Sanità, verifiche dei Nas su 3.884 liste d’attesa in tutta Italia: denunciati 26 tra medici e infermieri
Favorivano conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le prenotazioni
Sanità, verifiche dei Nas su 3.884 liste d’attesa in tutta Italia: denunciati 26 tra medici e infermieri.
Ventisei tra medici e infermieri sono stati denunciati dai Nas dopo le verifiche, in tutta Italia, sulla gestione di 3.884 liste d’attesa e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali, per visite mediche specialistiche ed esami diagnostici, nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.
Tra loro 9 medici che avevano favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d’attesa.
Gli indagati sono ritenuti responsabili dei reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio. In 195 casi le agende di prenotazione erano state sospese o interrotte anche con procedure non consentite.
Le ispezioni sono state eseguite dai Nas su tutto il territorio nazionale presso 1.364 tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. I medici che stravolgevano le liste di attesa operavano a Milano, Torino, Perugia e Catania. A Reggio Calabria altri tre medici sono stati denunciati per l’ipotesi di peculato, per aver prestato fraudolentemente servizio presso un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche.
Mentre a Perugia i Nas hanno scoperto un medico radiologo che svolgeva attività privata presso un altro ospedale, pur trovandosi in malattia, e due infermieri che svolgevano esami ematici in favore di privati attestando falsi ricoveri.
Quattordici i dirigenti e i medici denunciati perchè ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio, per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione nei mesi di luglio e agosto, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche, per consentire al personale di poter fruire delle ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento. Problemi legati a carenze di organico ma anche a comportamenti non in linea con la deontologia professionale: in una Asl della provincia di Roma erano indisponibili le prestazioni di gastroenterologia e colonscopia, ma il medico dirigente responsabile di quegli ambulatori svolgeva gli stessi esami presso un poliambulatorio privato.
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