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Ponte Morandi, Meloni: «Rinnoviamo le scuse dello Stato per 43 vite spezzate»

La premier: «Sono tante le domande poste da quella tragedia che sono ancora rimaste senza risposta»

Ponte Morandi, Meloni: «Rinnoviamo le scuse dello Stato per 43 vite spezzate».

«Sono tante le domande poste da quella tragedia che sono ancora rimaste senza risposta. La rabbia, il dolore, la sete di giustizia dei familiari delle vittime sono sentimenti sacrosanti e che meritano tutto il nostro rispetto», così la premier Meloni nel quinto anniversario del crollo del Ponte Morandi a Genova.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, invece, ha sottolineato: «Il trascorrere del tempo non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto. Ed è responsabilità fare giustizia».

“Le 43 vittime, la sofferenza dei loro cari e i disagi degli sfollati rimarranno per sempre impressi nella nostra memoria. Così come non dimenticheremo mai l’eroismo dei soccorritori e l’impegno senza sosta dei tantissimi che, in quelle ore e in quei giorni drammatici, diedero testimonianza di quanto gli italiani sappiano donarsi al prossimo”, ha sottolineato Meloni in una nota.

«Oggi siamo qui per ricordare le persone che non ci sono più e per chiederci che cosa dobbiamo ancora fare per onorare la memoria di quelle 43 vittime senza colpa. Siamo sopravvissuti senza merito, perché su quel ponte poteva esserci ognuno di noi. Credo siano due le parole da tenere a mente: coraggio, quello dimostrato dai familiari delle vittime, e giustizia, quella che affidiamo alle aule dei tribunali. Insieme alle lacrime, alla polvere e al sudore dei soccorritori, in quella tragica giornata di agosto iniziò il riscatto di un’intera regione, che ha portato alla ricostruzione di un’opera infrastrutturale diventata modello per l’Italia». Queste le parole del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, a nome della giunta e di tutta la Liguria, per ricordare le 43 vittime del crollo del ponte Morandi

Tre i processi in corso per stabilire la verità, le responsabilità di quelle morti. Cinque anni dopo la ferita è ancora aperta. La città si è rialzata, un nuovo ponte, il San Giorgio, è stato costruito. Ma le famiglie delle vittime aspettano ancora giustizia per i loro cari.

genova

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