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Strage di migranti, un naufragio tra la Grecia e l’Italia: 79 vittime e centinaia di dispersi

Secondo le prime stime, potrebbe essere uno dei naufragi peggiori della storia del Mediterraneo

Strage di migranti, un naufragio tra la Grecia e l’Italia: 79 vittime e centinaia di dispersi.

È un bilancio che cresce di ora in ora quello delle vittime legate al naufragio di un peschereccio a sud della penisola del Peloponneso. Le ultime stime della guardia costiera greca confermano che ci sarebbero almeno 79 vittime. La tragedia si è consumata in acque internazionali, a 47 miglia nautiche da Pylos.

L’imbarcazione, lunga 30 metri e salpata da Tobruch (Libia), era diretta in Italia. Le dinamiche del naufragio non sono ancora chiarissime. Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, ha fatto sapere che aveva avvistato il peschereccio martedì mattina e che aveva informato le autorità competenti.

Dopo alcune ore, la guardia costiera greca ha diffuso un comunicato, sostenendo che, alcune ore prima del naufragio, i migranti a bordo avevano rifiutato l’assistenza di una loro nave.

Stando alle informazioni dell’ong Alarm Phone, invece, già martedì mattina i migranti avevano chiesto di essere soccorsi e di avere esaurito acqua e cibo a bordo. In una delle ultime conversazioni col centralino, i migranti avevano spiegato di essere in contatto con la polizia, ma non è chiaro a quale autorità si riferissero.

I soccorritori intervenuti sostengono che nelle stive ci fossero donne e bambini e che in totale a bordo ci fossero tra le 500 e le 700 persone. Lo riporta Ert, la televisione pubblica greca.

Oltre un centinaio, al momento, i migranti che sono stati tratti in salvo, mentre continuano senza sosta le ricerche dei dispersi.

Profondamente addolorata per la notizia del naufragio al largo delle coste greche e per i tanti morti segnalati”. Lo scrive la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dopo la tragedia, dicendosi “molto preoccupata per il numero di persone scomparse”. Dobbiamo continuare a lavorare insieme, con gli Stati membri e i Paesi terzi, per prevenire queste tragedie, conclude.

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