Tragedia a Napoli: Arcangelo Correra muore per un “gioco” con una pistola, terza vittima tra i giovani in 17 giorni
Arcangelo Correra, 18 anni, è morto colpito alla testa durante un tragico incidente con un’arma maneggiata da un amico. È il terzo giovane a perdere la vita tra Napoli e provincia in meno di tre settimane, mentre crescono le richieste di interventi per fermare la violenza.
Tragedia a Napoli: Arcangelo Correra muore per un “gioco” con una pistola, terza vittima tra i giovani in 17 giorni.
La morte di Arcangelo Correra, avvenuta nel cuore della Napoli antica, sembrava in un primo momento l’esito di un’esecuzione: un colpo alla testa, freddo e preciso, nel buio delle prime ore dell’alba. Tuttavia, con il progredire delle indagini, il quadro si è rivelato diverso, spostando l’attenzione da un agguato premeditato a un gioco pericoloso sfociato in tragedia. Arcangelo, a soli 18 anni, era un altro giovane caduto vittima di una spirale di violenza che sembra non conoscere fine tra Napoli e la sua provincia, un contesto dove sempre più adolescenti perdono la vita tra sparatorie, vendette, e giochi finiti male.
La svolta nelle indagini è arrivata in serata, quando un suo amico e parente, Renato Caiafa, si è recato spontaneamente alla questura per raccontare la sua versione dei fatti. Renato, 19 anni, è il fratello minore di Luigi Caiafa, morto nel 2020 in una sparatoria durante una rapina. Secondo quanto dichiarato, Renato stava maneggiando una pistola pericolosamente: forse per testare l’arma, ha fatto “scarrellare” il meccanismo, e così sarebbe partito il colpo fatale. Il proiettile ha raggiunto Arcangelo alla testa, rendendo vani i tentativi di soccorso. Renato ora è accusato di porto illegale d’arma e ricettazione, e su di lui pende l’accusa di omicidio colposo.
Questa morte è solo l’ultima di una serie di tragedie che hanno coinvolto giovani ragazzi napoletani.
Negli ultimi diciassette giorni, tre giovani sono stati vittime della violenza urbana. Arcangelo era coetaneo di Emanuele Tufano, un quindicenne ucciso a fine ottobre durante una sparatoria fra adolescenti nel centro di Napoli. Pochi giorni dopo, nella notte tra il 1° e il 2 novembre, una lite per una scarpa pestata è sfociata in una sparatoria a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. Anche qui un ragazzo, Santo Romano, ha perso la vita, colpito da un diciassettenne che ha confessato di averlo ucciso.
La successione di eventi tragici e la presenza di armi nelle mani di ragazzi così giovani ha suscitato un’ondata di preoccupazione e sgomento nella città e nei suoi dintorni. Molti cittadini e rappresentanti istituzionali hanno espresso la necessità di misure urgenti per contrastare una situazione che sembra fuori controllo.
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha ammesso l’insufficienza delle azioni intraprese fino a ora. Pur riconoscendo l’impegno delle forze dell’ordine, Manfredi sottolinea che è necessaria una strategia più ampia che comprenda l’educazione, la videosorveglianza, e soprattutto il sostegno sociale nei contesti a rischio. Il sindaco ha evidenziato l’importanza di interventi mirati per garantire inclusione sociale, educazione e opportunità lavorative per prevenire l’insorgere di simili tragedie.
La richiesta di un intervento efficace non proviene solo dalle istituzioni, ma anche dai cittadini, profondamente preoccupati per la sicurezza. L’ennesima sparatoria, avvenuta nel cuore del centro storico, ha messo in allarme anche coloro che vivono di turismo.
Agostino Ingenito, presidente dell’associazione dei bed & breakfast e degli affittacamere di Napoli, ha riportato numerose segnalazioni di turisti e gestori preoccupati per la sicurezza della zona, con alcuni ospiti che hanno deciso di lasciare la città in anticipo. Ingenito ha fatto appello a un potenziamento del monitoraggio e del controllo territoriale, soprattutto durante le ore serali, per salvaguardare l’immagine e la tranquillità della città.
Parallelamente, un segnale di riscatto è arrivato oggi dalle strade di Napoli: circa 300 persone hanno partecipato alla manifestazione “Liberiamo Napoli dalle violenze”, organizzata dall’associazione Libera e dalla diocesi locale.
Un appello collettivo alla pace, alla solidarietà e all’impegno civile per arginare il fenomeno della violenza giovanile che non risparmia nessuno. Questa partecipazione testimonia una volontà condivisa di cambiare il corso degli eventi e impedire che altri giovani perdano la vita per atti impulsivi e assurdi.
Il susseguirsi di tragici eventi legati a una cultura delle armi e della violenza rende urgente una risposta decisa da parte delle istituzioni, ma anche dalla cittadinanza stessa, affinché i giovani abbiano accesso a un futuro diverso, fatto di opportunità e non di morti premature.
A seguito del grave fatto di sangue la Questura di Napoli ha disposti immediati servizi di alto impatto.
Stamane, oltre 100 operatori della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno eseguito numerose perquisizioni nelle zone Vicaria-Mercato e Forcella.
L’attività ha consentito di identificare diversi soggetti, di cui alcuni denunciati a vario titolo. Nel corso del servizio, gli operatori hanno sequestrato tre pistole Beretta, di cui una mod.80x, una 22LR ed un’altra 92, numerose cartucce di diverso calibro, diverse quantità di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana e diversi quantitativi di TLE; ancora, sono stati effettuati controlli finalizzati alla verifica del rispetto delle norme del Codice della Strada.
L’attività congiunta ha visto la partecipazione del personale della Squadra Mobile di Napoli e del Reparto Prevenzione Crimine Campania; dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, della Compagnia Napoli Stella, della Compagnia Napoli Centro, del CIO Reggimento Campania e del Nucleo Radiomobile nonché degli operatori della Guardia di Finanza con il Gruppo Pronto Impiego di Napoli unitamente ad unità cinofile e al 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Napoli.
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