San Sebastiano al Vesuvio: 19enne ucciso per aver calpestato una scarpa. 17enne fermato accusato di omicidio.
Un sogno di calciatore spezzato dalla violenza: la comunità si interroga su un episodio che ha scosso Napoli
San Sebastiano al Vesuvio: 19enne ucciso per aver calpestato una scarpa. 17enne fermato accusato di omicidio.
Santo Romano, 19 anni, è stato ucciso in una piazza di San Sebastiano al Vesuvio, comune vicino a Napoli, in una sparatoria scaturita da una lite tra ragazzi, in cui un altro giovane è rimasto ferito. L’assurdità della vicenda ruota attorno a una motivazione apparentemente banale: la lite avrebbe avuto origine da un piede calpestato e da una scarpa sporcata.
Il giovane, incensurato e portiere della squadra Micri, nutriva il sogno di diventare calciatore e giocava nel campionato di Eccellenza. Sul profilo social della sua squadra è stato pubblicato un messaggio commosso: “Una notizia che ti scuote e ti travolge, come se fossimo stati catapultati in un incubo”. La morte di Santo ha infatti sconvolto la comunità locale, che ora si interroga sulla violenza crescente tra i giovani.
Il presunto omicida, un ragazzo di 17 anni, è stato immediatamente fermato e interrogato dai carabinieri, che lo hanno accusato di omicidio e tentato omicidio. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, acquisite dalle autorità, potrebbero svolgere un ruolo cruciale nel ricostruire gli esatti momenti dell’aggressione e della sparatoria. Secondo le prime ricostruzioni, Santo potrebbe non essere stato coinvolto direttamente nella lite che ha portato all’esplosione dei colpi di pistola: era intervenuto per placare gli animi e cercare di fermare la situazione. Sembra addirittura che si fosse offerto di pulire personalmente la scarpa sporcata del ragazzo con cui si era avviata la discussione, nel tentativo di evitare che la situazione degenerasse.
L’episodio è avvenuto in una zona centrale del paese, punto di ritrovo per i giovani della zona vesuviana, una delle aree più frequentate dell’hinterland napoletano.
Giuseppe Panico, sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, ha commentato il tragico evento affermando che simili episodi potrebbero verificarsi ovunque. Tuttavia, ha ribadito che un intervento più incisivo è necessario, soprattutto in aree in cui si concentra la presenza giovanile. Il prefetto ha convocato un incontro per discutere delle misure di sicurezza e di ordine pubblico, previsto per domani presso il Comune. Durante questo incontro, si cercherà di capire se il luogo dell’omicidio e altre zone vicine richiedano maggiore vigilanza da parte delle forze dell’ordine.
La tragedia di Santo Romano si inserisce in un contesto di violenza che ha colpito più volte i giovani di Napoli.
L’omicidio di Santo, purtroppo, è solo l’ultimo di una serie di eventi simili: solo pochi giorni fa, il quindicenne Emanuele Tufano è stato freddato sul centralissimo Corso Umberto a Napoli mentre si trovava su uno scooter. All’inizio dell’anno, Francesco Pio Maimone, un altro giovane napoletano, è stato ucciso a Mergellina in una lite nata, anch’essa, da una scarpa sporcata accidentalmente. In agosto, un altro giovane, il musicista Giovanbattista Cutolo, è stato colpito a morte in piazza Municipio. Questi episodi di violenza hanno scosso profondamente la città, dove l’aumento degli scontri armati tra ragazzi sembra far emergere la necessità di un maggiore controllo e di iniziative di prevenzione mirate a disincentivare l’uso delle armi da parte dei giovanissimi.
Don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha commentato con grande sofferenza questo ennesimo caso di sangue, lanciando un appello alla comunità e alle autorità locali: “Bisogna disarmare Napoli. Bisogna disarmare i nostri territori. Bisogna deporre le armi. Fa male. C’è una tristezza impressionante in tutto questo, ma non dobbiamo rassegnarci. Non sarà la violenza a vincere”. Il messaggio dell’arcivescovo sottolinea l’urgenza di trovare una soluzione a una problematica che ormai caratterizza le strade della città, in cui l’uso delle armi è diventato un pericolo concreto per la gioventù.
La comunità locale è profondamente scossa, e cresce la preoccupazione per la sicurezza nelle piazze e nei luoghi di ritrovo per i giovani. Le istituzioni stanno cercando di rispondere, ma l’impressione di molti è che siano necessari interventi a lungo termine per affrontare una cultura della violenza che sembra diffondersi sempre di più.
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