00-20.00; venerdì, sabato, domenica, festivi 10.00-19.00; chiuso lunedì non festivi
Telefono: +39 051 6496611
Sito web: www.museibologna.it/mambo

Sala delle Ciminiere
Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A
A cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni con l’assistenza curatoriale di Sabrina Samorì
Periodo di apertura: fino al 29 settembre 2024
Ingresso: intero € 6 | ridotto € 4

Promossa dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna in occasione del 44°anniversario della strage di Ustica, la mostra Robert Kuśmirowski. P E R S O [A] N O M A L I A fa eco al tragico evento del 27 giugno 1980 affidando al linguaggio del contemporaneo una riflessione sulla memoria collettiva in un particolare momento di ripiegamento della storia su se stessa.

Sul filo di questa evocazione, l’artista polacco esplora la complessità del ricordo e dell’oblio attraverso grandi installazioni, ideate per la Sala delle Ciminiere del MAMbo, in cui si combinano elementi visivi, sonori e sensoriali. La serie di ambienti, di diversa natura e per la maggior parte inediti, dialogano tra loro creando un ponte tra passato e presente che genera nello spazio museale un’atmosfera sospesa ed enigmatica.

Le installazioni sono state costruite manualmente dall’artista utilizzando elementi e arredi in parte provenienti dal suo archivio e in parte scelti presso Freak Andò Antiquariato Modernariato Design, partner tecnico della mostra. Un lungo lavoro di ricerca ha preceduto la selezione degli oggetti, trasformati in simboli carichi di significato.

L’arte di Robert Kuśmirowski si distingue per la sua singolarità nell’esplorare il potenziale non completamente liberato o espresso degli oggetti che abitano le nostre vite, restituendo loro la possibilità di rilasciare quell’eccedenza di senso che l’assuefazione, l’incuria e la denutrizione intellettuale delle persone non ha del tutto sottratto loro.
La mostra è realizzata con il contributo di Istituto Polacco di Roma, Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica Polacca e Adam Mickiewicz Institute, con il supporto di Foksal Gallery Foundation.

 

Project Room
UNA RICERCA POLIVALENTE. ESPERIENZE DAL CENTRO VIDEO ARTE DI FERRARA
A cura di Chiara Vorrasi e Uliana Zanetti
Periodo di apertura: fino al 13 ottobre 2024
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale € 2 giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura

Il progetto, realizzato attraverso una collaborazione tra il museo bolognese e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e curato da Chiara Vorrasi, conservatrice responsabile delle Gallerie ferraresi, e Uliana Zanetti, responsabile del patrimonio del MAMbo, intende celebrare le attività, a circa cinquant’anni dalla fondazione e a trenta dalla chiusura, del Centro Video Arte di Ferrara, unica istituzione artistica espressamente dedicata in Italia alla produzione di video-tape.
Ideato da Lola Bonora nel 1973, e da lei stessa guidato per l’intero corso della sua durata, il Centro Video Arte diviene sin dal suo esordio parte integrante della Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara diretta da Franco Farina.

Avvalendosi del supporto tecnico di Carlo Ansaloni e Giovanni Grandi, il Centro esplora ogni possibilità di applicazione del video in ambito artistico, spaziando dalla video-documentazione alla produzione di video-opere, dall’impiego del video-tape in chiave didattica alla sua sperimentazione in interventi di carattere sociale.

In relazione alle profonde trasformazioni in corso all’epoca, tanto sul piano politico-amministrativo quanto su quello artistico, il Centro declina le potenzialità produttive e comunicative dei nuovi mezzi tecnologici non solo agendo sul versante dell’informazione e della divulgazione, ma anche incentivando lo sviluppo di nuove forme d’arte e di pratiche inedite di coinvolgimento e partecipazione.

L’esposizione offre alcuni importanti saggi di due particolari percorsi operativi che hanno maggiormente caratterizzato il Centro Video Arte di Ferrara: la video-registrazione di performance da un lato e la video-scultura dall’altro.

