fbpx
CAMBIA LINGUA

Strage di Paderno Dugnano: Il 17enne, il triplice omicidio della famiglia e il “disagio esistenziale” ma non riesce a spiegare le ragioni del gesto.

Il giovane pluriomicida di Paderno Dugnano, che ha ucciso i genitori e il fratello minore, racconta il suo "disagio esistenziale" ma non riesce a spiegare le ragioni del gesto. In attesa della convalida dell'arresto, la famiglia si stringe attorno a lui.

Strage di Paderno Dugnano: Il 17enne, il triplice omicidio della famiglia e il “disagio esistenziale” ma non riesce a spiegare le ragioni del gesto.

La strage avvenuta a Paderno Dugnano, dove un 17enne ha ucciso i suoi genitori e il fratello di 12 anni, ha lasciato la comunità e l’opinione pubblica profondamente sconvolte. L’omicida, che ha confessato il triplice omicidio, continua a esprimere incredulità per quanto accaduto, affermando di essere stato sopraffatto da un “disagio esistenziale” che non riesce a spiegare. Al momento, il giovane si trova al centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria di Milano, dove attende l’udienza per la convalida dell’arresto, fissata per giovedì 5 settembre.

Il racconto della notte della strage

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 17enne avrebbe colpito per primo il fratello minore con un grosso coltello da cucina mentre dormiva nella loro cameretta comune. Le urla del bambino hanno richiamato la madre, che, entrando nella stanza, è stata a sua volta ferita mortalmente. Infine, il padre è stato ucciso mentre tentava di soccorrere il figlio minore. Solo poche ore prima la famiglia aveva festeggiato il cinquantunesimo compleanno del padre.

Dopo il massacro, il giovane ha chiamato il 112 dichiarando: “Venite, ho ucciso mio padre.” In caserma, durante un lungo e doloroso interrogatorio, ha iniziato a realizzare la portata delle sue azioni, stupendosi delle conseguenze del suo gesto: “Non pensavo che avrebbero sofferto così tanto.”

Le indagini e la confessione

Il giovane è stato nuovamente interrogato dai magistrati della Procura per i minorenni di Milano, che hanno voluto chiarire ulteriori dettagli sulla premeditazione del delitto. Il ragazzo avrebbe ridimensionato alcune affermazioni precedenti, sostenendo che il pensiero di compiere un simile gesto lo perseguitava da qualche giorno, ma che non si trattava di un impulso momentaneo. La procuratrice facente funzione, Sabrina Ditaranto, ha dichiarato che il quadro accusatorio non cambia e resta invariato: il giovane è accusato di triplice omicidio aggravato dalla premeditazione, dall’aver ucciso una vittima minore, dai legami familiari e dal fatto di aver agito mentre le vittime dormivano.

Durante l’interrogatorio, durato oltre 12 ore, il giovane ha descritto il momento in cui ha preso il coltello dalla cucina e ha colpito per primo il fratello, ma ha anche ripetuto più volte di non riuscire a trovare un vero motivo per il suo gesto: “Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio.” Dopo aver compreso che il gesto non gli avrebbe portato alcuna liberazione, ha detto di aver capito che “non era uccidendoli che mi sarei liberato”.

La reazione della famiglia e la comunità

Di fronte a questa tragedia, i nonni e gli zii del ragazzo hanno espresso l’intenzione di incontrarlo per capire e, forse, sperare in un suo possibile recupero. Tuttavia, l’incontro non potrà avvenire prima dell’udienza di convalida dell’arresto. La famiglia che rimane intorno al giovane, inclusi i nonni paterni che abitano vicino alla villetta della strage, si è chiusa nel silenzio e sta cercando di proteggere il nipote in attesa di un processo che si preannuncia lungo e doloroso. La procuratrice Ditaranto ha richiamato l’attenzione sull’importanza di rispettare le norme sulla privacy dei minori, sottolineando la fragilità psicologica del giovane.

Un gesto incomprensibile e senza apparenti segnali di allarme

Le indagini continuano, e al momento non è emerso alcun elemento significativo dalle analisi delle chat, dei giochi elettronici o dai dispositivi digitali utilizzati dal giovane che possa dare una spiegazione chiara del triplice omicidio. Il giovane ha descritto un “malessere” non legato specificamente alla famiglia, ma anche alla società in generale. Non sono stati rilevati segnali di bullismo, problemi di dipendenze o conflitti particolari nella sua vita quotidiana. Anzi, dalle testimonianze di amici e conoscenti, emerge il ritratto di un ragazzo apparentemente normale, che frequentava il liceo scientifico e giocava a pallavolo.

La frase che riecheggia più spesso è: “Vista da fuori sembrava una famiglia perfetta”, mentre alcuni residenti hanno deposto fiori e messaggi davanti alla casa dove si è consumata la tragedia, esprimendo incredulità e dolore per un atto così efferato.

Mentre il giovane pluriomicida cerca di comprendere il significato del suo gesto, le indagini proseguiranno per cercare di fare luce su un evento che appare ancora privo di una spiegazione logica o emotiva. Il caso ha sollevato profonde riflessioni sul disagio giovanile, sul ruolo delle famiglie e delle istituzioni nel riconoscere i segnali di allarme e sulla gestione di situazioni di crisi psicologica nei minori.

Strage di Paderno Dugnano: Il 17enne, il triplice omicidio della famiglia e il "disagio esistenziale" ma non riesce a spiegare le ragioni del gesto.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×