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Strage di Erba: la Cassazione respinge la revisione del processo per Rosa Bazzi e Olindo Romano

Strage di Erba: la Cassazione respinge il ricorso per la revisione del processo di Rosa Bazzi e Olindo Romano. Confermato l'ergastolo.

Strage di Erba: la Cassazione respinge la revisione del processo per Rosa Bazzi e Olindo Romano

La Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla richiesta di revisione del processo per Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo per la strage di Erba dell’11 dicembre 2006. I supremi giudici hanno respinto il ricorso presentato dai difensori dei due coniugi contro la decisione della Corte d’Appello di Brescia, che aveva già dichiarato inammissibile l’istanza di revisione della sentenza.

L’attesa sentenza è arrivata dopo un’udienza tesa e ricca di discussioni legali. Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giulio Monferini, ha ribadito l’inesistenza di prove nuove capaci di ribaltare il verdetto, definendo le nuove ipotesi della difesa come “mere congetture” e “prospettazioni astratte”.

L’11 Dicembre 2006: cosa accadde in Via Diaz

Quella sera di dicembre, in un appartamento di via Diaz a Erba, vennero uccisi Raffaella Castagna, suo figlio di due anni Youssef Marzouk, la madre della donna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. I corpi furono massacrati con spranghe e coltelli, prima che gli aggressori appiccassero un incendio per cancellare le tracce. L’unico sopravvissuto, Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, fu sgozzato ma scampò alla morte grazie a una malformazione alla carotide.

Dopo poche settimane i vicini di casa, il 10 gennaio 2007, Olindo Romano e Rosa Bazzi confessarono l’omicidio, descrivendo le modalità dell’assalto e le armi utilizzate. Successivamente, però, ritrattarono le loro confessioni, dichiarando di essere stati sottoposti a pressioni durante gli interrogatori.

Il tentativo di revisione: le argomentazioni della difesa

Negli ultimi anni, la difesa dei due coniugi ha tentato di riaprire il caso basandosi su presunte incongruenze nelle indagini e sulla validità delle prove presentate nel processo. Tra i principali punti sollevati:

  • L’attendibilità della testimonianza di Mario Frigerio: Secondo gli avvocati, Frigerio, a causa della cerebrolesione subita, avrebbe potuto avere ricordi alterati.
  • La validità delle confessioni di Rosa e Olindo: I legali hanno sottolineato come i due imputati fossero mentalmente fragili e influenzabili, ipotizzando che le confessioni fossero state estorte.
  • Presunti errori nelle perizie scientifiche: La difesa ha contestato alcune analisi ematiche e forensi che furono decisive per la condanna.

Nonostante questi argomenti, la Cassazione ha ritenuto che nessuna delle prove presentate fosse realmente nuova o sufficiente a scardinare l’impianto accusatorio. Il verdetto della Corte d’Appello di Brescia è stato dunque confermato.

Le reazioni alla sentenza

La decisione della Cassazione ha suscitato reazioni contrastanti. Gli avvocati di Rosa e Olindo hanno espresso delusione, ma non intendono arrendersi. “Confidiamo nella possibilità di far emergere la verità, anche attraverso eventuali ricorsi futuri“, ha dichiarato Fabio Schembri, uno dei difensori.

Di tutt’altro avviso le famiglie delle vittime. Giuseppe Castagna, fratello di Raffaella, ha commentato con amarezza: “Questa sentenza non fermerà il circo mediatico che si riaccende periodicamente intorno a questa tragedia. Ma noi sappiamo che giustizia è stata fatta”.

Con la decisione della Cassazione, il caso della strage di Erba sembra ormai definitivamente chiuso dal punto di vista giudiziario. Tuttavia, il dibattito mediatico e legale potrebbe continuare ancora a lungo.

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