 

Reception, foyer, mezzanino e primo piano
FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024
A cura di Fabiola Naldi
Periodo di apertura: fino al 1 settembre 2024
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale € 2 giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura

FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024 nasce dalla lunga ricerca condotta dalla curatrice Fabiola Naldi intorno al percorso intellettuale di Francesca Alinovi (Parma, 1948 – Bologna, 1983), ricercatrice, critica militante e attenta studiosa dei fenomeni creativi più sperimentali emersi negli anni Settanta e Ottanta, la cui breve e originale parabola ha lasciato un segno incancellabile nella critica d’arte della seconda metà del Novecento.

L’intento è, in particolare, ricordare il quarantesimo anniversario di Arte di frontiera. New York Graffiti, mostra ideata da un progetto di Francesca Alinovi la quale fu in grado di riconoscere nell’originaria forza spontanea dei writers, osteggiata dai promotori del decoro d’ordinanza delle città occidentali, una carica vitalistica mai riscontrata in altri movimenti.

FRONTIERA 40 Italian Style Writing 1984-2024 si interroga sull’eredità storica e critica che quella iniziativa, seminale nel contaminare sistema dell’arte ufficiale e realtà urbana del Writing, ha avuto fino ai nostri giorni, riprendendo gli appunti, le suggestioni e la documentazione dei viaggi americani di Francesca Alinovi.

La mostra al MAMbo si focalizza sul lavoro di 181 tra le migliori rappresentanze italiane dello Style Writing che, partendo dall’arte di frontiera, quella che secondo Alinovi si poneva “entro uno spazio intermedio tra cultura e natura, massa ed élite, bianco e nero, aggressività e ironia, immondizie e raffinatezze squisite”, si spingono verso nuove possibilità di espressione che contemplino la pittura ambientale come un nuovo orizzonte, suggestione peraltro elaborata dalla stessa Alinovi.

Le opere esposte sono perlopiù realizzate su carta, nelle sue infinite variabili, ma anche su tessuti e supporti di altro genere sui quali si è intervenuti con grafite, pennarelli, marker, colori acrilici e talvolta attraverso l’utilizzo di tecniche miste proto o pseudo collage che hanno dato origine a nuovi vocabolari stilistici.

I lavori sono inseriti in 11 teche, dislocate in diversi spazi del MAMbo (reception, foyer, mezzanino e primo piano), che forniscono al pubblico una nuova e inedita chiave di lettura di un movimento a cui la critica d’arte non ha rivolto la giusta attenzione.

Un flyer esplicativo e una mappa esemplificativa, utili, partendo dal 1984 e dalla mostra Arte di frontiera. New York Graffiti, ad approfondire il progetto e necessari per lo storytelling del fenomeno dei writers nella sua evoluzione, sono consultabili sul sito web interamente dedicato al progetto frontiera40.com, nel quale è inoltre possibile trovare dei testi di Francesca Alinovi e di Fabiola Naldi.

 

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi | Via Don Giovanni Minzoni 14
TRAMANDO. Francesco Arcangeli tra la Pinacoteca nazionale e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna
A cura di Lorenza Selleri e Uliana Zanetti
Periodo di apertura: fino al 6 gennaio 2025
Orari di apertura: martedì, mercoledì 14.00-19.00; giovedì 14.00-20.00; venerdì, sabato, domenica, festivi 10.00-19.00; chiuso lunedì non festivi
Ingresso con biglietto museo: intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto speciale € 2 giovani 19-25 anni | gratuito possessori Card Cultura
Telefono: +39 051 6496611
Siti web: www.museibologna.it/mambo | www.museibologna/morandi

Nell’ambito del progetto Tramando. Francesco Arcangeli tra la Pinacoteca nazionale e la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, con il quale la Pinacoteca nazionale di Bologna, il Museo Morandi e il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna rendono omaggio a Francesco Arcangeli (Bologna, 1915 – 1974) nel cinquantesimo anniversario della morte, le tre sedi museali presentano un progetto espositivo condiviso che, declinato in tre itinerari, propone una lettura di parte del loro patrimonio attraverso le parole del grande storico e critico d’arte.

Si tratta di un viaggio nelle tre collezioni che interessa opere e artisti amati e studiati dal critico e che riflette la sua idea di continuità tra l’arte del passato e quella del presente. Ad accompagnare i visitatori sono speciali didascalie con brani tratti da suoi testi accostati alle opere selezionate.

