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Senorbì, i controlli sugli ovili hanno permesso di scoprire una piccola piantagione di marijuana

Senorbì, è esperienza consolidata per i carabinieri in Sardegna che i  “controlli agli ovili” possano costituire un’attività remunerativa sotto diversi profili, in particolare per quanto riguarda la ricerca di armi ma non soltanto. Un articolo del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) (il 41), sin dagli anni trenta del secolo scorso, fornisce lo spunto e lo strumento per effettuare perquisizioni alla ricerca di armi sulla base di semplici indizi che spesso emergono dalle quotidiane attività dell’Arma. Si tratta di uno strumento operativo eccezionale che risale a molti anni fa ed è ancora valido. Normalmente tali attività vengono mirate nei confronti di chi in passato abbia avuto problemi con la legge, le “vecchie conoscenze” dei carabinieri. Così ieri a Senorbì militari della locale Stazione hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per la coltivazione e la detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti un 25enne del luogo, allevatore, censito in banca dati delle ff.pp.. I militari operanti, coadiuvati da colleghi della Stazione di Sant’Andrea Frius, a seguito di una perquisizione dell’azienda agricola del predetto, hanno rinvenuto nel cortile prospiciente l’immobile rurale 6 piante di marijuana dell’altezza media di circa 70cm, e materiale per il confezionamento (buste in cellophane per il sottovuoto) di sostanze stupefacenti, già utilizzato e recante residui della medesima sostanza. Se l’obbiettivo primario era stato quello di rinvenire armi, i carabinieri non si sono formalizzati nel rinvenire altro, il risultato è stato comunque positivo. Alle volte non sono necessarie particolari indagini per perseguire dei reati, basta solo un po’ di sana iniziativa e vecchie procedure.

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