Proteste violente e scontri: 17 indagati per resistenza e danneggiamenti interrogati dal GIP
La Procura di Torino indaga su 5 manifestazioni tra ottobre 2023 e aprile 2024. Denunciati 47 soggetti, chieste 17 misure cautelari.
Torino, proteste violente dal Festival delle Regioni al G7: 17 indagati interrogati dal GIP per resistenza e danneggiamenti.
Torino, luglio 2025 – È in corso davanti al GIP del Tribunale di Torino la fase degli interrogatori preventivi nei confronti di 17 soggetti indagati per una lunga serie di episodi violenti avvenuti nel capoluogo piemontese tra l’ottobre 2023 e l’aprile 2024.
Le accuse formulate dalla Procura della Repubblica di Torino riguardano, tra gli altri, i reati di resistenza aggravata a Pubblico Ufficiale, violenza privata aggravata, danneggiamento e inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.
Le misure cautelari richieste comprendono custodia in carcere, arresti domiciliari, divieto di dimora nel Comune di Torino e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Cinque manifestazioni, decine di scontri: ricostruiti gli episodi contestati
L’indagine – coordinata dalla Procura torinese e condotta dalla Polizia di Stato della Questura di Torino – ha portato alla denuncia di 47 persone. Di seguito, i principali episodi di tensione contestati:
▪ 2-3 ottobre 2023: Festival delle Regioni e visita di Giorgia Meloni
Durante lo svolgimento del Festival delle Regioni e delle Province Autonome, a cui partecipava anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, due cortei non autorizzati hanno cercato più volte di sfondare i cordoni della Polizia.
Secondo gli inquirenti, i manifestanti hanno aggredito gli agenti con spinte, calci, sputi, aste di bandiera e lancio di oggetti.
▪ 17 novembre 2023: corteo studentesco contro la riforma Valditara
Durante una protesta studentesca contro la riforma scolastica, il corteo avrebbe violato le disposizioni del Questore, impattando contro il personale del Reparto Mobile. Gli agenti erano presenti per assicurare il rispetto del percorso autorizzato.
▪ 5 dicembre 2023: scontri tra collettivi e FUAN all’Università Einaudi
Nel corso di un volantinaggio del FUAN al Campus Einaudi, circa 100 studenti dei collettivi di sinistra avrebbero impedito l’accesso a una decina di attivisti del movimento.
Secondo la ricostruzione della Polizia, la tensione sarebbe degenerata in aggressioni fisiche contro il Reparto Mobile, con lancio di oggetti, sputi, calci e pugni, causando il ferimento di 10 operatori.
▪ 13 febbraio 2024: manifestazione pro Palestina e danni alla sede RAI
In occasione di una manifestazione pro Palestina davanti alla sede RAI di via Verdi, i manifestanti avrebbero tentato ripetutamente di sfondare le linee di polizia.
Le forze dell’ordine denunciano colpi con aste, sputi e lanci di oggetti, che avrebbero causato 7 feriti tra Polizia e Carabinieri. Successivamente, alcuni antagonisti avrebbero fatto irruzione nel McDonald’s di via Sant’Ottavio, causando danni stimati in circa 10.000 euro.
▪ 29 aprile 2024: corteo anti-G7 durante il vertice di Venaria
Durante il G7 su Clima, Energia e Ambiente, svoltosi a Venaria, un corteo di protesta non autorizzato ha attraversato il centro di Torino.
Secondo la Questura, i manifestanti hanno cercato di raggiungere le aree dove erano ospitate le delegazioni, aggredendo gli agenti con sputi, spintoni e oggetti contundenti, e provocando il ferimento di 3 agenti del Reparto Mobile. Un mezzo di servizio è stato danneggiato.
Misure cautelari e responsabilità individuali
L’autorità giudiziaria, sulla base degli elementi raccolti, sta valutando l’applicazione di misure cautelari a carico di 17 soggetti. Si tratta di individui ritenuti protagonisti attivi delle condotte contestate, con ruoli di rilievo nei vari episodi.
L’indagine intende chiarire eventuali responsabilità individuali e valutare la pericolosità sociale degli indagati, in relazione al ripetersi di condotte violente contro le forze dell’ordine e la distruzione di beni pubblici e privati.
Ordine pubblico e diritto alla protesta: un equilibrio sempre più difficile
I fatti emersi mettono nuovamente al centro del dibattito pubblico la tensione tra libertà di manifestazione e tutela dell’ordine pubblico.
Mentre alcuni movimenti parlano di repressione, le istituzioni ribadiscono la necessità di prevenire derive violente, soprattutto in contesti sensibili come vertici internazionali, eventi istituzionali o spazi universitari.
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