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Rubavano l’identità digitale per truffare banche e cittadini, fermata la banda del “Ghost Money”

Sei in manette tra Roma e Torino. In un caso gli è persino riuscito un colpo da quasi 3 milioni di euro

Rubavano l’identità digitale per truffare banche e cittadini, fermata la banda del “Ghost Money”.

Rubavano le identità digitali, riciclavano denaro e truffavano cittadini e banche. In un caso gli è persino riuscito un colpo da quasi 3 milioni di euro.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, tutto il denaro veniva subito trasferito in Svizzera per finire poi a Dubai. Il capo della banda, originario di Roma, è stato arrestato proprio mentre era di ritorno dal Paese arabo.

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L’indagine, denominata “Ghost Money”, ha permesso agli inquirenti di emettere in totale 6 misure di custodia cautelare (5 tra Roma e provincia e una a Torino).

Viene contestata la frode informatica, il furto di identità digitale, il riciclaggio e l’auto riciclaggio, oltre che falso in atto pubblico e falsità materiale.

ghost money

Nel 2019 il gruppo aveva messo a segno una serie di colpi con la frode della “sim swap”. Un sistema con cui i criminali, rubando l’identità digitale del cliente di una sim, ottenevano il duplicato non autorizzato della sua scheda e, nel caso specifico, si impossessavano dei codici dispositivi dell’home banking inviati alle utenze telefoniche e le utilizzavano per svuotare i conti correnti delle vittime. Un raggiro che ha fatto incassare al sodalizio diverse migliaia di euro.

Ma la banda negli anni si è evoluta. Le indagini hanno permesso di ricostruire un ben più complesso sistema di frodi informatiche ai danni di istituti di credito, “uno dei quali consumato con un danno economico di circa 2.900.000 di euro.

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