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Razzi dal Libano sul nord di Israele, 12 morti per lo più bambini. Netanyahu: Hezbollah pagherà.

Netanyahu: "Hezbollah pagherà un prezzo alto"

Razzi dal Libano sul nord di Israele, 12 morti per lo più bambini. Netanyahu: Hezbollah pagherà.

Un razzo lanciato dal Libano ha colpito la città di Majdal Shams nelle Alture del Golan, causando la morte di almeno 12 persone, per lo più bambini, e ferendone altre 19. Questo attacco, il più mortale in territorio israeliano dall’inizio del conflitto con Hamas il 7 ottobre 2023, ha suscitato una forte risposta da parte delle autorità israeliane, che hanno attribuito la responsabilità a Hezbollah. Tuttavia, il gruppo paramilitare libanese ha negato ogni coinvolgimento.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso una reazione severa, anticipando il suo rientro dagli Stati Uniti e convocando immediatamente il gabinetto di sicurezza. In una dichiarazione, Netanyahu ha affermato che Hezbollahpagherà un prezzo alto” per questo attacco. Le forze armate israeliane, sostenute dal ministro della Difesa Yoav Gallant, stanno valutando diverse opzioni per rispondere all’attacco e hanno già delineato delle linee di condotta specifiche.

L’attacco ha colpito un campo da calcio, provocando la morte di numerosi civili, soprattutto bambini, suscitando indignazione e condanne internazionali. Gli Stati Uniti hanno espresso il loro pieno sostegno a Israele, condannando fermamente l’attacco e ribadendo il loro impegno nella sicurezza dello Stato ebraico. Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha sottolineato l’importanza di porre fine a questi “terribili attacchi” lungo la Linea blu, che segna il confine tra Israele e Libano.

Anche l’Unione Europea ha condannato l’attacco. Josep Borrell, alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’UE, ha chiesto un’indagine internazionale indipendente per far luce sull’episodio. In un post su X, Borrell ha definito l’attacco un “bagno di sangue” e ha esortato tutte le parti a esercitare la massima moderazione per evitare un’ulteriore escalation del conflitto.

L’esercito israeliano ha affermato che le sirene di allarme sono risuonate non appena il razzo è stato rilevato dai sistemi di difesa, ma non c’è stato abbastanza tempo per mettersi al riparo. Questo ha sollevato interrogativi sulla prontezza e l’efficacia delle misure di difesa aerea in situazioni di emergenza. La comunità drusa, particolarmente colpita dall’attacco, ha reagito con durezza. Il leader spirituale della comunità, lo sceicco Muafak Tarif, ha condannato il brutale attacco, definendolo “impossibile da immaginare e descrivere”.

Nel frattempo, continuano le ostilità su altri fronti.

A Gaza, gli attacchi israeliani hanno causato oltre 30 morti in un ospedale da campo nel centro della Striscia. Israele ha dichiarato che l’operazione mirava a un centro di comando di Hamas situato in un complesso scolastico. Questi sviluppi complicano ulteriormente la situazione già tesa e rendono difficile qualsiasi progresso verso una soluzione pacifica.

Nonostante le crescenti tensioni, Israele ha consegnato ai mediatori una proposta “aggiornata” per un possibile cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Un vertice è previsto a Roma, dove si incontreranno una delegazione israeliana guidata dal capo del Mossad David Barnea, il direttore della CIA William Burns, il premier del Qatar Mohammed Al-Thani e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamal. Questo incontro potrebbe rappresentare una svolta cruciale per la ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto.

La situazione rimane estremamente volatile.

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha denunciato che Hezbollah ha “oltrepassato tutte le linee rosse” e ha avvertito che Israele è pronto ad affrontare una guerra totale. Ha inoltre sottolineato il sostegno incrollabile degli Stati Uniti e dell’Europa a Israele.

Il razzo che ha colpito Majdal Shams faceva parte di una serie di attacchi iniziati l’8 ottobre, un giorno dopo l’attacco di Hamas ai kibbutz israeliani. Le sirene di allarme sono risuonate in tutto il nord di Israele, segnalando l’arrivo di circa 40 razzi in due tornate.

Le autorità israeliane stanno indagando sull’incidente per capire perché non sia stato possibile mettersi al riparo in tempo. Nel frattempo, continuano a monitorare attentamente la situazione al confine con il Libano, preparandosi a una possibile escalation. La comunità internazionale segue con preoccupazione gli sviluppi, mentre gli sforzi diplomatici per un cessate il fuoco continuano, nonostante le nuove tensioni possano minare questi tentativi.

L’attacco dal Libano ha inasprito ulteriormente il conflitto tra Israele e Hezbollah, con gravi conseguenze per i civili. La risposta israeliana potrebbe portare a un’escalation del conflitto, mentre la comunità internazionale cerca disperatamente di mediare una tregua e prevenire un ulteriore deterioramento della situazione.

Razzi dal Libano sul nord di Israele, 12 morti per lo più bambini

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