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Trieste, migranti spediti dalla Cina in Italia per essere sfruttati: 9 arresti

Una volta in Italia, venivano prelevati da connazionali che li trasportavano in auto presso un punto di smistamento

Trieste, migranti spediti dalla Cina in Italia per essere sfruttati: 9 arresti.

La Polizia di Stato di Trieste, sotto la direzione Direzione Distrettuale Antimafia, ha recentemente portato a termine un’operazione di Polizia Giudiziaria che ha consentito di sgominare un sodalizio criminale cinese dedito al favoreggiamento all’immigrazione irregolare attraverso la cosiddetta “rotta balcanica”.

Le indagini sono state avviate a seguito dell’arresto di un cittadino cinese, effettuato ad aprile nel corso dei controlli di frontiera lungo la fascia confinaria di Trieste, poiché intercettato mentre stava trasportando quattro cinesi irregolari appena entrati in territorio nazionale dalla Slovenia.

I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di accertare l’esistenza di un consistente e continuo flusso di cittadini cinesi irregolari che, a piccoli gruppi, venivano fatti arrivare in aereo ai confini esterni europei in Paesi (prevalentemente in Serbia) dove entravano in esenzione di visto e poi, da lì, venivano accompagnati in auto, attraverso Bosnia Herzegovina, Croazia e Slovenia, sino al confine di Stato italiano.

Trieste, migranti spediti dalla Cina in Italia per essere sfruttati 9 arresti

Una volta in Italia, venivano prelevati da connazionali che li trasportavano in auto presso un punto di smistamento: una vera e propria “casa sicura”, sita a Cazzago di Pianiga (VE), dove i clandestini sostavano per uno o due giorni, e da dove venivano poi prelevati da altri autisti che si occupavano di condurli alle destinazioni finali, per lo più in Italia (quali Venezia, Milano, Prato etc..), ma anche in altri Paesi europei quali Francia e Spagna.

Durante la permanenza nella casa sicura, venivano ritirati i passaporti usati durante il viaggio, che venivano poi rispediti in Cina. Il che significa che, da quel momento in poi, i clandestini diventavano dei veri e proprio fantasmi, destinati ad un severo sfruttamento fino all’estinzione del debito contratto per il viaggio; relegati in laboratori, sartorie, etc., senza alcuna possibilità di una vita libera o semilibera, senza assistenza medica, senza nulla, se non un giaciglio ed un luogo dove lavorare a oltranza, fino al ritorno in Cina dopo qualche anno.

Una sorta di schiavitù a tempo, accettata volontariamente, ma pur sempre inaccettabile per il nostro ordinamento e per la nostra etica. Gli stranieri irregolari complessivamente individuati nel corso delle attività investigative ammontano a settantasette, tra cui vi sono anche molte donne ed alcuni minori, tra i 15 ed i 18 anni.

Nove invece i cittadini cinesi complessivamente arrestati nel corso dell’operazione per favoreggiamento aggravato all’immigrazione irregolare, di cui otto sorpresi all’atto di attuare i trasferimenti illegali dal confine italo sloveno sino alle rispettive destinazioni ed uno ritenuto il prevalente organizzatore del progetto criminoso.

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