Il termine Tramando, che dà il nome all’intero progetto e alla mostra diffusa fra i tre musei, è una parola chiave della visione critica di Arcangeli. Tramando è per lui un filo nascosto di pensiero, di una inconscia affinità di visione del mondo, che lega artisti diversi nel tempo e nello spazio e permette di ritrovare denominatori comuni. È la tradizione nella quale si è nati e si cammina e che lasceremo alle generazioni che seguiranno.

Questo è il filo conduttore dei tre itinerari nelle sedi museali bolognesi con le quali Arcangeli ebbe modo di lavorare. Egli fu infatti al fianco di Cesare Gnudi e Andrea Emiliani negli anni della loro direzione della Pinacoteca e fu direttore della Galleria Comunale d’Arte Moderna – oggi MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – dal 1958 al 1968.

Al Museo Morandi sei dipinti e quattordici acqueforti della collezione sono accompagnati da commenti e interpretazioni tratti dalla monografia dedicata all’artista bolognese, Giorgio Morandi (1964), e dal testo Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana (1970).

La selezione dei testi intende avvicinare il pubblico all’altissima qualità letteraria della prosa di Francesco Arcangeli, magistrale interprete dell’opera morandiana.
All’interno delle collezioni del MAMbo, invece, i visitatori possono leggere, accanto a tre opere, scelte tra le tante acquisite da Francesco Arcangeli per la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna negli anni della sua direzione, alcuni suoi brani tratti da presentazioni e saggi.

 

Museo internazionale e biblioteca della musica | Strada Maggiore 34
Wandrè La chitarra del futuro
A cura di Marco Ballestri
Con la collaborazione di Oderso Rubini e I Partigiani di Wandré (Paolo Battaglia, Gianfranco Borghi, Luca e Loris Buffagni, Riccardo Cogliati, Mirco Ghirardini, Giorgio Menozzi, Johnny Sacco, Adelmo Sassi)
Periodo di apertura: fino all’8 settembre 2024
Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì 11.00-13.30 / 14.30-18.30; venerdì 10.00-13.30 / 14.30 – 19.00; sabato, domenica, festivi 10.00-19.00; chiuso lunedì non festivi
Ingresso: gratuito
Telefono: +39 051 2757711
Sito web: www.museibologna.it/musica

Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna dedica una mostra alla figura leggendaria di Antonio “Wandrè” Pioli (Cavriago, 1926 – 2004), fondatore negli anni Cinquanta della prima fabbrica di chitarre elettriche in Italia e inventore di alcuni dei modelli più innovativi e sperimentali nella storia mondiale di questo strumento, vere e proprie opere d’arte pop intrise di futurismo, surrealismo, metafisica e astrattismo, ancora oggi tra le più ricercate dai collezionisti di ogni paese.

Wandrè è un marchio italiano noto per la sua eccentricità e sperimentalità, all’avanguardia negli anni ’60, grazie al genio di Antonio Vandrè Pioli, conosciuto come Wandrè: artista, imprenditore, partigiano, artigiano e soprattutto uno dei liutai più innovativi del secolo scorso. Le chitarre Wandrè, definite “sculture sonore”, viaggiano per il mondo come creature uniche, distanti dai modelli convenzionali dell’epoca, portando con sé una visione unica.

Il progetto espositivo Wandrè La chitarra del futuro presenta oltre 50 pezzi tra chitarre, bassi e contrabbassi, ognuna con la sua storia e con la sua personalità unica: pezzi iconici e irripetibili per forma, colore, tecnica e materiali utilizzati. Il percorso, contestualizzato con altre opere dell’artista realizzate dal 1970 alla fine degli anni ’90, esprime molto bene il carattere di Wandrè: pop e al contempo psichedelico, dieci anni prima della psichedelia.

Il percorso di visita si completa con il documentario Wandrè. Utopia elettrica (2024/23’30”), un progetto di Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura e Paesaggio realizzato da 3D Produzioni.

La mostra è realizzata in collaborazione con Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura e Paesaggio, con la sponsorship tecnica di Assimusica Cremona, e si inserisce nelle iniziative organizzate per celebrare il ventesimo anniversario del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.

Bologna: a Ferragosto i musei civici rimangono aperti: le sedi e le mostre aperte

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